Meditazioni |
Cristo è la vite e noi i tralci |
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di Vincenzo La
Gamba "Cristo è la vite e noi i tralci". Si può così riassumere il senso deLl'odierno brano Evangelico di Giovanni, che per antonomasia è l' Evangelista dell'amore per Gesù e da Lui è stato sempre considerato il preferito. Ma c'è un seguito che è un motto per tutti noi: "Chi rimane in me ed io in Lui, fa molto frutto, perchè senza di me non può fare nulla". Nel Vangelo di Giovanni, la vigna è Gesù, mentre la vigna nell’Antico Testamento è Israele. Diciamo pure che Gesù è il ceppo ma anche la vite intera, nella similitudine Giovannea della vita, che nutre e mantiene i tralci, sostanzialmente, siamo tutti noi . Il Vangelo di oggi, che sostiene la necessità di restare uniti a Gesù per fornire frutti abbondanti per Suo Padre, si collega pure alla seconda lettura pure raccontata da Giovanni (1 - 3, 18-24), che ci rammenta di essere uniti a Dio Padre per mezzo dello Spirito Santo. In sostanza se si produrrà molto frutto è perchè osserveremo tutti il comandamento dell' amore: credere in Gesù ed amarci gli uni gli altri. Cosa significa "fare frutto?”. Significa che abbiamo bisogno della linfa della vita che è solamente Gesù Cristo perchè "senza di Lui noi non possiamo fare niente", nel senso più specifico che senza la linfa vitale i tralci si essiccano. A questo punto potremmo anche interrogarci circa il frutto del lavoro apostolico abbinato alla predicazione, l' analisi e la diagnosi della nostra realtà. Un interrogativo che ci tocca da vicino, cioè è necessario "fruttificare" nel campo sociale e religioso tutto quanto è richiesto dal punto di vista dell’evangelizzazione?
Certamente. Tutto deve essere, infatti, fatto in
concerto con la linfa della vita, che è Gesù ed attraverso Gesù
capiremo meglio la nostra fede in Lui e con essa sapremo meglio
pregare ed osservare i sacramenti. Noi dobbiamo solamente collaborare con Lui rendendoGli più facile il compito badando alla nostra "potatura” di beni materiali, assecondati dalla "potatura" del nostro egoismo, arroganza, del lucro e dell' accaparramento e soprattutto della vanità.
Tutto questo lo dovremmo fare a livello comunitario.
Per quanto riguarda la "potatura" a livello personale è necessario
convertire i nostri cuori: se abbiamo legna secca vuol dire che non
siamo in grado di vivere a lungo nello Spirito ed il nostro cuore è
arido, quindi non in grado di essere "convertito" a cuore nuovo. In conclusione "fare frutto" significa, altresì, credere in Gesù Cristo ed ai Suoi insegnamenti e principalmente unire la fede e le opere buone tutte assieme.
Esse veramente ci uniscono in Cristo e si inseriscono
in Lui come il tralcio è sulla vite. Scrive Padre Peter John Cameron,
O.P. in merito a questo: "Quando la vite viene schiacciata dal Padrone
della vigna essa diventa il nuovo vino dell'Eucarestia, quindi il
sangue che scorre dalla vigna direttamente alle vene del Padre". |
Meditazioni:
«Cristo è la vite e noi i tralci», di Vincenzo La Gamba -
America Oggi, New York, Domenica 18 Maggio 2003 - Quinta Domenica
dopo Pasqua