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di
Umberto di Stilo,
GALATRO - 651 SI contro 594 NO. Questo il risultato della consultazione
popolare indetta dal comune per “sondare” il parere dei cittadini sul
proposto cambiamento del toponimo del paese dal secolare Galatro al moderno
“Galatro terme”, come nel 1994 è stato proposto al sindaco “pro tempore” da
un gruppo di sei cicloamatori galatresi che con tale semplice operazione
intendevano sfruttare un sostanziale quanto massiccio (e gratuito) veicolo
pubblicitario per la locale struttura termale (allora gestita dal Comune).
Le operazioni
di scrutinio, presenti il sindaco Papa, alcuni assessori, il tecnico
comunale, una sparuta rappresentanza di cittadini e presiedute dal
segretario comunale dott. Cosentino, hanno avuto luogo nella mattinata di
sabato 30 novembre u.s. nell’aula consiliare di "Palazzo San Nicola" ed
hanno anche fatto registrare la presenza di 37 schede nulle e di 16 bianche.
Hanno votato,
pertanto, 1298 elettori poco meno di quelli che abitualmente si recano ai
seggi in occasione della consultazione elettorale amministrativa che, non
solo a Galatro, è da sempre l’elezione che fa registrare il maggior numero
di votanti. 1298 votanti per una semplice consultazione popolare,
sembrano troppi e, sinceramente, lasciano adito a dubbi di ogni genere.
Anche perché - contrariamente a quanto affermato nel volantino che
accompagnava la scheda di voto ed a quanto asserito dall'amministrazione
comunale nel manifesto di "convocazione elettorale" - non in tutte le
famiglie gli impiegati del comune sono "ritornati" a ritirare le schede
votate.
Perché tutto questo? E poi:
dove è stato registrato il voto dei singoli elettori? Come può essere sempre
accertato (e controllato) chi ha effettivamente votato?
Al di là dei
legittimi dubbi che possono essere avanzati e che adombrano la validità
democratica della consultazione, comunque, da una prima sommaria “analisi
del voto” balza evidente che la cittadinanza è spaccata a metà. Non
c’è, infatti, la maggioranza assoluta dei cittadini che si è espressa in
favore della nuova denominazione del paese. Ed anche se in democrazia basta
un solo voto in più per avere la maggioranza e cantare vittoria, nel caso
dei 57 voti di scarto con cui si è affermato il “SI” non dovrebbe indurre i
propugnatori della nuova denominazione a parlare di trionfalismi.
Dovrebbero, invece, meditare.
Adesso,
comunque, spetta all’amministrazione comunale interpretare la volontà dei
cittadini ed operare di conseguenza stabilendo se è il caso di avviare
l’iter burocratico-amministrativo necessario per arrivare alla modifica
della denominazione del paese, (e, per conseguenza, operare una forzatura
che potrebbe determinare una ulteriore divisione ideologica tra i galatresi,
oppure se non sia il caso di soprassedere. Almeno fino a quando il paese non
si sarà adeguatamente attrezzato di strutture ricettive e ricreative
indispensabili per assicurare ai termalisti ore di svago; non avrà
progettato e messo a disposizione dei turisti tutti quegli itinerari
culturali che mirano alla conoscenza ed alla valorizzazione dei beni
artistici, culturali e storici del territorio comunale; non saranno
incentivate le piccole attività commerciali ed artigianali necessarie per
far migliorare l'economia galatrese e per cercare di convincere il turista
che oltre alla bontà dell'acqua termale Galatro può offrirgli molto altro.
Bisogna stimolare ed
incentivare, insomma, tutte quelle attività indotte che possano concorrere a
migliorare la situazione socio economica
di tutta una
comunità e non soltanto quella di pochi privilegiati.
Allora, e
solo allora, l'Amministrazione comunale potrà concretamente pensare alla
modifica della secolare denominazione del paese. Ma, intanto, molta acqua
sarà passata sotto i nostri ponti e il problema potrà essere studiato e
valutato con maggiore serenità. Da parte di tutti. Nessuno escluso.
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