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di Giorgio
Gaber,
Devo confessare che l’impeto di don Giussani, questo suo attingere a ottant’anni
a una speranza così semplice e cristallina - la Madonna “fontana vivace” di
speranza - mi lascia sconcertato e purtroppo estraneo. Questa sua fede, che
anche a me, come a tutti in questo paese di radice cattolica, è stata insegnata,
a sessantadue anni fatico a comprenderla.
La speranza per me è nella forza della vita, nella vita che ti dà questa spinta
a fare, a costruire, ad andare avanti ogni mattina. Si sviluppa da sola, senza
che nessuno ti abbia detto nulla, ce l’hai misteriosamente dentro. Ecco, in
questo siamo Mistero, mistero persino a noi stessi.
Ma forse per me ormai è caduto il velo di Maya e questa spinta, questa speranza
oggi fatico a trovarla.
Mi spiace per don Giussani, a cui faccio i miei auguri più affettuosi, ma oggi
le mie parole arrivano solo fin qui.
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