Meditazioni

Vado e tornerò a voi;
se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre

 

 

di Vincenzo La Gamba


"Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che Io vado dal Padre, perchè il Padre è più grande di me.  Ve l'ho detto adesso, prima che avvenga, perchè quando avverrà, voi crediate".  Queste sono le parole finali dell' odierno brano evangelico di Giovanni il cui testo ha il sapore di testamento-eredità di Gesù.  Questo è pure il congedo di Gesù dai Suoi discepoli, che ancora non sanno di che cosa stia parlando il Maestro.
"Vado e tornerò a voi!".  Gesù annuncia quindi la Sua morte,  ma anche la venuta dello Spirito Santo, l' elemento invisibile che altro non è che l' amore tra Dio – Padre e Dio - Figlio.  Chiamiamolo meglio "la memoria delle azioni di Gesù", che Giovanni lo presenta come Colui che ricorda, insegna e rivela il progetto del Padre.  Lo Spirito, a sua volta, insegna e fa ricordare tutte le parole ed i gesti di Gesù. In sostanza lo Spirito Santo è la memoria attualizzata delle azioni di Gesù in tutti i tempi ed i luoghi.  È grazie allo Spirito Santo che noi siamo capaci di distinguere ciò che porta alla vita e costruisce il Regno di Dio, da ciò che è frutto dell' egoismo e porta alla morte.

E di morte parla Gesù nell' odierno Vangelo: per sottomettersi alla volontà del Padre perchè "Il Padre è più grande di Lui", non certamente nel contesto trinitario, ma annunciando la Sua morte ai Suoi discepoli vuole sottolineare che la Sua obbedienza suscita la fede in coloro che lo seguono, rendendoli capaci di amare ed amando rendono presente Gesù nelle loro vite.

Per amare Gesù usa la parola della pace, quella di cui c' è più bisogno in questo mondo in cui esistono ben 49 guerre in corso, la più famosa della quale è quella in Iraq. "Vi lascio la pace - vi dò la mia pace", dice Gesù nel Vangelo Giovanneo di oggi. Se questo messaggio, costantemente ripetuto dalla Chiesa, fosse recepito veramente dagli uomini di buona volontà , il mondo sarebbe meno caotico, a dire il minimo; meno crudele, se ci mettiamo in mezzo l'egoismo umano;  meno invivibile, se pensiamo quanto di porcheria c'è in giro.  A volte ho dei dubbi che noi non siamo degni dell' amore di Dio, noi che invece dovremmo essere la Sua "abitazione"; ancora meno non capiamo o facciamo finta di non capire  il senso della pace che Gesù ci dona.  
Custodire la Sua parola è l'altra sfida a cui siamo chiamati all'inizio di questo terzo millennio, che non è incominciato nel migliore dei modi.  Il mondo della globalizzazione non sa vivere in pace, perchè  esiste l' ingiustizia, il disaccordo politico, la mancanza di armonia tra popoli di razza diversa. Tutto divide prima ancora di unire perchè manca la volontà di costruire la pace con fondazioni solide. Con la pace c'è benessere e non è assolutamente vero il contrario.

La vera pace è il simbolo di tutti i beni,  soprattutto quelli spirituali  che ci ha donato Dio perchè grande è il Suo amore verso il prossimo.  E noi cosa facciamo?  Sperperiamo questi beni per trasformarli in mali e si sa che i mali portano rovina, pochezza di spirito, aridità di animo.  Invece dovremmo fare tesoro di questo dono dello Spirito Santo, che è l' anello di congiunzione tra il cielo e la terra.

Nessuna cosa ci separa dall' amore di Dio. Ci rammenta Madre Teresa di Calcutta: "Il vero amore è un sentimento che sebbene provochi dolore e ci faccia soffrire, ci rende felici.  Ecco perchè dobbiamo pregare Dio, perchè gli dobbiamo chiedere sempre di amare”.  Nella Sacra Scrittura odierna l'atto di amore di Gesù rivolto a noi: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola ed il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole". Infatti, quando Egli parla oggi di "dimora", Gesù non intende riferirsi ad un tempio, chiesa o santuario.  La "dimora" siamo noi, fratelli e sorelle in Cristo.  È’  veramente l' uomo la dimora  dove vive ed alberga lo Spirito Santo nella sua essenza completa. Questa residenza personale, mentre desacralizza ed abolisce ogni mediazione esterna, "sacralizza" l' uomo come della presenza di Dio.  Perciò  l' unica cosa "sacra" in questo mondo è l' uomo stesso, oggetto dell' amore di Dio, manifestato in Gesù Cristo, che è Dio "umanizzato" in comunione solidale con l' uomo.
 

 

Meditazioni: «Vado e tornerò a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 16 Maggio 2004 -  Sesta  dopo Pasqua
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