Dopo Saddam
I democratici
americani sono sempre più lontani dal cuore degli Stati Uniti.
Incapaci di parlare alle nuove generazioni (che sostengono Bush),
sono presi di mira dai comici nei talk show
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di
Lorenzo Albacete Saddam Hussein è stato catturato. Quando l’America si è svegliata apprendendo la grande notizia, a New York stava nevicando. Già alla mattina presto c’era molta gente a Times Square, che sperava di sfruttare il tempo e fare shopping natalizio senza la solita folla. Davanti ai giganteschi schermi televisi si formavano gruppi di persone che rimanevano a guardare. La neve sembrava, in qualche modo, arricchire l’atmosfera come una sorta di meravigliosa benedizione dal cielo. Sarebbe stata una stupenda giornata d’inverno. Gli immancabili reporter televisivi giravano per le strade chiedendo alle gente quali fossero le loro reazioni alla notizia. Molti hanno parlato di un regalo di Natale giunto dal cielo. I più politicizzati erano sbalorditi per la “fortuna” di Bush. Altri hanno ricordato l’11 settembre. E la maggior parte ha espresso la propria gratitudine per i soldati sul campo, lontanissimi dalle loro case, a rischiare la vita per noi. Viene da chiedersi da dove arrivino questi soldati. Probabilmente dal cuore dell’America, lontano dalle città costiere, nell’interno dove prevalgono ancora i tradizionali valori americani della responsabilità individuale, della devozione religiosa e del patriottismo. È, almeno in parte, senza dubbio così. La cultura militare pone l’accento sulla disciplina e il sacrificio, mentre la cultura civile assegna la priorità alla soddisfazione immediata dei bisogni individuali. Per di più, i militari sono influenzati non solo dall’ambiente delle loro caserme, ma anche dalle forze sociali, dagli ideali e dalle istituzioni che dominano nella società in cui sono cresciuti. E la società delle piccole cittadine americane, in effetti, rappresenta una fetta importante nell’attuale composizione delle forze militari Usa. I giovani sostengono Bush Immaginatevi, se ci riuscite, la città di Coahoma, nel Texas occidentale. Ha circa 900 abitanti. Negli ultimi due anni, il 10% degli studenti delle scuole superiori è entrato nell’esercito dopo la maturità. In questo momento, 48 di loro si trovano in Irak. Uno è stato ucciso. È in parte questo il background dei soldati che hanno catturato Saddam e che appartengono alla Quarta Divisione di Fanteria, con quartier generale a Fort Hood in Texas. Ma solo in parte. Circa un quarto dei militari Usa oggi arrivano da contee con una popolazione inferiore a 100.000 abitanti, ma almeno un altro quarto proviene da contee che hanno una popolazione superiore al milione. Questi giovani soldati americani arrivano anche dalle grandi città. Arrivano dalle famiglie della gente che si è radunata a Times Square domenica mattina. Arrivano dai college di Boston e Chicago. Molti sono afroamericani che cercano di salire la scala sociale, o ispanici che vivono, quasi illegalmente, a Los Angeles. Tutti costoro vedono nel servizio militare un’opportunità per una buona istruzione e un futuro lavoro, nonché una sorta di rifugio per proteggersi dalla disintegrazione sociale che porta ad una vita emarginata. La maggior parte dei sondaggi dimostra che la maggioranza dei giovani americani sostiene il presidente George W. Bush. Sono convinti che li sappia comprendere. E il Time cambia copertina Le forze “culturali dominanti” sembrano appartenere ad un altro pianeta, e infatti attraggono sempre meno i giovani americani. Mi riferisco al quel mondo preoccupato più per i matrimoni gay che per i posti di lavoro o la sicurezza. La mania intellettual-religiosa più in voga del momento è lo gnosticismo riconosciuto e celebrato da best-seller come The Da Vinci Code. L’articolo di copertina del Time Magazine della prossima settimana (l’edizione natalizia, in cui tratta sempre di un tema religioso) doveva essere dedicata ai “Vangeli Perduti”, con riferimento agli antichi testi gnostici. Sui talk-show televisivi cominciavano già ad essere invitati vari “esperti” per discutere le ultime novità in fatto di religione. I soldati della Quarta Divisione di Fanteria sono riusciti non soltanto a catturare Saddam ma anche a far sostituire al Time la sua già prevista storia di copertina con quella del loro successo. Ecco un altro regalo che hanno fatto al loro riconoscente paese. Da Gore a Dean, da un incapace all’altro Ci sono poi quei democratici che si candidano per essere nominati presidente dal loro partito. Proprio quando la posizione inflessibilmente contraria alla guerra di Howard Dean sembrava destinata a diventare la politica ufficiale del partito Democratico (con il sostegno dell’ex vicepresidente Al Gore), Saddam viene stanato nel suo rifugio. Si tratta della fortuna del presidente o della sfortuna dei democratici? Ritengo che le reazioni ai talk-show televisivi in seconda serata (quelli di David Letterman e Jay Leno) offrano un segnale di ciò che pensano gli americani molto più accurato di quello ottenuto coi sondaggi. O perlomeno di ciò che pensano i giovani americani, quelli tra i diciotto e i ventiquattro anni, obiettivo primario dello show. Questa settimana, dopo il formale appoggio di Gore a Dean, Letterman ha detto che si trattava dell’appoggio di «un uomo incapace di sconfiggere Bush» ad un altro «uomo incapace di sconfiggere Bush». Il pubblico è scoppiato in una fragorosa risata e ha applaudito a lungo. Da dove arrivano i giovani militari di oggi? A quanto pare, anche dal “sofisticato” pubblico di Letterman. Come dice la canzone: «Inizia a esserci l’atmosfera del Natale, dovunque tu vada». |
Lo spirito della democrazia: «Dopo Saddam: I giovani di Times Square» di Albacete Lorenzo, New York Times - Tempi, Numero: 51 - 18 Dicembre 2003