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Dice
che in Europa fischia di nuovo il vento. E quando mai se n’è andato dal
Vecchio Continente lo scirocco che ha convinto gli spagnoli a credere di
essere “lasciati in pace” dal terrorismo, i francesi a sognare di essere
lasciati in pace dalle riforme?
Francia o Spagna, purché sia Campania?
Avanguardia di questa età superba, che di vuote speranze si nutrica, vaga di
ciance e di virtù nemica, stolta, che l’util chiede, e inutile la vita
quindi più sempre divenir non vede, sono i grandi media, le loro penne ben
pagate, rimaste così adorabilmente affezionate al Maggio della loro
infanzia, così pacifiste, così alteromondiste. Prendete l’Italia. Prendete
la nostra grande stampa indipendente che fa opposizione solo là dove non
partecipa alla spartizione del bottino. Prendete la Campania, dove sono
dieci anni che governa la sinistra e sono dieci anni che non esiste quarto
potere essendo che le edizioni locali dei grandi giornali nazionali sono
tutte pappa e ciccia con le sindachesse Iervolino e i commisari Bassolino,
tanto straordinari da aver risolto, come si è visto, l’emergenza rifiuti nel
miglior modo di un altro mondo possibile, africano naturalmente. Da quando
la sinistra governa la Campania sono dieci anni che, a parte la camorra, i
disoccupati, la monnezza, i morti ammazzati, tutto funziona mirabilmente
bene. Mentre a Milano, Albertini fa tagliare tre alberi per fare due
parcheggi e per l’edizione locale del Corsera, molto attenta ai diritti dei
platani e delle zanzare, «è strage».
Francia o Spagna, purché sia mutua?
Prendete lo sciopero generale della scorsa settimana, il solito rito del
pubblico impiego, le solite balle retoriche del sindacato dei pensionati
Pezzotta&C. e rileggetene cronache piagnucolanti in cui non si spiega mai
niente, se non che siamo più poveri (e chissà perché, sono tre anni che il
mondo è pieno di catastrofi), ma le ventisette sinistre caciarone che ci
sono solo in Italia e che hanno il loro vero comando unificato nella Cgil,
nel frattempo continuano a fare un gran bene alla ripresa nazionale,
moltiplicando gli appelli alla depressione, agli scioperi e al sabotaggio
della produzione. Niente da dire, i grandi media della povera borghesia
confermano la loro attitudine di tromboni e portavoce di una generazione JFK
col Tabucchi in una tasca e mutua Casagit nell’altra. La perdita del senso
di realtà che propaganda la muta di sfessati che seguita a governare (e sono
ormai 30 anni) il circuito mediatico è forse la più pesante delle eredità
che incatenano le società europee.
Il giorno che la realtà sparerà in faccia come stanno le cose, forse sarà
fatica evitare il linciaggio degli ultimi sessantottini da parte di coloro a
cui oggi stanno rubando il futuro in cambio di un blob putrefatto di vecchie
idee. Prima che ci pensino gli islamisti a far finire il nostro sogno di
“essere lasciati in pace”, ci penseranno le culle vuote, la famiglia che si
arrende, l’impazzimento dei diritti crescenti, le casse europee vuote.
Perciò mettetevi il cuore davvero in pace (e il grafico soprastante sui
vostri desk) cari zapateri, che fischia il vento, eppur bisogna andar, del
dead man walking europeo.
Ps: Grazie al cielo c’è anche un venticello fresco che spira in Europa:
dalla Gran Bretagna (che non firmerà la costituzione massoncella di D’Estaing)
alla Germania (dove l’Spd è alla frutta), alla Grecia (dove le sinistre sono
al caffè). Quanto alla Mitteleuropa: come mai gli zapateri nostrani non
hanno ancora notato la singolare alleanza tra Haider e socialisti? Come mai
non udiamo più le grida antifasciste e per l’embargo contro l’Austria
haiderian-socialista?
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