Meditazioni

«Per quanto tu scenda in basso, non sarai più umile del Cristo»
 

di Carlo Mellace, diacono



Nelle parole: "Il Regno dei Cieli é simile ad un re che fece banchetto di nozze per suo figlio", vi é l'invito all'ottimismo. Siamo stati creati per partecipare alla festa nelle intenzioni di Dio, che si offenderà se si pensa il contrario. Quindi il pessimismo é un peccato, sintomo di cecità e di malattia spirituale.


Guardiamo ai Santi. Essi hanno sentito con la fede le prime ore della festa di Dio e si sono lasciati sedurre e condurre da questa certezza. Pensiamo a Papa Giovanni XXIII. Già vecchio, prese la decisione di indire un Concilio Ecumenico e lo fece con serenità, tanto da stupire il mondo intero. Tutti erano preoccupati. Lui no.


 Pensiamo a Bernardette  Soubirous.  Nella continua altalena della sua fragile salute, ella fu capace di esclamare: "Nel mio letto di dolore io sono più felice di una regina sul trono".


Pensiamo a Teresa di Lisieux. Logorata dalla tubercolosi, mentre il suo giovanissimo corpo si preparava all'agonia, disse con semplicità: "Non mi pento di aver creduto all'Amore Misericordioso".


I Santi sono tutti e sempre ottimisti. L'ottimismo, la fiducia, la serenità sono conseguenze della santità vera.


Dio é la festa dell'umanità e solo in Lui possiamo trovare la pace del nostro cuore. Mostriamo allora la fede come una festa. Chi incontra un cristiano dovrebbe incontrare un uomo o una donna segnati dalla speranza e non degli sfiduciati.


Nietzsche scrisse con ironia:
«Cristiani! Non avete proprio l'aria di essere salvati. Siete troppo tristi!»


Gesù continua dicendo: " Coloro che erano stati inviati al banchetto delle nozze non si curarono dell'invito ed andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri presero i servi del re, li insultarono e li uccisero".


Sembra incredibile ciò che Gesù descrive nella parabola. Immediatamente Egli si riferisce all'atteggiamento del popolo di Israele: questo popolo, infatti,era stato preparato da Dio per l'ora del Messia, ma quando questa ora giunse, il popolo non la riconobbe ed addirittura la respinse. Ecco il mistero della libertà, che può essere usata male e diventare peccato. Dio si lascia combattere, si lascia rifiutare, ma chi ci rimette é sempre l'uomo, perché perde il sostegno della sua felicità.  La storia d'Israele ha dimostrato tutto questo ed abbondantemente: il popolo eletto non solo ha rifiutato l'ora di Dio, ma anche ha svalutato la fede in  Dio e ha preferito il vano, l'effimero, l'immediato, l'idolo.


Noi continuiamo a consumare la nostra stoltezza. Eppure la felicità non é lontano da nessuno, perché essa é l'incontro con Dio. Se la felicità é Dio, non é necessario rincorrerlo, ma semplicemente accoglierlo. Per accoglierlo é necessario fare un passo, aprire una porta, tendere la mano, saper riconoscere la propria povertà. Sembrerebbe tanto facile, eppure é proprio ciò che non sappiamo fare.


Gesù continua: "Allora il padrone manda i suoi servi ad invitare tutti: nelle strade, nelle piazze, nei crocicchi".


L' Evangelista Luca aggiunge un particolare: "vengono condotti al banchetto, gli storpi, i ciechi, gli zoppi....".


Questo significa che i semplici, i diseredati della vita, gli umili, spesso capiscono meglio ed accolgono con più fervore la salvezza di Dio.  Lo dimostra ancora una volta la storia dei santi.


Bernardette Soubirous non riuscì a superare l'esame di catechismo per la Prima Comunione.
Il curato d'Ars fu ritenuto impreparato e quindi "bocciato" all' esame di Teologia e, una volta ammesso al sacerdozio, fu mandato nella più piccola parrocchia della Diocesi. Oggi é il Santo Patrono dei Parroci......
San Leopoldo Mandic venne avviato all'apostolato del confessionale, perché non si sapeva cosa fargli  fare.......


Conclusione chiara: l'umiltà aiuta a vedere la verità e quindi apre il cuore a Dio. Tanti problemi di fede sono semplicemente problemi di orgoglio.


Ma - continua la parabola - può verificarsi la possibilità di un "sì" bugiardo.  Cioè si può dire un si con le labbra e poi smentirlo con tutta una serie di comportamenti incoerenti. "Il re entrò per vedere i commensali e, scorto un tale che non indossava l'abito nuziale, gli disse: amico, come hai potuto entrare qui senz'abito nuziale? Ed egli ammutolì".


Credere significa lasciarsi rinnovare dalla carità di Dio: con tutte le conseguenze della carità, come Cristo le ha vissute.


Alla luce di questa parabola, viene almeno il timore che anche a noi possa mancare l'abito nuziale......  


Accostiamoci oggi al banchetto Eucaristico ricordando quanto diceva San Girolamo:
"Per quanto tu scenda in basso, non sarai più umile del Cristo".
 

Meditazioni: «Per quanto tu scenda in basso, non sarai più umile del Cristo» di Carlo Mellace, New York - America Oggi, Domenica 13 Ottobre 2002 - XXVIII Domenica del Tempo ordinario

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