Galatro:
Don Agostino
Giovinazzo

Oggi i funerali del parroco che si è spento sabato scorso.

Galatro in lutto per la morte di don Agostino Giovinazzo

di Michele Scozzarra



GALATRO - Sabato 18 maggio, stroncato prematuramente da un male incurabile, è morto in un Ospedale di Verona, don Agostino Giovinazzo, Parroco di Galatro sin dall’ottobre del 1974.


Un lungo rintocco di campane, nella mattinata, ha annunciato ai galatresi che le loro preghiere non erano state esaudite, il Signore aveva chiamato a sé don Agostino.


Chi scrive, in questo momento, fatica non poco, tra emozione e dispiacere, ad andare avanti nello scrivere, per il timore di non riuscire a comunicare le cose che vorrebbe, di non essere all’altezza di tessere il vestito più bello: non l’elogio funebre all’amico sacerdote scomparso repentinamente, non la cronaca del dolore di una intera comunità, ma la grande  riconoscenza  ed il profondo affetto verso l’amico perduto.


In un momento come questo, conoscendo bene don Agostino, il silenzio sarebbe stata la sola scelta naturale,  per il suo sacro pudore a comunicare i sentimenti più intimi, teneri e dolorosi, ed anche se, ai nostri occhi, la sua morte può apparire prematura ed ingiusta, questo dolore ha reso evidente il  legame profondo, vissuto dai galatresi con il loro Parroco, quando ancora era in mezzo a loro.


Don Agostino Giovinazzo, originario di Cittanova, era stato ordinato sacerdote l’8 dicembre del 1971 da Mons. De Chiara, vescovo di Mileto, ed era arrivato a Galatro nell’ottobre del 1974, a sostituire il compianto don Rocco Distilo. Oltre ad essere il Parroco di Galatro, da molti anni era docente all’Istituto Superiore di Teologia di Palmi, nonché collaboratore della Cancelleria Vescovile della Diocesi di Oppido-Palmi, dove tutti lo ricordano per le sue grandi doti intellettuali ed umane.


Nel giorno del suo venticinquesimo anniversario di sacerdozio, durante la cerimonia in suo onore, aveva espresso, con semplicità ed umiltà,  il profondo attaccamento al popolo di Galatro che gli era stato affidato, e oggi  quelle parole   rappresentano il suo testamento spirituale: “Un pensiero a Mons. De Chiara che mi ha elevato alla dignità sacerdotale... una cara persona che per me ha avuto atteggiamenti paterni...  la domanda più ricorrente di questi giorni è: sono stato all’altezza del compito affidatomi? Ho fatto quanto era in mio dovere fare? Potevo fare meglio e invece non l’ho fatto? Spero che i miei superiori ed il popolo di Galatro, dove ho vissuto la maggior parte dei miei anni, siano benevoli nel giudizio... Ognuno di noi avrà motivo, dentro di sé, per dire grazie a Dio ed io ho un motivo in più per dire grazie anche a voi tutti che questa sera mi onorate in tal modo: Vi dico di tutto cuore grazie e vi chiedo perdono dei miei errori. Pregate il Signore per me”.


Certamente, in vita don Agostino non avrebbe amato sentir parlare tanto di sé e, come al solito, mi avrebbe detto: “Lascia perdere...”. Ma, sono sicuro che, in questo momento, non gli spiacerà, perché questo servirà a far riconoscere come buono e vero, ciò che Dio chiede a ciascuno, anche quando si tratta del sacrificio di sé.


La salma di don Agostino è giunta a Galatro, da Verona, nel pomeriggio di ieri, dove è stata accolta da tutta la cittadinanza alla Villa Comunale, ed in corteo è stata trasportata alla Chiesa Maria SS. della Montagna. Per tutta la notte i cittadini hanno voluto ricordare il loro Parroco con una veglia di preghiera.


I funerali si svolgeranno oggi alle ore 16,00 nella Chiesa di San Nicola, dove la salma sarà trasferita in mattinata, per poi proseguire per Cittanova dove sarà tumulata nella cappella di famiglia.


L’Amministrazione Comunale, interprete dei sentimenti del popolo di Galatro, ha proclamato per oggi una giornata di lutto cittadino.

Michele Scozzarra, Il Quotidiano, Mercoledì 22 maggio 2002
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