Dio lo ha risuscitato |
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Vincenzo La Gamba Fra tutte le testimonianze della Risurrezione, quella di Pietro è la più attendibile quanto ad importanza e profondità: il primo Apostolo, oltre l'evento, annuncia anche il suo significato; cioè che Cristo è risorto perchè non era possibile che la morte potesse avere potere su di Lui. Si deduce che la Risurrezione vince la morte, per cui la Risurrezione è vita per tutti. Al Capitolo 3, Pietro sottolinea come la Risurrezione sia importante per coloro che preferiscono la morte alla vita: "Avete chiesto che vi fosse graziato un assassino, ed avete ucciso l' autore della vita; tuttavia "Dio lo ha risuscitato e di questo noi siamo testimoni". Ribadiamo ancora una volta che senza il miracolo della Risurrezione di Cristo sulla morte, la nostra religione non avrebbe ragione di esistere, vale a dire la fede nella Risurrezione è necessaria per la vita e la salvezza di tutti; per questo è necessario che tutta l' umanità ne sia destinataria. La Chiesa si prodiga incessantemente attraverso i missionari, i sacerdoti e gli evangelizzatori laici per arrivare ai poveri, ai diseredati, agli emarginati, agli homeless, agli abbandonati, oppressi e perseguitati, affinchè in tutti i problemi della quotidianità, le persone trovino speranza e sollievo nella parola di Cristo. Se si rimane affascinati dalla parola di Cristo, vuol dire che Dio entra nella storia quotidiana dell' uomo, riconoscendo, quindi, che tutte le capacità derivano da Dio e dallo stesso Gesù Cristo, che ci ha resi latori della Sua parola. La bellezza della parola di Dio è che, mentre noi dimentichiamo perfino di essere stati salvati e redenti dalla Risurrezione, Gesù Cristo continua ad affascinarci, così come è avvenuto sulla via di Emmaus, il cui odierno Vangelo di Luca ci narra che i discepoli parlavano tra di loro del fatto straordinario della Risurrezione. Gesù in persona si accosta e cammina con loro, "ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerLo", forse perchè il loro animo era paralizzato dalla delusione. Le loro speranze messianiche erano rimaste sotterrate nella tomba del Crocifisso. Nonostante le voci che cominciano a circolare nel gruppo dei discepoli, nessuno ha visto Gesù risorto. Sono tristi e sconfitti. Non credono nè si aspettano più niente da Lui. Questo dicono allo sconosciuto (che è Gesù), unitosi a loro nel cammino. È uno dei Vangeli in cui Gesù si "diverte" con i suoi apostoli, dicendo loro: "Ma cosa è avvenuto". "Come non sai? Sei il solo a non sapere quello che è accaduto in questi giorni!" Gesù non si rivela a loro e non rivelandosi immediatamente li induce a discutere sull' evento. Solo più tardi vengono a ravvedersi, quando, cioè, Gesù si siede a tavolo con loro: prende il pane, dice la benedizione, lo spezza e lo dona loro. Gesù sparisce dalla loro vista subito dopo, ma i due ritornando a Gerusalemme hanno la certezza che "davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone”. Perchè i due non hanno riconosciuto Gesù subito? E che significato hanno i due che camminano (senza accorgersene) con Gesù accanto? Una chiave di lettura è questa: i discepoli sulla via di Emmaus, sono paragonabili al popolo pellegrino di Dio. Come il Signore camminò con il Suo antico popolo nella nube e nell' arca, così Cristo cammina a fianco del nuovo popolo di Dio, che è la Chiesa, con una presenza sacramentale, ma reale ed efficace, per mezzo della parola e dei sacramenti. Ma come dovrebbero essere le nostre comunità di fede per poter apparire segno del Signore risorto? Viviamo sinceramente l' esperienza di Gesù in mezzo a noi? Tradizionalmente i luoghi di ospitalità e di accoglienza fanno riferimento, anche nel nome, ad Emmaus. Che cosa vedono gli altri nel nostro gruppo di credenti?
Che voto
meritiamo in queste virtù evangeliche: fede, amore, solidarietà,
ottimismo, gioia, tolleranza, comprensione? |
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Meditazioni:
«Dio lo ha risuscitato e di questo noi siamo testimoni», Vincenzo
La Gamba - America Oggi, New
York, Domenica 10 Aprile 2005 - Terza dopo
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