Meditazioni

"E' meglio essere cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo"
 

di Carlo Mellace, diacono



Nel brano odierno del Vangelo troviamo Gesù nella Fenicia e precisamente nella provincia di Tiro e Sidone. Siamo tentati a non a riconoscere più Gesù perché nell'odierna lettura ci lascia sconcertati. Chiariamo il tutto.


Lui, così giusto con la Samaritana, così tenero con la Maddalena, così intimo con Marta e Maria per la morte di Lazzaro, così compassionevole con il centurione romano...... Perché rimane indifferente al grido della donna?  "Figlio di Davide, libera mia figlia dal demonio che la tormenta".


Perché non ascolta il consiglio dei discepoli per esaudire la sua richiesta?


Perché la umilia paragonandola nientedimeno che ai cani?


Questo non é certamente il Gesù che conosciamo......


Lo fa, non di meno,  per mettere alla prova la fede di questa donna e per dare ancora una volta una lezione agli Apostoli ed oggi a tutti noi, offrendoci due spunti di riflessione molto significativi: L' importanza della giusta causa e della grande fede.


La donna cananea é un esempio della giusta causa. Ella era una primitiva ed, essendo pagana, non poteva essere motivata dalla conoscenza di Dio come il popolo eletto doveva essere. Ma aveva sentimenti nobili nel suo grande cuore. Non chiedeva la salvezza del mondo intero, ma la salvezza di una sola bimba, sua figlia.


Anche a noi Gesù non chiede sforzi al di sopra delle nostre possibilità. Non ci chiede imprese straordinarie.


C'era un'assistente sociale molto impegnata nel suo lavoro. Un giorno scopre una donna anziana, molto malata, che non riusciva a prendersi cura di sé, né poteva più cucinare.


Non potendo assisterla con regolarità, prende una decisione.  Se la porta in casa sua a vivere con lei fino a quando é morta serenamente e confortata dalle sue cure amorevoli....... Il Buon Dio si compiacerà certamente con questa assistente sociale.


La donna cananea é anche esempio di fede.


La fama di Gesù, Messia potente e guaritore, era arrivata anche nella sua terra. Non perde tempo.  E, nonostante, sia ignorata, scacciata dai discepoli ed umiliata ancora da Gesù, continua con fede con la sua richiesta fino a quando non la ottiene. Anche noi dovremmo coltivare la nostra fede.  Farla crescere sempre di più, specialmente nei momenti più difficili della nostra vita.


Quando ci sentiamo ignorati é una forte fede che ci consente di rendere visibile la nostra presenza.  Quando siamo umiliati é solo una forte fede che ci permette di ristorare la nostra dignità.


Preghiamo oggi Dio Padre Onnipotente perché un giorno ci riveli il Suo volto splendente e glorioso. Tutto dipende da noi. Il grande statista Gandhi diceva: " Dio non é complicato: é semplice. Non occorre difficoltà a raggiungerLo. Ci vuole semplicità".


Lo Spirito Santo ci ispiri pure nel nostro cammino attraverso giuste motivazioni e nobiltà di cuore.  Sant' Ignazio di Antiochia diceva: "É meglio essere cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo"
 

Meditazioni: "E' meglio essere cristiani senza dirlo, che dirlo senza esserlo" di Carlo Mellace, New York - America Oggi, Domenica 18 agosto 2002 - XX Domenica del Tempo ordinario

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