GALATRO, SOS per il cinquecentesco trittico marmoreo |
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di
Umberto Di Stilo Molto probabilmente la sconnessione (visibile ad occhio nudo) è da attribuire ad una serie di leggeri assestamenti che, nel corso dei decenni, hanno interessato l’altare che - è il caso di ricordarlo - è stato completamente smontato e poi rimontato nel corso dei lavori di restauro che nel 1913 - su motivata richiesta del prof. Francesco Lamari, sindaco del tempo - sono stati disposti e diretti dalla Soprintendenza di Napoli. Come se ciò non bastasse il marmo nero con il quale sono rivestite le tre nicchie (e che è stato installato nel corso dei summenzionati lavori di restauro) si è quasi completamente disgregato. Specie nella parte bassa delle nicchie. Diversi anni addietro si disse che a provocare quei gravissimi danni era stato l’umido della zona. Sono state eseguite apposite opere di isolamento e di impermeabilizzazione, ma i risultati non sono stati soddisfacenti se, ancora oggi, il marmo continua a sbriciolarsi. Nei primi anni novanta, nel corso di alcuni lavori eseguiti all’interno del tempio, il sig. Carmelo Longo, giovane decoratore del luogo, ha provveduto a trattare il marmo “ammalato” con un preparato speciale che ha fatto scomparire le macchie bianche di muffa che qua e là “sporcavano” le pareti delle nicchie. Adesso a distanza di poco più di un decennio, il fenomeno comincia a ricomparire. Con la conseguenza che quel marmo nero che nel 1913 l’architetto Augusto Magliano, direttore dei lavori di restauro, fece appositamente arrivare da un laboratorio di Firenze, rischia di sgretolarsi ulteriormente e, anche visivamente, deturpare la bellezza e maestosità dell’opera che, attribuita inizialmente ad Antonello Gagini, negli ultimi anni sta suscitando notevole interesse tra gli studiosi della nostra storia dell’arte.
Nei giorni scorsi della
sconnessione che interessa la base della guglia destra dell’altare è stato
informato il Sindaco e l’ing. Paolo Martino, responsabile dell’Ufficio Beni
culturali ecclesiastici della Curia Vescovile di Oppido. Adesso è necessario
che l’amministrazione comunale e la Curia Vescovile, insieme, si attivino
perchè la cinquecentesca opera d’arte venga sottoposta ad accurati lavori di
restauro conservativo non solo per restituire l’intero trittico alla sua
originaria bellezza ma anche per assicurare la sua completa “conservazione”
per i secoli a venire.
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Galatro
Arte: «GALATRO, SOS per il cinquecentesco trittico
marmoreo. Si e’ staccata una guglia dell’attico», di Umberto Di Stilo,
Galatro, 9 maggio 2004 |