Meditazioni

Vegliate e pregate ogni momento…

 

 

di Vincenzo La Gamba


Il ciclo liturgico (Anno B) si è concluso domenica scorsa con il ricordo del Cristo Re. Esso comincia con una meditazione sulla seconda venuta, la cosiddetta "parusia", che segnerà la fine dei tempi (prima domenica) e procede fino alla celebrazione della venuta di Cristo nella carne, cioè la festa di Natale.

Una delle caratteristiche fondamentali dell'Avvento non è quella di ricordare solamente la nascita di Gesú Bambino, ma è quella della manifestazione di Cristo nella Sua missione pubblica.

Ma chi è Colui che viene?

Innanzitutto è un Rampollo, un Germoglio di giustizia. È Nostro Signore Gesù Cristo, venuto al mondo per trarre la giustizia di Dio, cioè la salvezza per mezzo dell'amore (prima lettura dal libro del Profeta Geremia).
Colui che viene è un Cristo glorioso, vincitore della morte e del peccato, che vive nell'eternità ma che si fa presente nel tempo storico (seconda lettura di San Paolo ai Tessalonicesi).

Colui che viene è il Figlio dell'Uomo in "una nube con grande potere e gloria" (come tratto dal Vangelo odierno di Luca).  È una persona, pertanto, che abita nel mondo di Dio e che partecipa del Suo potere e della Sua Gloria. 

Colui che nasce a Natale è il Verbo incarnato nel seno di Maria.

Il brano evangelico odierno ci indica, comunque, due atteggiamenti: "Vegliate e pregate ogni momento, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che deve accadere e di comparire davanti al Figlio dell'Uomo".
La vigilanza è molto opportuna, affinchè, quando giungerà a noi il Verbo nella carne di un Bambino Gesù, sappiamo accettare e vivere il mistero.

La preghiera è ancora più opportuna perché soltanto mediante la preghiera si apre alla mente e al cuore umano il mistero delle azioni di Dio.

Da parte sua, San Paolo segnala ai Tessalonicesi altri due atteggiamenti: crescere e abbondare nell'amore gli uni verso gli altri e nell'amore nei confronti di tutti; comportarsi, cioè,  in un  modo che si sia gradito a Dio.

Quale migliore maniera di prepararsi per l'Avvento, se non mediante la crescita dell'amore?  Per noi il tempo non deve essere una successione di secondi, minuti ed ore; un susseguirsi di giorni, mesi ed anni. Per noi il tempo ha un principio di unità e di armonia in Gesù Cristo, che nel tempo è ieri, oggi e sempre.

Non dà  questo un grande valore alla vita di ogni cristiano?

Vegliare e pregare, come ci esorta il Vangelo di oggi, significa crescere ed abbondare nell'amore di Gesù;  significa mettere in risalto l'aspetto stesso dell'amore: crescere nell'amore di Dio Padre, Figlio e Spirito Santo; nell'amore a Maria e a tutti i Santi. Ma soprattutto significa crescere nell'amore alla propria famiglia, ai parenti, agli amici, agli sconosciuti, ai bisognosi, ai malati, ai sofferenti, ai più poveri dei poveri, così come fece Madre Teresa di Calcutta, l'esempio amorevole più evidente del secolo scorso.

Come si cresce nell'amore? Non certo misurando l'amore con il metro dell'egoismo, della vanità, della superbia, dell'invidia, della gelosia, della calunnia.

Ma si cresce nel fare abbondare in noi quella generosità di amore, che se, anche, non è pieno come in un bicchiere, almeno vi sia nel bicchiere una abbondante dose di esso.

Facciamo una promessa a noi stessi secondo quanto dice Gesù: "La vita può fare paura...  ma voi alzatevi e levate il capo".

Gesù sembra dire a noi: prendete coscienza della fatica e della fragilità della vita  perché vi porta ad alzarvi.
La fede parte da questa presa di coscienza, questa voglia di alzarsi, il bisogno di non abbattersi mai.  Non pensare alla fede, significa non andare tanto lontano, perché rischiamo di non sapere vivere, di non sapere in quale direzione andare. 

Il tempo dell'Avvento è il tempo di alzarci e levare lo sguardo.

Il nostro è ormai diventato uno sguardo piatto, fisso all'orizzonte: cosa farò fra tre mesi, fra un anno? Sempre e solo orizzontale. Come riuscirò a superare quell'ostacolo? Sempre e solo orizzontale.

Invece no. Leviamo lo sguardo, impariamo ad andare dentro, oltre, al di là.

Per questo viene Gesù: per insegnarci ad andare oltre. 

L'Avvento diventa quindi il tempo di veglia e di preghiera, di sforzo nell'alzare lo sguardo, di silenzio per ritrovarsi e ritrovarci.
 

 

Meditazioni: «Vegliate e pregate ogni momento…»,  di Vincenzo La Gamba - America Oggi,  New York, Domenica 30 Novembre  2003 - Prima Di Avvento
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