Galatro:
Don Agostino
Giovinazzo

SCUOLA MEDIA STATALE DI GALATRO

Saluto a Don Agostino che ci lascia
 

di Cannatà Caterina
insegnante della Scuola Media di Galatro



Siamo qui riuniti per ricordare il nostro fratello.............


Questo era l'Incipit con cui Don Agostino usava salutare i nostri fratelli che ci lasciavano.


Ora questo ingrato compito spetta a noi, non è facile credetemi, per tanti motivi......, perché l'emozione e il dolore ti stringono la gola......., perché ricordare una persona cara crea sempre disagio...., vorresti dire tante cose e non sai da dove incominciare. Ricordare Don Agostino, ma .... ricordarlo come...., in quale veste. Don Agostino Parroco? Don Agostino professore e collega?


L'abbiamo avuto nella nostra scuola per tanti anni e lo abbiamo visto educare i ragazzi al culto dei sani e veri valori della vita. Egli amava oltremodo i suoi ragazzi, di un amore che non aveva confini e non risparmiava il proprio aiuto, specialmente quando gli sguardi curiosi erano lontani.


Tace ormai per sempre la sua voce, stroncata da un male inesorabile. La scuola abbruna la sua bandiera in segno di lutto per il religioso che ha onorato il ministero sacerdotale, per il docente che ha trasferito nel suo quotidiano lavoro l'amore per i giovani.


Don Agostino era schivo e riservato, sembrava conoscere poco la gente del paese, spesso sembrava assente, estraneo, ma in realtà era un osservatore attento, riusciva a cogliere quello che ognuno di noi ha dentro e a valorizzarlo al momento opportuno. Sapeva trovare sempre le parole giuste in ogni circostanza, parole toccanti, parole di conforto che riuscivano a risollevarti e a darti la forza per ricominciare.


Nei suoi discorsi era particolarmente attento e toccante quando moriva un padre o una madre di famiglia, il pensiero dei figli rimasti orfani lo faceva soffrire e cercava le parole adatte per consolarli.


Adesso anche noi siamo rimasti orfani, abbiamo perso la nostra guida spirituale, il capo della nostra comunità parrocchiale e invano aspettiamo la sua voce che ci consoli.


Non è facile rassegnarsi all'idea che lui non sarà più materialmente in mezzo a noi ma, certamente, le parole che per quasi 30 anni ha detto da questo Altare, gli insegnamenti del Vangelo che ha predicato, devono aiutarci a superare il naturale momento di sconforto e li dolore per il distacco terreno.


La morte è sempre una cosa triste, il distacco è sempre doloroso, ma morire la vigilia della Pentecoste per un Cristiano può assumere un significato particolare.


I discepoli di Gesù erano sconfortati e demoralizzati perché Lui non era più in mezzo a loro, ma la discesa dello Spirito Santo li fortifica e trovano il coraggio di continuare l'opera di Gesù al servizio di Dio.


Così noi non dobbiamo lasciarci abbattere dallo sconforto, ma continuare a lavorare per il bene dei ragazzi, per il bene della comunità tutta, pensando che questo lo renderà felice.
 

in occasione del funerale di don Agostino
Galatro, Mercoledì 22 maggio 2002
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