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di Laura
Cioni
Questa antica antifona indicata dalla liturgia come conclusione della
preghiera della sera si addice certo alla richiesta di protezione di
chi cerca il riposo dopo il lavoro della giornata, ma può invitare
anche ad altre riflessioni.
Se,
infatti, la parola “protezione” può immediatamente evocare, riferita a
Maria, la dolcezza materna di uno sguardo e il riparo offerto dal suo
manto, come appare spesso nell’iconografia della Vergine, non si può
dimenticare che praesidium è termine di origine militare, luogo
dunque di difesa e di forza.
Ogni persona combatte la sua lotta, giorno dopo giorno. La Chiesa lo
sa e per questo suggerisce parole che esprimono in modo semplice
pensieri, sentimenti, preoccupazioni che talvolta non si sanno
esplicitare e che tuttavia si sentono pienamente compresi e unificati
in questa o quella preghiera. Nel caso di una formula antica, come
questa, si è facilitati a percepire l’unità con tutti gli uomini che
lungo i secoli e in tutto il mondo hanno vissuto la loro battaglia e
hanno cercato il sostegno della Vergine potente. È come entrare in una
chiesa antica e avvertire che è riempita dalla preghiera dei tanti e
tanti ai quali dobbiamo la vita e la fede.
Forse sono i ripetuti plurali («confugimus», «nostras deprecationes»,
«libera nos semper») a rendere così affettiva questa preghiera. La
coralità, comune all’invocazione con cui si conclude la preghiera più
popolare e più amata, «prega per noi peccatori», è una forma
potentemente espressiva della comunione, in cui l’io è se stesso e
nello stesso tempo con tutti. Nulla forse rende più uniti
dell’invocare personalmente l’aiuto nella prova che è ogni circostanza
della vita quanto il fatto che le parole stesse implicano le prove e
le circostanze di tutti.
La comunione dei santi, come abbiamo più volte letto in questi mesi
nei versi danteschi dell’Inno alla Vergine, nasce dal “caldo”
dell’amore di Dio e Maria ne è il centro. Il suo sguardo, che si posa
su noi dall’alto, ma senza disprezzo delle nostre difficoltà («ne
despicias») incontra il nostro che si rivolge a lei e ci rende, per
quanto è possibile su questa terra, partecipi di quel calore divino da
cui tutti prendiamo vita.
Sub tuum praesidium confugimus
sancta Dei Genitrix.
Nostras deprecationes ne despicias
in necessitatibus
sed a periculis cunctis
libera nos semper, virgo gloriosa
et benedicta.
Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio,
santa Madre di Dio:
non disprezzare le suppliche
di noi che siamo nella prova,
ma liberaci da ogni pericolo,
o Vergine gloriosa e benedetta. |
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