Il Signore ha bisogno di costruttori di pace |
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Vincenzo La Gamba Il Vangelo di Luca é noto per avere una struttura del tutto originale e a partire da questa domenica inizia il cosiddetto "inserto Lucano", dieci capitoli in cui l' Evangelista Luca parla di un lungo viaggio che Gesù compie verso Gerusalemme. É il solo degli Evangelisti che parla di Gesù, incamminatosi in un interminabile viaggio verso la Passione, morte e Sua Risurrezione. C'é qualcosa di più in questo brano evangelico che mi ha fatto riflettere. Perché Luca ha insistito tanto sull'interminabile viaggio verso Gerusalemme? Per farci capire che Gesù era stato rifiutato dai Suoi compaesani? (Lc 4, 16-29); oppure che i Samaritani non l' hanno voluto accogliere come si deve? (Lc 23, 13-23; Lc 19, 41-44). La risposta é, secondo me, molto più emblematica, perché si realizza la fedeltà al Dio-Padre per andare incontro alla morte. Si nota in questo vangelo domenicale che Gesù é "rifiutato" ed "allontanato" da parte di tanti, quelli per i quali donerà la Sua vita. Sono soli pochi coloro i quali lo "seguono" verso Gerusalemme: i Suoi discepoli. Ma era scontato, non é vero? Per la sola ragione che Gesù (nel vangelo della scorsa domenica) aveva detto ai discepoli : " ... bisogna rinnegare se stessi e prendere la croce..." (Lc 9, 23). Ora chiarisce questa Sua affermazione: non gli manca una casa, ma tutti Lo rifiutano e Lui vive nell' insicurezza. La Sua fede é quella che gli permette di guardare "oltre alla morte", con tutti i Suoi doveri di Dio-Figlio. Però Luca aggiunge che Gesù "manda avanti dei messaggeri", come per dire Gesù manda verso Gerusalemme delle persone di Suo affidamento, che preparano il Suo passaggio, anche se talvolta vengono respinti. Se Gerusalemme é la meta finale allora il parallelismo é ben accetto, cioé se Egli ha radunato e chiamato i Suoi fidi discepoli, oggi i Suoi discepoli sono i sacerdoti che lo "seguono", mettendo le loro sensibilità, progetti e prospettive al secondo posto. Prima viene Gesù ed é giusto che sia cosi! Essi sono stati chiamati, di preparare la strada al Cristo Redentore; sono chiamati a testimoniarLo con serenità e credibilità, con affetto, sacrificio e, soprattutto, con solidarietà. Il resto é nelle Sue mani; sarà Dio a passare nel cuore di chi si é messo alla Sua ricerca. Il Signore ha bisogno di gente affidabile e che non fissi troppo sulle sue convinzioni, facendosi una "nicchia" in cui sta bene e tutto si risolve a proprio piacimento, come dire siamo "io e il mio Signore". Invece il Signore ha bisogno di gente viva, brillante, non necessariamente rinchiusa in una religiosità vagamente oscura e tenebrosa, ma disposta ad essere segno di quella gioia interiore che anche e, soprattutto, emerge durante i periodi difficili della vita. Il Signore ha bisogno di gente che non guarda mai indietro, ma avanti aprendo i cuori, prima che Egli stesso passi a seminare la Parola. Il Signore, infine, non ha bisogno di mezzi forti e poderosi per propagandare la fede cristiana, ma di uomini e donne coraggiose, che sono disposti al ruolo di architettare e costruire la pace (non solo la biblica, shalom) per entrare solidamente nella logica del Vangelo.
Molte volte mi sono domandato se basta un solo uomo
(dopo Gesù Cristo ovviamente) a cambiare e determinare il corso della
storia ecclesiastica attraverso l'amore, il perdono e la pace. Una
risposta l'ho trovata in Giovanni Paolo II, un vero discepolo del
Signore, un Vicario di Cristo, che soffre in terra come Lui ha
sofferto sulla Croce, che diventa paladino dei poveri ma soprattutto
Profeta di una Pace. Ad un Profeta di pace, non si consegna una
medaglia presidenziale della libertà da metterla sul petto, perché
Giovanni Paolo II la indossa dentro il petto, dentro il cuore che
parla, semina, costruisce ed agisce con la Parola. La vocazione comune
di noi cristiani é la libertà che Cristo ci ha ottenuto. Ma questo
non comporta un rischio? Effettivamente un rischio ed una sfida come
la vita stessa. Perciò é sempre un delitto sopprimere la libertà, un
assurdo rinunciare ad essa ed un peccato abusarne. |
Meditazioni:
«Il Signore ha bisogno di costruttori di pace», di Vincenzo
La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 27 Giugno 2004 - XIII.ma Tempo
Ordinario
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