Meditazioni |
"Non
fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ..." |
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di Padre
Carmelo Gagliardi O.F.M. Cap Nella prima Lettura il profeta Ezechiele si scaglia contro il modo di pensare degli israeliti. Molti di essi si consideravano di appartenere alla categoria dei giusti. Basata su questa comoda certezze finivano per comportarsi male. Il profeta parlando nel nome del Signore li disillude. Ricorda loro quanti si ritengono giusti e compiono il male, saranno puniti. Al contrario, quelli che sono vissuti male ma si convertono riceveranno da Dio il perdono e la vita. La seconda Lettura ci dà un esempio di radicale adesione alla volontà di Dio. Quello di Cristo, che per noi ha ubbidito fino alla morte in Croce. Paolo parla dell' unità dei "sentimenti" e degli "Spiriti" che dovrebbero regnare nella comunità di Filippi. Purtroppo, emergevano degli interessi personali che minacciavano la pace di quella Chiesa a lui tanto cara. La ragione principale di tutto questo egli la vedeva nei sentimenti di orgoglio e di egoismo, da cui alcuni si erano lasciati prendere. Da qui la raccomandazione accorata in nome dell'affetto che lo legava a ciascuno di loro, a vincere questo stato di disagio spirituale, che rischiava di rendere infruttuoso il suo lavoro. " Se c'é qualche consolazione in Cristo, se c'é conforto derivante dalla carità, se c'é qualche comunione di spirito, se ci sono sentimenti di amore e di compassione, rendete piena la mia gioia con l' unione dei vostri spiriti, con la stessa carità, con i medesimi sentimenti. Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ciascuno di voi, con tutta umiltà, consideri gli altri superiori a sé stessi, senza cercare il proprio interesse, ma piuttosto quello degli altri". L' Apostolo Paolo per essere più incisivo porta l' esempio di Cristo. " Abbiate in voi gli stessi sentimenti che furono in Cristo Gesù, il quale pur essendo di natura divina, non considerò un tesoro geloso la sua uguaglianza con Dio; ma spogliò sé stesso, assumendo la condizione di servo e diventando simile agli uomini; apparso in forma umana, umiliò sé stesso facendosi ubbidiente fino alla morte e alla morte in croce". Proprio per questo Dio lo ha esaltato facendolo risorgere dalla morte e costituendolo Signore dell' Universo. La pagina del Santo Vangelo ci descrive la reazione di Gesù nei confronti degli Ebrei del suo tempo. Questi in nome della Legge e delle loro tradizioni religiose non vedevano in Lui, il Messia lungamente atteso. La parabola dei due figli vuol descrivere precisamente questo dramma in cui é venuto ad impigliarsi Israele quando ha respinto Cristo Gesù, pensando in tal modo di rendere onore a Dio e di salvaguardare la dignità della Legge. " Che ve ne pare? Un uomo aveva due figli. Rivolgendosi al primo, disse: " Figlio, và oggi a lavorare nella vigna. Ed egli rispose: "Si Signore" . Ma non andò. Rivoltosi al secondo disse la stessa cosa. "Non ne ho voglia", rispose. Ma poi pentitosi, ci andò. Chi dei due ha compiuto la volontà del padre? L' ultimo. E Gesù disse loro : " In verità vi dico: i pubblicani e le prostitute vi passano avanti nel Regno di Dio". La parabola punta direttamente a provocare una presa di coscienza ed anche una decisione. Il doppio interrogativo : quello iniziale "Che ve ne pare?" e sopratutto quello conclusivo "Chi dei due ha compiuto la volontà del Padre?" Saranno così i suoi stessi ascoltatori ad autocondannarsi qualora sapranno distinguere quale dei due ha fatto la volontà del Padre. I due figli stanno a significare due tipi diversi di risposta che gli uomini di tutti i tempi possono dare all' invito di Dio. C'é l' adesione formale, piena di rispetto, del primo, che dice di si e poi elude di fatto l' impegno assuntosi. Poi c'é l' adesione ripensata del secondo figlio che, dopo un iniziale diniego, passa all'azione. Quest' ultimo, pur essendo stato scortese verso il padre, di fatto é quello che ne compie la volontà. Il cardine su cui ruota tutta la religione dell'antico testamento e del giudaismo é fare la volontà di Dio. La Legge ne é l' espressione più chiara e convincente. Ora che Dio si é manifestato in Cristo, non si può dire di sì alla Legge dicendo di no al Cristo. Solo accettando Cristo gli ebrei, come del resto tutti gli uomini, possono ormai compiere la volontà di Dio. |
Meditazioni: "Non fate nulla per spirito di rivalità o per vanagloria, ma ...", di Padre Carmelo Gagliardi - America Oggi, New York, Domenica 29 settembre 2002, XXVI di Tempo ordinario