Meditazioni |
"Gli
ultimi saranno i primi |
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di Vincenzo La
Gamba L' odierno Vangelo si può riassumere così : Dio assume operai in qualsiasi minuto del giorno per giustificare la parte finale : " gli ultimi saranno i primi ed i primi gli ultimi ". Quando in questa parabola evangelica si parla di operai, si riferisce ovviamente alla vigna del "Popolo di Dio". É infatti una delle tante parabole che parla del "Regno dei Cieli" , anche se stranamente paragonabile ad una situazione arbitraria del lavoro. La prima parte riguarda l' ingaggio da parte del padrone di operai, in intervallati periodi della giornata : all' alba, verso le nove, verso mezzogiorno e verso le cinque. C'é chi allegoricamente vede nei quattro spezzoni della giornata ( come San Gregorio Magno ) le diverse epoche che vanno da Adamo a Noé, ad Abramo, a Mosé ed a Cristo. Nella prima parte assistiamo ad un preambolo, necessario per introdurre la scena del pagamento delle ore lavorative fornito da ciascuno dei gruppi di operai. Non sorprende a noi il fatto che il padrone consegna un denaro d'argento agli ultimi arrivati ( verso le cinque ) per finire con i primi (impiegati all' alba)? Perché questo parametro di iniquità usato dal padrone? É proprio questo il punto saliente. Gesù , nella parabola, non "vuole" dare una lezione di iniquità e giustizia sociale. Egli ci fornisce l' idea per comprendere meglio a che cosa può essere paragonabile il Regno dei Cieli. Non importa quando si entra. L' importante che tutti possano entrarvi a qualsiasi ora della giornata. Dio non vuole che si perdi o si resti senza "ingaggio" nel Regno dei Cieli nemmeno uno dei quei "piccoli" per i quali Gesù é venuto in terra per redimerci. Non c'é posto nel Regno dei Cieli per la ricerca del più alto salario, perché ciò che si riceve, lo si riceve non per proprio merito ma per grazia di Dio. Come non rallegrarsi quindi che "gli ultimi saranno i primi ed i primi gli ultimi" nel Regno dei Cieli? L' importante non é " quando " ma " come " entrare" nel Regno dei Cieli ! Come non rallegrarsi se " la carità non é insidiosa, non si vanta, non si gonfia d' orgoglio?". ( 1 Cor., 13, 4 ). Come non rallegrarsi del fatto che Dio é giusto e buono e non é mai mancato di dare a tutti gli operai della Sua vigna quello che aveva loro promesso? Nella parabola odierna, il padrone non ha parlato di salario a coloro che ha ingaggiato in fine di giornata. Ed é su questo punto che dobbiamo soffermarci e riflettere. Essi si sono recati ugualmente nella vigna a lavorare rimettendosi al giudizio ed indubbiamente alla generosità del datore di lavoro. In ciò, gli operai del "Popolo di Dio" sono i modelli dei veri servi di Dio che non avanzano pretese : fondamentalmente non " hanno fatto che il loro dovere " (Luca 17, 19 ). Essi sono I PRIMI e restano tali perché hanno avuto la fortuna di vedersi "ingaggiati" fin dalle prime ore dell' alba. Il padrone ha parlato loro di salario fissandone l ' importo totale. A loro il padrone non ha nulla da rimproverare. Gli ALTRI , quindi Gli ULTIMI, non si trovano comunque penalizzati. Ma é il comportamento dei primi, al momento della paga, che provoca una manifestazione di invidia verso i compagni di lavoro. Brontolano tanto perché Dio, il padrone della vigna, é di natura buona e dice loro : " Non posso fare delle mie cose quello che voglio ? Oppure tu sei invidioso perché sono buono ? ". Quelli che assomigliano a quel tipo di popolo mandato a lavorare nella vigna di Dio, fossero pure i primi recatisi nella vigna, saranno gli ultimi. Il vero servo di Dio é colui che risponde alla "chiamata" di Dio in ogni minuto della giornata perché la benevolenza di Dio nei suoi confronti é il premio più alto che possa ricevere, perché quella gioia e felicità della "chiamata" é la sua vera ricompensa. Avviene della Chiesa come del Cristo. Essa ha una doppia natura: umana e divina. Per restare quella che é , ma anche e sopratutto divenire meglio, la Chiesa deve necessariamente adeguarsi ai tempi, superare cose obsolete, modellare di continuo i suoi modi di vedere, giudicare e agire su quelli di Dio. A volte lasciano a desiderare i comportamenti cristiani ed ecclesiastici. Di recente il Papa ha ammonito chi, facente parte attiva della Chiesa, ha "abusato" di giovani, innocenti vittime di orrendi soprusi. Il Vangelo di Dio non é questo ! Dio predica amore, pace, giustizia e misericordia! É vero. Dio perdona: allo stesso modo, la comunità cristiana deve essere il luogo dove si esercita la misericordia, ma sono intollerabili gli abusi sessuali di prelati sui giovani e sulle donne, forse perché non hanno misericordia di loro stessi. Costoro non si sa se considerarli primi od ultimi. É una nuova categoria, sulla quale Papa Giovanni Paolo II ha espresso dure parole nei loro confronti ! Facciamoli comunque giudicare dal Dio buono e generoso ( come si narra nella parabola odierna ) perché ciò che Egli dà é sempre dono gratuito: ma nella comunità cristiana non c'é posto per la gelosia, l' invidia, gli abusi sessuali o la rivendicazione di qualsiasi privilegio, come se fosse dovuto ai propri meriti. Agli occhi di Dio, rivendicando qualsiasi privilegio, si diventa ultimi perché ci si é esclusi dai primi. Un solo debito: quello dell' amore fraterno. Un solo oggetto di emulazione: condurre una vita degna del Vangelo nel servizio disinteressato di Dio e dei fratelli. " Sia fatta la Tua volontà, come in cielo e così in terra" : nella Tua Chiesa, nelle nostre comunità, da ciascuno di noi, Tuoi servi e Tuoi indomiti seguaci nella fede. |
Meditazioni: "Gli ultimi saranno i primi ed i primi gli ultimi", di Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 22 settembre 2002, XXV di Tempo ordinario