Vado e tornerò a voi; |
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di Vincenzo La
Gamba E di morte parla Gesù nell' odierno Vangelo: per sottomettersi alla volontà del Padre perchè "Il Padre è più grande di Lui", non certamente nel contesto trinitario, ma annunciando la Sua morte ai Suoi discepoli vuole sottolineare che la Sua obbedienza suscita la fede in coloro che lo seguono, rendendoli capaci di amare ed amando rendono presente Gesù nelle loro vite.
Per amare Gesù usa la parola della pace, quella di cui
c' è più bisogno in questo mondo in cui esistono ben 49 guerre in
corso, la più famosa della quale è quella in Iraq. "Vi lascio la pace
- vi dò la mia pace", dice Gesù nel Vangelo Giovanneo di oggi. Se
questo messaggio, costantemente ripetuto dalla Chiesa, fosse recepito
veramente dagli uomini di buona volontà , il mondo sarebbe meno
caotico, a dire il minimo; meno crudele, se ci mettiamo in mezzo
l'egoismo umano; meno invivibile, se pensiamo quanto di porcheria c'è
in giro. A volte ho dei dubbi che noi non siamo degni dell' amore di
Dio, noi che invece dovremmo essere la Sua "abitazione"; ancora meno
non capiamo o facciamo finta di non capire il senso della pace che
Gesù ci dona. La vera pace è il simbolo di tutti i beni, soprattutto quelli spirituali che ci ha donato Dio perchè grande è il Suo amore verso il prossimo. E noi cosa facciamo? Sperperiamo questi beni per trasformarli in mali e si sa che i mali portano rovina, pochezza di spirito, aridità di animo. Invece dovremmo fare tesoro di questo dono dello Spirito Santo, che è l' anello di congiunzione tra il cielo e la terra.
Nessuna cosa ci separa dall' amore di Dio. Ci rammenta
Madre Teresa di Calcutta: "Il vero amore è un sentimento che sebbene
provochi dolore e ci faccia soffrire, ci rende felici. Ecco perchè
dobbiamo pregare Dio, perchè gli dobbiamo chiedere sempre di
amare”. Nella Sacra Scrittura odierna l'atto di amore di Gesù rivolto
a noi: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola ed il Padre mio lo
amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non
mi ama, non osserva le mie parole". Infatti, quando Egli parla oggi
di "dimora", Gesù non intende riferirsi ad un tempio, chiesa o
santuario. La "dimora" siamo noi, fratelli e sorelle in Cristo. È’
veramente l' uomo la dimora dove vive ed alberga lo Spirito Santo
nella sua essenza completa. Questa residenza personale, mentre
desacralizza ed abolisce ogni mediazione esterna, "sacralizza" l' uomo
come della presenza di Dio. Perciò l' unica cosa "sacra" in questo
mondo è l' uomo stesso, oggetto dell' amore di Dio, manifestato in
Gesù Cristo, che è Dio "umanizzato" in comunione solidale con l' uomo. |
Meditazioni:
«Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre»,
di Vincenzo
La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 16 Maggio 2004 - Sesta
dopo Pasqua
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