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di Umberto Di Stilo
GALATRO
- Giovedì e Venerdì prossimi, il vescovo della diocesi
di Oppido-Palmi, mons. Luciano Bux, celebrerà nella
chiesa parrocchiale di Galatro i sacri riti della Settimana
santa. Giovedì pomeriggio la "missa in coena Domini",
che è il momento più importante di tutta la settimana di
Pasqua, ed il giorno successivo la messa (con il conclusivo
bacio della croce) che precede la processione della Via
Crucis per le vie del paese.
Quello che stanno per vivere i galatresi è un evento senza
precedenti che, come tale, resterà scritto negli annali
della storia locale. Non è mai successo, infatti, che un
vescovo anziché celebrare nella sua chiesa cattedrale due
importanti momenti della "Passione di Cristo" sia
andato a ricordarli in un paese periferico della sua
diocesi. Non è successo neppure quando, nei secoli passati,
metà di questo centro abitato era "feudo" del
vescovo di Mileto che, oltre ad annoverare tra i suoi
titoli nobiliari anche quello di "baro
Galatri" e ad essere legatissimo alla vita
spirituale dei suoi numerosi "vassalli", proprio a
Galatro si recava assai spesso, tanto che, fino ai primi
decenni del 1700, in pieno centro abitato, il vescovo era
proprietario di un 'palazzo'.
Certo, la comunità galatrese avrebbe preferito conoscere e
stringersi attorno al suo vescovo in circostanze più liete
ma il gesto di umiltà di mons. Bux ha commosso tutti i
cittadini perché egli viene a sostituire il parroco, Don
Agostino Giovinazzo, da alcuni mesi ammalato. Anche per
questo l'intera comunità civile, oltre a quella
parrocchiale, ha unanimemente apprezzato il gesto di grande
disponibilità e di profonda sensibilità umana del vescovo
Bux. Lo stesso, in questi ultimi 50 giorni di forzata
assenza del parroco, ha provveduto ad assicurare
l'assistenza spirituale ai fedeli galatresi disponendo che
per la celebrazione della messa e per le altre importanti
funzioni liturgiche e pastorali fosse presente in parrocchia
un sacerdote. Il rito della via crucis, nel tardo pomeriggio
di venerdì parte dalla
chiesa parrocchiale San Nicola e si concluderà in quella
della Montagna.
Le
varie stazioni, come sempre, sono dislocate lungo il
percorso che interessa tutto il paese: prima le strade del
rione Magenta e poi, al di là del Metramo, quelle del rione
Montebello. Sono proprio le tortuose viuzze di questo rione,
tutte in salita, a rendere più verosimile il cammino della
croce a quello che, venti secoli addietro, ebbe per
protagonista Gesù di Nazaret. Così procedendo si giunge al
Calvario
che sorge sulla bianca collina che sovrasta il paese;
collina assai simile a quella del Golgota. Sulla cima della
collina tre croci, fissate dalla pietà cristiana ad eterno
ricordo del sacrificio del Cristo, si innalzano al cielo
ormai imbrunito per l’approssimarsi della notte.
E' la prima volta che i riti della settimana santa sono
celebrati dal vescovo della diocesi, ma è anche la prima
volta che la comunità galatrese (che nei secoli scorsi ebbe
a contare la contemporanea presenza di 22 sacerdoti e
numerosi frati) proprio nei giorni della Settimana
santa non disponga di un parroco per le proprie esigenze
spirituali. Anche per questo tutti i fedeli fanno voti che
Don Agostino possa tornare presto tra loro.
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