“Prendete. Questo è il mio
corpo…” |
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di Vincenzo La
Gamba "Prendete. Questo è il mio corpo..… Questo è il sangue, il sangue dell'alleanza, versato per molti". Sono le parole simbolo del Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo che Egli pronunciò la sera del Giovedì Santo, prima della Sua morte, e che il Vangelo secondo Marco ci propone oggi nella celebrazione del Corpo e Sangue di Gesù. Il tema dominante nelle tre letture odierne è appunto il sangue.
Nella prima lettura, tratta dal libro dell'Esodo,
notiamo che il patto con Dio da parte del popolo ebraico è sigillato
sul Monte Sinai, con la mediazione di Mosè, per mezzo del sangue degli
animali. Nel Vangelo di oggi il sigillo del Sangue è nell'istituzione dell'Eucarestia, nuova Pasqua ed alleanza cristiana. Le nostre Eucarestie non dovrebbero mai cessare di essere "Pasquali", cioè segno e stimolo alla liberazione di ogni male. Ma nell'Eucaristia noi troviamo la presenza di Gesù, quella presenza che si realizza attraverso la "memoria" che facciamo di Lui, attraverso il memoriale eucaristico che è soprattutto quella "memoria critica", non intesa come criticità ma come "coscienza della Chiesa" nella società temporale, per mezzo della quale prevalgono in essa i principi di libertà, di amore, di giustizia. Oggi, giorno del Corpo e Sangue di Cristo, è opportuno riflettere e allo stesso modo meditare cosa celebriamo ma soprattutto quale è la nostra partecipazione. Non dobbiamo andare a Messa solo per obbligo, ma solamente perchè la celebrazione Eucaristica è una necessita di vita spirituale e di diretta comunione con Dio e con i fratelli e sorelle in Cristo. È, in parole povere, un impegno di fede e di amore cristiano che dà un profondo significato a tutta la nostra esistenza. Noi non siamo cristiani per andare a Messa, ma andiamo a Messa per celebrare l'Eucarestia, che altro non è che un anello che ci congiunge alla nuova alleanza come discepoli di Cristo ed in tale nostro ruolo partecipiamo al Suo sacrificio. Oggi è anche il giorno della carità, intesa come amore verso il prossimo, come pratica nel dividere l'amore con gli altri nella testimonianza di un messaggio di speranza, attraverso il quale si può raggiungere l'essenza della nostra vita, che non è solamente vivere ma è invece vivere la nostra solidarietà per gli altri. San Paolo, infatti, ci insegna che la vita del cristiano è intesa come un prolungamento dell'Eucarestia, cioè come un sacrificio spirituale offerto a Dio in unione a quello di Cristo. Perciò ci esorta ad offrire noi stessi come "ostia e vittima viva, santa e gradita a Dio, per cui il nostro culto e la nostra religione saranno sempre vissuti in spirito e verità (Rm 12, 1). Oggi quindi è il giorno più propizio per innalzare le nostre preghiere di profonda gratitudine al Sacramento del Corpo e Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo, il quale ci ha lasciato come memoriale del Suo immenso amore, la Pasqua cristiana, rinnovatrice di vita.
È in questo e su questo che dovremmo riflettere
quotidianamente e domenicalmente: lo Spirito nel rinnovamento delle
nostre assemblee Eucaristiche, ci conceda di saperLo
trasfondere soprattutto nella nostra vita. |
Meditazioni:
«“Prendete. Questo è il mio corpo…” è nell’Eucarestia che troviamo la presenza
di Gesú», di Vincenzo
La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 22 giugno 2003 - Corpus Domini
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