Gesù misericordioso con la pecorella smarrita |
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Vincenzo La Gamba
Nella parabola della pecorella smarrita emerge come sempre un Gesù
misericordioso, ma in possesso di un "debole" per i peccatori. Ovvero
Gesù vuol farci capire che Egli ha a cuore ciascuno di noi. Quando ciò
avviene? Sempre. Ma non nel momento in cui c'è una netta spaccatura
tra il peccatore ed il Signore. Quanta trepidazione ha il Signore per noi nel momento in cui non è sicuro del nostra amore verso di Lui? Tantissima come tantissima è la gioia quando il peccatore viene convertito. Va da sè che la Chiesa è il luogo dei peccatori, un luogo in cui vi sono pure i giusti. Per quest' ultimi il Signore non ha trepidazione perchè sa che la Sua presenza è sempre nei loro cuori, fortificati dal Suo costante Spirito, protetti dalla Sua benevolenza. Ma è pur vero che il Signore avverte un "debole" per chi è smarrito lungo la tortuosa strada della nostra vita; per chi ha bisogno di una cura spirituale che purifichi dentro le aridità dell' anima; per chi soffre e non ha fede per il Signore; per chi, addirittura, Lo sfida e riesce a concedergli il perdono, la fiducia, l'amore come premio della Sua misericordia. Questo è il Gesù misericordioso che noi, il più delle volte, nella nostra vita spirituale ci dimentichiamo. Ed è proprio nel momento in cui Gesù da smarriti ci trova nel suo ovile che Egli, pervaso dalla gioia, è felice di trovarci e fare festa assieme ai giusti. Ecco perchè Gesù racconta la parabola ai farisei e agli scribi, che, sotto sotto, mormorano sol perchè Egli se la fa con i pubblicani e peccatori. Con loro mangia, mentre i farisei (laici ebrei) sono contrari a mangiare con i "peccatori" perchè osservanti della legge biblica, soprattutto quella relativa alla purità rituale. Secondo il libro del Levitico, chi viene a contatto con un "peccatore" si contamina e non può partecipare al culto. Perciò chi condivide la mensa con i peccatori pertecipa alla loro condizione di esclusi della comunità santa. Cosa fa di male se mangia con i peccatori? Non è per questo che Egli è venuto in terra? Parallelamente il "peccatore" è la "pecorella smarrita" e non so fino a che punto Gesù era bravo in matematica per capire l' importanza degli zeri. Ovvero noi abbiamo imparato a scuola che uno zero vale zero, cioè se qualcuno conta zero vale zero, cioè niente. Però se mettiamo un UNO davanti ad uno zero od a sei zero, allora il valore cresce proporzionatamente fino all' infinito. Nella nostra parabola odierna delle cento pecorelle, osiamo dire che UNO è maggiore di NOVANTANOVE
Che
matematica è questa? È proprio quella che impariamo da Gesù nell'
odierno brano evangelico. Come è possibile? Analizzando bene il
tutto, noi siamo tanti zeri, l' uno accanto all' altro, per cui Dio
punta gli occhi non sugli zeri ma sul quell' uno, perchè con l' Uno
davanti, ogni zero vale dieci volte dieci. Perciò c'è sicuramente
gioia, felicità e contentezza per ogni zero ritrovato, nessun zero è
di troppo. Il Pastore della nostra parabola domenicale ha promesso ai
suoi "zeri", già in questa vita il "centuplo", che vuole dire cento.
In
conclusione lasciarsi prendere su da quelle braccia e da quel
Pastore, che poi ci porta a casa sulle Sue spalle, è il vero invito
alla salvezza. Perciò zeri di tutto il mondo uniamoci a quell' UNO.
Il Paradiso comincia qui. |
Meditazioni:
«Gesù misericordioso con la pecorella smarrita», di Vincenzo La Gamba -
America Oggi,
New York,
Domenica 12 Settembre 2004 - XXIV.ma Tempo
Ordinario
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