Meditazioni |
"Beati voi quando vi insulteranno" |
di Carlo
Mellace, diacono La Chiesa è Una, Santa, Cattolica, Apostolica e ... perseguitata. Il Vangelo di oggi ci annuncia le persecuzione per la fede e ci invita a non temerla. Già nel discorso della montagna, Gesù aveva parlato della persecuzione ed aveva detto che essere perseguitati è una Beatitudine: "Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia". (Mt.5,11). A prima vista c'è da restare sgomenti davanti a queste parole. Come è possibile una simile beatitudine? Gesù ci dà subito la Sua risposta: "Rallegratevi ed esultate perché grande è la vostra ricompensa nei cieli. Così infatti hanno perseguitato i Profeti prima di voi". (Mt 5,12). Se la persecuzione è l'occasione per esprimere il massimo della fede ed il massimo della carità, allora la persecuzione è una grazia immensa: è la più grande grazia. È davvero l'ultima Beatitudine. Però lo può capire chi ha imparato a vivere per "il Regno dei Cieli". Gesù più volte tornerà sull'argomento della persecuzione. Nel discorso apostolico (da cui è tratto il brano dell'odierno Vangelo) ecco due avvertimenti incredibili: "Vi mando come agnelli in mezzo ai lupi (Mt.10,16) e "Sarete odiati da tutti per il mio nome: ma chi persevererà fino alla fine sarà salvo". (V.22) La persecuzione diventa parte inevitabile dell'esperienza cristiana non perché il cristiano la cerchi o la voglia, ma perché chi ha scelto l'egoismo non vuole il cristiano. Il cristiano si trova così ad essere perseguitato come il suo Maestro: "Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me". (Gv.15,18). Perche? Gesù risponde: "Se foste nel mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia". (V.19 ). La persecuzione è un mistero di iniquità, che ha strappato a Gesù queste parole di accorato lamento: "Mi hanno odiato senza ragione". (V.25). Evidentemente non c'è una valida ragione, ma sicuramente una ragione perversa esiste. La persecuzione nasce dal confronto e dallo scontro tra la vita del credente in Cristo e la vita del credente del mondo: il credente, vivendo il Vangelo, diventa una denuncia della vita ridotta a banalità, istinti, egoismo. Da qui nasce la persecuzione, come tentativo di eliminare una presenza scomoda, che rimprovera. Gesù ci comanda: "Quello che vi dico nelle tenebre ditelo nella luce e quello che ascoltate all'orecchio predicatelo sui tetti". (Mt.10,27). Che cosa dobbiamo dire? "Beati i poveri nel cuore". Pertanto "Non accumulate i tesori che i ladri rubano e la tignuola consuma. Accumulate tesori per il Cielo". Questo messaggio dà incredibilmente fastidio a chi ha puntato tutto sull'avere e sulla ricchezza. Questo messaggio decisamente smonta tante false sicurezze e toglie il velo davanti ai mostri della civiltà del denaro, rivelando il volto meschino di una umanità che ha soffocato la propria anima. Chi ha scelto di adorare il denaro perseguiterà per sempre coloro che rifiutano di incensarlo. Il Vangelo educa il cuore umano e propone un cammino di liberazione interiore per condurre gli uomini al reciproco rispetto, alla fraternità autentica, alla dignità del dominio di sé. Ma chi vuole essere schiavo? Chi rifiuta qualsiasi sacrificio? Chi vuole soltanto sensazioni fuggevoli? Costoro saranno nemici irriducibili della purezza e tenteranno di combatterla in ogni maniera. I cristiani non sempre sono perseguitati a motivo della loro fedeltà al Vangelo. Esiste, infatti, una persecuzione causata dalle prepotenze, fatte in nome del Vangelo, e dalle arroganze, dalle ingiustizie, dalle intolleranze giustificate in nome di un Vangelo tradito; esiste una persecuzione che non rientra nella Beatitudine proclamata da Cristo. Diciamolo apertamente ed umilmente: certe ostilità contro noi cristiani sono nate da un amore deluso, da una speranza infranta dal nostro comportamento. Dio ci liberi da queste persecuzioni, che sono soltanto conseguenza del nostro peccato. |
Carlo Mellace, New York, 23 Giugno 2002 - XII Domenica del Tempo ordinario