|
di
Mons. Luigi Giussani
Quando ci si
mette insieme, perché lo facciamo?
Per strappare agli amici, e se fosse possibile a tutto il mondo, il nulla in
cui ogni uomo si trova. Il nostro è un rapporto “vocazionale”.
Il rapporto vocazionale è addirittura questo: che incontrando noi - e può
essere perfino la madre, anzi, innanzitutto la madre -, una donna o un uomo,
un coetaneo o uno più piccolo, uno si senta come afferrato nel profondo,
riscosso dalla sua apparente nullità, debolezza, cattiveria o confusione, e
si senta come d’improvviso invitato alle nozze di un principe.
La Madonna è come l’invito del principe.
E quanto più uno accetta di riconoscere in se stesso questo affondo, tanto
più scopre questo livello di sentire il proprio cuore e la propria carne, e
più in là il proprio pensiero come cuore, come carne, come anima di tutto il
popolo nel quale l’individuo si impiglia, dolente e confuso, ma mai così
dimentico di sé o così incapace da smarrirsi e da dimenticarsi totalmente:
e nei momenti peggiori - quando l’io sembra diventare certo della sua
impotenza e del suo nulla - è proprio lì invece dove il sangue in cui nasce
il popolo, fino alla violenza, veicola la propria esigenza di desiderio, di
libertà e di felicità.
«E tu bambino sarai chiamato profeta dell’Altissimo»: questo profeta
dell’Altissimo non è più lasciato in pace da quella passione per la vita per
cui un uomo è costretto a nascere, a guardare, a sentire, ad avere fame e
sete.
Il lavoro è il tempo che diventa cose, impegno e diuturna fatica, perché è
andare davanti al Signore «a preparargli le strade», le strade della terra
nuova per un popolo che sia veramente popolo.
Come tutti questi balzi d’animo diventano celebrazione indomita di una
novità di vita, che è un nascere nuovi?
C’è una figura nei turni di alterna vicenda, in cui l’aridità del singolo
uomo si sente soffocato, ma non cancellato neanche da una disparità
lavorativa.
La figura della Madonna è il veicolo della novità, per cui l’antico non osa
più dire: «Abbasso tutto!».
Questo invito deve essere ricordato ogni mattina, questa deve essere la
prima figura, domani mattina, di ogni tentativo, di ogni sicurezza
rielaborata, rivissuta, come la ricostruzione di un popolo: la Madonna
dobbiamo immaginarla percorsa da quella passione dell’umano che una
ricostruzione santifica.
«Andrai innanzi al Signore a preparargli le strade».
E così la vita umana non è più il vuoto di qualcosa per cui le proprie
membra tentano, offrendo inspiegabili ragioni.
Il pensiero della Madonna e l’affetto umano in cui è veicolato e
intensificato ci renda ogni giorno capaci di incantevole carità.
|
|