Meditazioni |
"Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio" |
di Vincenzo La
Gamba L' odierno Vangelo di Matteo contiene "l' investitura" dell'Apostolo Pietro. Forse é più facile dire che trattasi di una "nomina": Gesù "nomina" Simone e lo "soprannomina" Pietro. Il gioco di parole, percepibile nella nostra lingua come in aramaico (non in quella inglese) é d'obbligo: Simone é designato come la "Pietra" sulla quale Gesù edificherà la Sua Chiesa. Con questa "nomina" Simone é la "pietra visibile" dell'edificio, la "pietra" sulle cui solide fondazioni poggia la fede che il Padre ha dato all'apostolo. Gesù stesso é la "pietra", al di fuori della quale non c'é altro fondamento (1 Cor 3,11), perché nessuno può sostituirLo: Lui é e resta la "pietra invisibile" su cui poggia tutta la Chiesa. Spiegato così il concetto della "pietra" é d'obbligo ritornare al Vecchio Testamento, secondo cui nel libro di Isaia si parla profeticamente così: "Ecco, io pongo una pietra in Sion, una pietra scelta, angolare, preziosa, saldamente fondata: chi crede in me non vacillerà" (Isaia 28, 16). Il garante della vita della Chiesa é lui, Gesù. Malgrado le sue esitazioni, titubanze, dubbi ed altro, Pietro viene designato come "il governatore" delle fede nel Figlio di Dio, che vive in eterno. Infatti Gesù é più esplicito con Pietro: "A te darò le chiavi del Regno dei Cieli". Questo potere ovviamente é di natura pastorale, nel senso che Gesù ho posto la Sua fiducia in Pietro e da "fiduciario" si aspetta che il tutto verrà esercitato secondo gli insegnamenti. Poi impartisce a Pietro di non far sapere ad "alcuno che Egli é il Messia". Perché questa segretezza? Sicuramente perché Gesù doveva essere capito meglio dai suoi seguaci. A volte capivano come si esprimeva, dato che non erano uomini di elevato grado culturale. Molte volte non sapevano con chi avevano a che fare, nel senso che sì lo seguivano, lo ascoltano, ma nutrivano dubbi. Erano palesi le loro esitazioni. La giustificazione del "non dire al alcuno che Egli era il Messia" é perché Gesù aveva ancora tantissime cose da dire ai Suoi discepoli. Una delle cose più importanti riguardava su come fare accettare ad essi la Sua morte, la Sua Risurrezione ed il ritorno dal Padre. Lo stesso discorso vale ancora per i battezzati che hanno dubbi sul mistero di Cristo, Messia, certo, ma Crocifisso, Risorto e vivente in eterno. Questa tematica s'impone in ogni stagione del tempo, dunque anche nel terzo millennio. É importante, infatti, svolgere una catechesi, atta ad analizzare e scoprire il mistero del Cristo. Alla base di tutto c'é la fede. E su questo punto ci siamo. Pietro disse a Gesù "Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio", ovvero un'affermazione totale di "imperfetta" fede, perché sappiamo che la scienza, la nostra intelligenza, la teologia e gli studi religiosi non possono far scoprire ciò che Dio rileva ai "piccoli". L'essenza della nostra fede é che noi proclamiamo "il Cristo, Figlio di Dio" con il nostro modo di vivere, con i buoni esempi, con i sacramenti, con la liturgia e con la frequente partecipazione all'Eucarestia. É da rilevare inoltre che la fede nel Figlio implica pure la fede in Dio, ovvero conoscere il Figlio é conoscere il Padre secondo l'Evangelista Giovanni (14,7). In realtà, molti dicono di credere in Dio, ma non lo riconoscono come il Padre di Nostro Signore Gesù Cristo, inviato da Lui per compiere la Sua missione di annunciare la buona novella della salvezza a tutte le genti. Gesù ha fatto degli apostoli il centro di una Chiesa di cui Egli é il capo. Ed ha affidato a Simon Pietro le chiavi del Regno dei Cieli, un regno di formazione durante "il tempo intermedio" che va dalla Pasqua del Cristo al Suo ritorno. La Chiesa conoscerà scandali e crisi di ogni genere (specialmente in questo inizio del terzo millennio), ma "le porte degli inferi non prevarranno contro di essa". Pietro ha subito come altri apostoli il martirio per difendere gli insegnamenti del loro Maestro; altri apostoli sono scomparsi. Quello che resta, dopo poco più di duemila anni, é la Chiesa. Infatti le chiavi affidate a Pietro da Gesù Cristo sono riconsegnate ai suoi successori nella continuità del Cristo Risorto. Ovviamente il Papa é al vertice della Chiesa. Ne é la voce ufficiale, voce che muta nei tempi. Voce che si ascolta (a volte con un orecchio solo). Tante cose stanno cambiando. Altre cose sicuramente cambieranno in futuro. Interessante quello che sulla Chiesa scrisse De Clerissac: "Il Papa é la voce sensibile della Chiesa... La voce della Chiesa non può essere un libro, neppure un libro ispirato...... Quando l'uomo é in tenera età, ha voce indistinta; ma quanto più l'organismo si sviluppa e si irrobustisce, tanto più la voce si fa espressiva ed acquista accento personale; tale é la ragione e la storia dell'esercizio progressivo, ma sin dal principio formale e continuo, dell'autorità Papale nella Chiesa". |
Meditazioni: "Tu sei il Cristo, il Figlio di Dio", di Vincenzo La Gamba - America Oggi, New York, Domenica 25 agosto 2002, XXI di Tempo ordinario