Meditazioni

Lo spirito del Natale
è negli occhi dei bambini
che hanno conosciuto le lacrime
 

Vincenzo La Gamba

Come i lettori ricorderanno l'anno passato abbiamo parlato su queste stesse pagine del Natale con la Beata Madre Teresa di Calcutta, nel senso che abbiamo esposto due episodi natalizi, che esaltavano, invero, quello che la festa di Gesù Bambino rappresentava per lei.

Noi, ogni anno, trascorriamo il Natale con la stessa coreografia di sempre: l'albero, le luci colorate, i negozi stipati di persone che fanno lo shopping, i dolci, il panettone, la vigilia (tutto a base di pesce) e il giorno di Natale (per il famoso pranzo).

È, dunque, il Natale una festa a tavola oppure una corsa forsennata per comprare regali, regali, regali per sé e per i membri della propria famiglia?

È  questa un' occasione consumistica più che religiosa?  È questo lo spirito del Natale?

C'è chi spende tanto, chi poco. Io, sinceramente, non trovo nessuna cosa in contrario, anche perché fa bene all' economia nazionale e mondiale.

Però,  C'è  effettivamente un però. Quale è la percentuale delle persone che a Natale si ricordano della gente bisognosa?

Dove si nasconde lo spirito di Natale? 

Ci rifletto molto dopo la festa di Thanksgiving, fino alla vigilia di Natale.  Mi sforzo di pensare che per "la gente di buona volontà" il Natale è tutta un' altra cosa. Perché, vedete, lo spirito del Natale è negli occhi dei bambini che hanno conosciuto lacrime; nella costruzione di ponti di solidarietà verso la gente povera, destituita, assetata, affamata; nei volti tristi di ragazzi e giovani che hanno subito abusi di qualsiasi tipo; nel sorriso di una madre emigrata che intravede un futuro per i figli; nella mani di un missionario che costruisce, prega, cura i malati; nel contribuire a dare un pasto agli homeless; nell' accarezzare i bambini orfani; nel fare volontariato a chi non più uscire di casa, come gli handicappati.

Ed ancora. Come sarebbe bello incartare alcuni di questi regali per regalare un sorriso a chi non l' ha mai avuto; prendere un raggio di sole e metterlo nel cuore dei duri; prendere il coraggio e metterlo nell'animo degli indifesi, poveri, diseredati; prendere la bontà e donarla a chi non sa donare; scoprire l' amore del Natale e fallo crescere nei sentieri di tutta la terra.

Non è che poi andare a messa il giorno di Natale significa trovare lo spirito di questa tenera festa, che fa bene al cuore di ognuno di noi. Tutti (o quasi tutti) si recano in Chiesa la vigilia od il giorno di Natale per saldare il debito annuale con il mistero dell' Eucaristia, come se fosse una cambiale. 

Lo spirito di Natale non è di un giorno all' anno, ma di tutti i giorni delle quattro stagioni. Lo spirito del Natale è preghiera! Lo spirito è nell'intimità che si vuole avere con il Bambinello, venuto al mondo per salvarci dal peccato. Egli si è incarnato per noi per dimostrare che, in fondo, lo spirito del Natale è nella pace tra i popoli e soprattutto nella giustizia sociale, ingredienti essenziali per cambiare il mondo.

Per cambiarlo dobbiamo cambiare noi dal di dentro. Si può fare a meno di augurare Buon Natale anche a chi non vuole cambiare?. 

Ma come si fa a non cambiare se "Dio è con noi"? A volte non si vuole cambiare.

Ma  non  è veramente  nostra colpa sapere che " Dio è con noi" e noi non lo facciamo conoscere agli altri?  Dio continua ad essere sconosciuto (anche ignorato dalla nuova Costituzione Europea) e rifiutato nel nostro mondo perché noi cristiani oscuriamo il volto attraente di nostro Dio. Non lo scopriamo agli altri perché non rendiamo effettiva la dottrina delle beatitudini e il suo messaggio di povertà, riconciliazione, perdono, servizio agli altri, scelta nella giustizia e soprattutto pace, pace, pace! 

Questa deve essere l' espressione della nostra risposta positiva a Dio e la sintesi del nostro amore efficace per i nostri fratelli. Essere ambasciatori di pace, della pace che emana lo spirito di Bambin Gesù. Solo così sarà Natale intorno a noi.
 

Meditazioni: «Lo spirito del Natale è negli occhi dei bambini che hanno conosciuto le lacrime»,  Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 26 Dicembre  2004 - Vangelo di Natale
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