Galatro:
Don Agostino
Giovinazzo

Sul feretro di Don Agostino Giovinazzo
 

di Papa Giovanni
Sindaco di Galatro



L'anno 2002 da pochi mesi iniziato, porta via con se la vita di Don Agostino Giovinazzo, nostro caro e amato Parroco e inserisce la storia dei 28 anni del suo ministero sacerdotale nella storia della cara nostra Galatro.


L'odierna funzione religiosa in questa Chiesa che fu la sua Chiesa per quasi tre decenni richiama alla memoria altre giornate qui solennizzate, Lui presente.


Davanti alla morte, che segna il distacco dell'anima dal corpo, sarebbe forse per noi meglio in silenzio meditarne il mistero. Ma spesso non possiamo fare a meno di versare sulla bara di chi ci è stato vicino una lacrima ed affermare i sentimenti.


Ogni uomo che chiude gli occhi al tempo e allo spazio, specie se si è legati a lui da vincoli di sangue o di amicizia, provoca in noi sentimenti di tristezza e di dolore che incidono profondamente nelle intime fibre del nostro animo.


Ma se a ciò si aggiunge che la fine di quest'uomo é quella di un Sacerdote Cattolico, di un uomo che nella sua vita, per scelta, per missione, per chiamata, non é appartenuto a sé ma agli altri, che per sua famiglia elesse il popolo di Dio, cui egli appartenne durante la sua vita terrena, allora quest'uomo, scelto tra gli uomini e per gli uomini, anche e principalmente alla fine della sua vita, è oggetto di rispettoso ossequio e del mesto cordoglio di molti e spesso anche di chi dalla Chiesa é vissuto lontano.


Se la presenza di tanta gente a questo mesto rito, come pure la presenza unanime del popolo di Galatro, ne é chiara testimonianza e suffraga ancora una volta la validità e la grandezza del Sacerdote e per il presente, e per il futuro e finché il sole risplenderà sulla fragilità della terra.


Caro Don Agostino, in quest'ora triste mi tornano alla mente le nostre conversazioni telefoniche. Ogni volta coglievo il Vostro affetto per la nostra Galatro e per la sua gente, la Vostra gente.
Nei tanti incontri  telefonici avevate espresso l'ardente desiderio di voler tornare per rivederci tutti, per abbracciare ognuno di noi, per ringraziare ogni parrocchiano, per riassaporare la dolcezza della nostra cara Valle. Tra me gioivo. Vi incoraggiavo. Vi aspettavo e Vi aspettavamo. Poi, invece, tutto é diventato un sogno!


Miei cari concittadini, dovrei percorrere gli anni di Parroco di Don Agostino passati a Galatro. Più che le mie parole, resti il ricordo nel cuore di ognuno di noi. La morte e il tempo darà l'esatta misura della mole e della grandezza dell'opera svolta da Don Agostino in Parrocchia.
Gli ultimi mesi di vita di Don Agostino, per disegni divini, a cui l'uomo non può sottrarsi, sono stati un calvario, la sofferenza l'ultimo altare per l'elevazione del Sacrificio quotidiano, conforto per la vita di un Prete.


Caro nostro Parroco, avete seguito il Divin Maestro nel dolore, nella sofferenza, nel silenzio, nella rassegnazione cristiana, nell'obbedienza, nella preghiera: avete fatto la Sua volontà.


In quest'ultimo periodo della Vostra vita avevate servito Cristo sulla via del Golgota, vicino a quella Croce che, per libera scelta, avevate abbracciato sin dalla Vostra fanciullezza.


Per l'ultima volta, dal cielo, alzate la mano per benedire e perdonare la Vostra gente che tanto avete amato e servito con umiltà e tanta discrezione.


La Vostra terra natale vi aspetta per accogliervi e sarà l'ultimo asilo, dove troverete i Vostri cari genitori.


Noi verremo a deporre sulla Vostra tomba i fiori della nostra riconoscenza.


Dal cielo non abbandonateci, non stancatevi di pregare per ognuno di noi, ne abbiamo bisogno.
 

in occasione del funerale di don Agostino
Galatro, Mercoledì 22 maggio 2002
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