Il Signore è il mio Pastore: |
||
di Vincenzo La
Gamba Oggi è la giornata in cui si ricordano tutti coloro che hanno intrapreso la vita religiosa, che equivale ad un dono che Dio regala a determinate persone per la crescita e il servizio dei credenti. Purtroppo (e lo dico con tanto sconforto, ma non rassegnazione!) le vocazioni sacerdotali sono sempre più scarse, sebbene i credenti cattolici romani siano in numero sempre più crescente. Perchè il sacerdozio non attrae i giovani? Oggi i giovani non sono portati al sacrificio spirituale, ma sono convinti che il loro futuro appartiene al dio dollaro. Potrebbe essere questa una risposta scontata, ma in verità non lo è. La figura stessa del prete è cambiata negli ultimi quarant'anni. Ancora di più cambierà ad inizio del terzo millennio. Se le vocazioni sono scarse (specie nel Nord America, patria del materialismo e consumismo) si ripiegherà (ma è solo un modo di dire) sul diaconato, cioè gente laica, sposata e con famiglia. A differenza del prete non saranno in grado di esercitare il sacramento della confessione, estrema unzione e consacrazione delle ostie. Gesù è venuto da Buon Pastore per reclutare pastori. Pastore deriva da "pasco", che significa pascolare, pascere, nutrire, e Cristo ci nutre ogni giorno con la Sua carne ed il Suo sangue nel sacramento dell' altare. In questa giornata dedicata ai "pastori" della Chiesa è necessario pregare per la Chiesa. Forse la categoria dei preti è in via di estinzione? È difficile farsi prete? Certamente. In un certo senso è idealizzato da una teologia che lo ha spesso staccato dalla gente comune. In effetti il prete fa una vita solitaria. Oggi il prete è catalogato, confrontato (specie negli Stati Uniti), aggiornato e contestato e si trova a chiedersi spesse volte chi è e che cosa deve fare. A sentire gli altri, il prete avrebbe bisogno di mille occhi, mille orecchie ed ahimè una sola vita eroica e santa. Non lo si vuole prete, ma santo. È sbagliato! Il ruolo del prete è quello di pascolare il gregge, perchè il vero Buon Pastore viene osannato nel Salmo 22, canto stupendo che recita: "Il Signore è il mio Pastore: nulla manca ad ogni mia attesa; in verdissimi prati mi pasce, mi disseta a placide acque...... Bontà e grazia mi sono compagne, quanto dura il mio cammino: io starò nella casa di Dio, lungo tutto il migrare dei giorni". Il prete è un nostro fratello in Cristo, un amico a cui si crede perchè si ha fede in Cristo. Sono mille le cose che un prete fa in nome di Cristo e della chiesa, non certo a livello personale. Il Concilio Vaticano II gli dà una valenza comunitaria: il prete non è più il "gestore del sacro", ma fratello tra i fratelli, tutti responsabili dello stesso Vangelo, dello stesso annuncio, della stessa Passione per Cristo. Il Concilio Vaticano II ricorda che l' incoraggiamento e la promozione delle vocazioni sacerdotali (e delle altre vocazioni consacrate a Dio nella Chiesa) è responsabilità e compito di tutta la comunità ecclesiastica: vescovi, sacerdoti, famiglie ed educatori cristiani (cfr. OT 2).
Il Signore "quando chiama", ha bisogno di uomini e
donne che si dedichino in maniera particolare, cioè "full-time"
all'annuncio del Vangelo radunando le comunità attorno alla mensa
della Parola e dell'Eucarestia.
Gesù è il loro amico fidato, perchè Gesù cerca "matti"
disposti a seguirLo: lavoro assicurato, tanta fatica ma grande è la
gioia e la felicità di sentirsi più vicino a Dio, in cui si crede
senza condizione alcuna perchè solo Lui è capace di "stravolgere" i
cuori di tutti, non solo dei preti.
|
Meditazioni:
«Il Signore è il mio Pastore: nulla manca ad ogni mia attesa», di Vincenzo
La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 2 Maggio 2004 - Quarta
dopo Pasqua
"http://digilander.libero.it/galatrorc/"