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di Rev. Al
Barozzi
Le tre odierne letture affermano che Gesù, vincitore del
peccato e della morte, ci ha preceduti nella dimora eterna,
per darci la serena speranza che dove è Lui, capo e
primogenito, saremo anche noi sue membra, uniti nella stessa
gloria.
La prima lettura, presa dagli Atti degli Apostoli, spiega
che i discepoli hanno consistentemente avuto la
certezza che Gesù era Risorto.
Gesù quindi ascende al cielo. Non è il Suo un
abbandono oppure una lontananza. Dalla destra del Padre
Cristo invia lo Spirito, perchè i fedeli, ricevendoLo in
pienezza, siano fortificati per la testimonianza che devono
rendere al Risorto.
È lo stesso Risorto che accompagna i discepoli nella loro
missione. Essi,
infatti, non devono rimanere inattivi aspettando la venuta
gloriosa di Gesù. Non devono preoccuparsi di quando sarà la fine del
mondo ed il termine della storia. Sicuramente il Maestro
tornerà.
Durante
poi questo tempo di attesa, la testimonianza si manifesta
specialmente nelle opere della fede e della carità, che
esprimono il desiderio di riunirsi al Signore.
La seconda lettura è
quella di San Paolo agli Efesini.
I cristiani aspettano tutti un'eredità, anche i più
poveri ai quali non sia mai avvenuto di ereditare. È il
tesoro di gloria che riceveranno con tutti i Santi e che sarà
donata in Gesù Signore Risorto e Glorioso. Il destino di
Cristo è ormai il nostro destino. Egli è il capo della
Chiesa e non ne siamo il corpo.
Domandiamo per noi quanto San Paolo chiedeva per la sua
comunità uno spirito di sapienza per una più profonda
conoscenza del Dio del Signore, Nostro Gesù Cristo.
Domandiamo di avere gli occhi della mente per comprendere la
nostra speranza.
Fin che non raggiungiamo questo livello, ogni notizia sul
mondo, sulle cose, sulla storia ci serve ben poco. Chi
invece ha capito Gesù, ha acquistato la vera scienza.
Capire però qui significa prendere parte, assaporare,
gustare, vivere. A
questo punto tutto il resto acquista una proporzione nuova e
diversa.
Il Vangelo di San Matteo mette in risalto che la missione
degli Apostoli avviene non a loro nome, ma a nome del Padre,
del Figlio e dello Spirito Santo.
Sono le Tre Persone della SS.ma Trinità, che danno
valore alla predicazione, ai sacramenti ed al mistero.
Immediatamente, poi, la missione esprime il potere di Gesù
Risorto: è Lui che invia e rende efficaci gli atti di
quelli che sono mandati. È Lui che è presente perchè la
Sua opera si estenda al mondo.
L' Ascensione non ci toglie Gesù. Al contrario Lo avvicina
ad ogni tempo ed a ogni spazio, perchè con Lui si
stabilisca il rapporto di salvezza.
Le Sue ultime parole sono motivo di conforto
e di speranza: "Ecco. Io sono con voi tutti i
giorni, sino alla fine del mondo".
Nessun momento più è vuoto e privo della presenza del
Signore.
Da qui l'orazione come colloquio ed esperienza personale di
Cristo. Il vertice di questa presenza e di questa comunione
si trova nell'Eucarestia.
In
essa la relazione con Gesù Asceso al Cielo raggiunge il
momento più perfetto.
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