Ancora sul voto a Strasburgo su Buttiglione Europa, giudizi e pregiudizi
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Angelo Panebianco Esiste ormai in Europa un diffuso pregiudizio anticristiano? Certamente sì. È il voto contrario a Rocco Buttiglione da parte del Parlamento europeo una dimostrazione paradigmatica di quel pregiudizio? Non necessariamente. Il pregiudizio anticristiano è il portato della secolarizzazione ormai largamente compiuta dell' Europa. Nello spazio pubblico dell' Europa secolarizzata, i cristiani possono essere tollerati solo se «accomodanti» nei confronti delle dominanti ideologie. Come ha scritto Ernesto Galli della Loggia, anch' essi sono tenuti ad inchinarsi davanti ai dogmi del politicamente corretto. La scristianizzazione dell' Europa è un fatto. La testimoniano, in giro per l' Europa, i dati sulla frequenza alle funzioni e le inchieste sulle credenze e gli atteggiamenti morali. La prova definitiva del radicamento di un maggioritario pregiudizio anticristiano è stata data dal rifiuto di inserire un riferimento alle radici cristiane nel preambolo identitario del trattato costituzionale europeo. A parte le Chiese cristiane, quasi nessuno protestò. Ma lo «scandalo» per quel mancato inserimento avrebbe dovuto essere senz' altro maggiore di quello che ha suscitato l' infortunio in cui è incorso Buttiglione. Perché in nome dei suoi (nuovi) pregiudizi l' Europa arrivò al punto di cancellare una storia bimillenaria e di fingersi nata ieri (con l' illuminismo e la rivoluzione francesi). Senza comprendere che rinnegare la propria storia significa negarsi anche una credibile identità. La laicità delle istituzioni europee non sarebbe stata compromessa da quel riferimento ma sarebbe stata rispettata la verità storica. Senza la quale non ci può mai essere alcuna seria pretesa di identità. Il caso Buttiglione, però, presenta alcune particolarità che non autorizzano a leggerlo nella stessa chiave, o almeno non del tutto. Si trattava, in primo luogo, di un voto di gradimento sulla persona. Tutte le assemblee , quando votano sulle persone, tendono a non rispettare il principio liberale della distinzione fra credenze personali e comportamenti pubblici. Quando si vota sulle persone pregiudizi e antipatie personali giocano, insieme ai consueti calcoli politici, un ruolo altrettanto grande del giudizio sulle dichiarazioni programmatiche. Se la fede cattolica, testimoniata da Buttiglione in modo non «accomodante», ha certamente (e deprecabilmente) pesato su parte dei votanti, è evidente che c' erano anche altre ragioni. Per esempio, l' ostilità nei confronti di un ministro del governo Berlusconi (si tenga conto anche del fatto che ci sono settori dell'opposizione italiana, a Bruxelles, molto più «attivi» contro il governo italiano di quanto lo siano altre opposizioni, di altri Paesi europei, nei confronti dei rispettivi governi). Non è nemmeno da escludere che, pregiudizio anticristiano a parte, abbiano giocato un qualche ruolo i pregiudizi «interni» al mondo cristiano (un cattolico come Buttiglione non va necessariamente a genio a certi protestanti). Insomma, l'incidente appare di natura assai complessa. Resta però un interessante paradosso. E riguarda proprio i temi dell' omosessualità e della famiglia. Il diffuso pregiudizio anticristiano vieta ai cattolici di dichiararsi solidali con le posizioni della propria Chiesa su questi temi. Nel frattempo, si è ormai accasato in Europa un islam militante che su omosessualità, donne e famiglia dice cose terribili. Cose che la Chiesa non sostiene più da tanto tempo. Ma l'Europa, in questo caso, finge di non sentire. Scherzi (atroci) del relativismo culturale. |
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Europa: «Ancora sul voto a Strasburgo su Buttiglione. Europa, giudizi e pregiudizi», Angelo Panebianco, Corriere della Sera, 16 ottobre 2004 |