Meditazioni |
Se
mi amate, osserverete i miei comandamenti... |
di Padre
Carmelo Gagliardi O.F.M. Cap Il tema dello Spirito preannuncia già l'arrivo della Pentecoste che ormai non è molto lontana. La prima lettura racconta come la Chiesa delle origini iniziò la sua diffusione fuori di Gerusalemme, precisamente nella Samaria. In questa regione, che era già stata visitata da Gesù, si recano prima l'Apostolo Filippo, poi Pietro e Giovanni. Molti accolgono con gioia la loro predicazione, vengono battezzati e ricevono il dono dello Spirito Santo. Nella seconda lettura San Pietro esorta i cristiani dispersi nell'Asia Minore a non scoraggiarsi nelle persecuzioni che l'affliggono, imitando l'esempio di Cristo che, pur essendo innocente, ha accettato generosamente la morte per liberarci dai nostri peccati. Questo della "prova" è il "culto" più vero, "l'adorazione" più sincera che il cristiano può offrire a Dio in tante circostanze della propria vita. "Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto, con una retta coscienza, perché nel momento stesso in cui si parla male di voi rimangono svergognati quelli che malignano sulla vostra buona condotta in Cristo. È meglio, infatti, se così vuole Dio, soffrire operando nel bene che facendo del male. Anche Cristo è morto una volta per sempre per i peccati, giusto per gli ingiusti, per ricondurvi a Dio; messo a morte nella carne, ma reso vivo nello Spirito". Questo testo, che spesso viene citato per esprimere il dovere che il credente ha di saper esporre e difendere la sua fede in maniera convinta e convincente, dice molto di più: è con tutta la vita che dobbiamo annunciare la nostra fede nella Risurrezione del Signore. Nonostante che gli uomini l'abbiano ostracizzato e abbiano tentato di chiuderlo per sempre nell'oscurità di un sepolcro. Cristo ha rotolato la pietra che lo chiudeva nella prigione della morte. È proprio partendo da questo certissimo fatto che il cristiano si fa annunciatore di un messaggio di fede e di speranza. Se gli uomini accetteranno di lasciarsi guidare dalla luce della Risurrezione tutto può essere capovolto e trasformato, anche l'ingiustizia, l'iniquità, la violenza, la tortura, perfino la morte. Sul tema dell'amore si apre e si chiude il brano dell'odierno Vangelo: "Se mi amate, osserverete i miei comandamenti..... chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre ed anch' Io lo amerò e mi manifesterò a Lui." Gesù promette una rivelazione sempre più intima di sè a chiunque Lo ama ed ai discepoli promette, altresì, il dono dello Spirito Santo. "Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore perchè rimanga con voi per sempre, lo spirito di verità che il mondo non potrà ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete, perchè Egli dimora presso di voi e sarà in voi". Colpisce in queste parole la contrapposizione con il mondo, che, a differenza con i discepoli, non può ricevere lo Spirito. Perchè questa incapacità a percepire la realtà dello Spirito? Essa deriva dal fatto che il mondo "non lo vede e non lo riconosce". Il verbo "vedere" in Giovanni non è mai riferito ad un "vedere" puramente esteriore. Esso indica piuttosto uno sguardo attento, scrutatore, interessato, che va al di là delle semplici apparenze e sa scorgere in certi fatti storici il segno della presenza di Dio. Orbene, il mondo non ha questo atteggiamento di disponibilità e di apertura agli interventi di Dio. Il mondo è come un cieco, che è naturalmente refrattario alla luce. Come il cieco dovrebbe prima guarire per poter essere illuminato, così il mondo dovrebbe cessare di essere mondo per poter ricevere lo Spirito! È il dramma delle tenebre e della luce che si fanno continua guerra . È il tema dominante di tutto il quarto Vangelo. È interessante la terminologia con cui l'Evangelista Giovanni ci presenta lo Spirito. Esso viene chiamato "Consolatore". Dunque lo Spirito ha il compito di rincuorare e di assicurare i credenti nelle difficoltà a cui andranno incontro. Egli, perciò, continuerà l'opera stessa di Cristo, lui pure "Consolatore". "Io pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore". Fino a questo momento Gesù aveva provveduto personalmente a "custodire" quelli che il Padre gli aveva dato. Adesso che partirà lo Spirito Santo avrà cura del Suo gregge. |
New York, Domenica 5
maggio 2002
Sesta Domenica di Pasqua