Meditazioni

Dalle acque del Giordano

il Segno della Salvezza

di Vincenzo La Gamba



Nella catechesi il Battesimo è uno dei sette sacramenti da cui si riceve la vita divina oltre ad essere assieme alla Comunione e Cresima, il sacramento dell'iniziazione. Nel Vangelo odierno di Matteo assistiamo al Battesimo di Gesù da parte di Giovanni il Battista, il quale ha esitato prima di immergerlo nell'acqua sostenendo che il Messia non commette peccato.


Il vero proposito del Battesimo di Gesù nel fiume Giordano è l'iniziazione del Regno di Dio, cioè il momento in cui Dio ordina al Figlio di procedere alla missione per la quale è venuto in terra. E, fondamentalmente, l'investitura ufficiale di Gesù come liberatore del male, al quale appena uscito dall'acqua si aprirono i cieli e discese su di Lui lo Spirito Santo nella forma di una colomba. Ed una voce dal cielo disse: "Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto". Rispetto a Matteo, Marco, l'altro Evangelista, dice: "Tu sei il mio Figlio prediletto" (invece di questi), una sfumatura che ha invece una profonda differenza.


Nel dire "Questi è mio Figlio" Dio non fa altro che affermare che Suo Figlio venuto in terra appartiene all'umanità invece che al Padre onnipotente. Significa pure che Gesù è Servo che reclama giustizia e rispetto del diritto. In Gesù vi è il Dio liberatore del male, ma è un Gesù che è soprattutto "alleanza del popolo e luce delle nazioni".


Dio Padre ci presenta il Figlio, il quale più che proibire e imporre una legge, riscatta a nuova dignità la nostra persona. Dio concede a noi, rinati dall'acqua e dallo Spirito Santo, di vivere sempre nel suo amore e di essere interiormente rinnovati a sua immagine. Col Battesimo ci purifica dal peccato originale, peccato commesso da Adamo ed Eva. Tutti noi che entriamo in comunione con la persona di Gesù riceviamo il potere di divenire Figli di Dio e di assumere un atteggiamento di veri Figli verso Dio Padre.


E' significativa questa domenica la seconda lettura dagli Atti degli Apostoli, secondo cui Pietro prese la parola e disse: "In verità sto rendendomi conto che Dio non fa preferenze di persone, ma chi lo teme e pratica la giustizia a qualunque popolo appartenga, è a lui accetto". Tradotto in parole concrete significa che condurre al battesimo tutti i popoli, tutte le razze e tutte le persone vuole dire superare ogni nazionalismo, ogni razzismo e ogni classismo. Ma per arrivare a questo battesimo universale occorre agire come Gesù di Nazaret: operare il bene ed adoperarsi per i più piccoli.


Se il Battesimo fosse fonte di salvezza saremmo tutti veri Figli di Dio. Ma è un Sacramento che riceviamo agli inizi della nostra vita, quindi incoscienti ancora delle nefandezze umane che portano al peccato nel momento in cui si raggiunge l'età della ragione. E' questo il periodo più critico. Una crescita fisica a volte è a danno di quella spirituale. Ad una crescita mentale non necessariamente corrisponde una crescita religiosa-cristiana. Con il sale della sapienza, che ci viene dato all'atto del Battesimo, dovremmo da grandi comportarci da saggi e non da ipocriti.  Ma sono le nostre infinite debolezze a perpetuare il peccato, che appunto ci viene tolto all'atto del battesimo e durante il quale dovremmo rinunciare a Satana. In fondo è Satana a non rinunciare a noi peccatori.


Come si può sconfiggere Satana? Con l'esempio delle Sacre Scritture, la lettura del Vangelo e il comportamento da cristiani (senza ipocrisia) che è e deve essere amore verso il prossimo. Con ciò si acquista la salvezza e la vita eterna.

New York, Domenica, 13 gennaio 2002

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