Meditazioni |
«Ecco
la serva del signore, |
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di Carlo
Mellace, diacono
Nell'odierna liturgia siamo confrontati con una
importantissima realtà: "Tutti siamo legati al SI dell'Annunciazione".
Il Suo nome è Gesù. Egli è presentato come Figlio di
Dio e ha chiesto di credere alla Sua parola in forza delle opere che
Egli compiva. E noi abbiamo creduto e crediamo in Lui. In questa
domenica vogliamo definire gli atteggiamenti giusti per poter
ripensare il Suo Natale, con la speranza di viverlo intensamente. Maria conosce le Scritture. Tra la prima lettura ed il Vangelo c'è un salto di mille anni. La prima lettura ci presenta Natan che parla a Davide in nome di Dio e dice: "Io farò a te una casa: il tuo regno sarà stabile per sempre". Israele lesse questa profezia in senso messianico e maturò la certezza che da Davide sarebbe nato il Messia. Maria conosceva questa Scrittura. Infatti bastarono poche riferimenti dell'angelo per farle capire tutto ciò che stava accadendo. Quanti cristiani, oggi, leggono assiduamente le Scritture, lasciandosi formare dalla sapienza che viene da Dio? Quante famiglie hanno l'abitudine di pregare con il Vangelo e sentono come primo dovere l'impegno di guidare i propri figli alla conoscenza delle Sacre Scritture? Maria non è ingenua, non è una sprovveduta, neppure davanti a Dio. Ella chiede all'Angelo: "Come accadrà questo? Io non conosco uomo (Lc1, 34). Questa domanda non nasce dal dubbio, nè dalla volontà di vedere tutto chiaro; nasce soltanto dal desiderio di capire la volontà di Dio per poterla seguire fedelmente. Maria, stupenda anche in questo, è mirabile esempio per tutti noi. Noi siamo spesso pigri nella fede. Lasciamo discorsi incompiuti con Dio. Facciamo un passo avanti e due passi indietro. Tante volte il dubbio appanna la strada delle fede e ci impedisce di sentire la pace nella volontà di Dio o comunque seguiamo la volontà di Dio finché coincide con la nostra. Chiamiamo volontà di Dio, ciò che ci fa comodo. Maria, infine, è consapevole delle sue piccolezze: non per falsa umiltà, ma perchè ella ha la coscienza lucida dell'assoluta incapacità umana dinanzi alla salvezza. Maria sa che solo Dio può dare la gioia: per un dono libero, gratuito, mai meritato da nessuno. L'uomo può soltanto mettersi in condizione di ricevere il dono: ma la salvezza resta sempre un dono. Per questo risponde all' Angelo; "Eccomi! Sono la serva del Signore, avvenga di me quello che hai detto". (Lc 1, 38). Confrontiamo l'atteggiamento di Maria con l'orgoglio di oggi. C'è tanta presunzione, ed autosufficienza! Oggi gli uomini sono arrivati a rinnegare Dio oppure a dichiararlo inutile e superfluo. Maria è come un fiore aperto al sole: sa che senza "luce" non può vivere ed allora implora umilmente la "luce", grata sempre per essere illuminata. Mancano tre giorni ed è Natale: ritroviamo il silenzio, preghiamo con la Scrittura, riconosciamoci mendicanti di una gioia che solo Dio può dare. In questi atteggiamenti il Natale ci sboccerà nel cuore come dono gratuito di Dio. BUON NATALE a TUTTI !... |
Meditazioni: «Ecco la serva del signore, avvenga di me quello che hai detto!» di Carlo Mellace, New York - America Oggi, Domenica 22 dicembre 2002 - Quarta di Avvento