Somiglianze fra evangelici e islamisti |
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di
Lorenzo Albacete Una fra le reazioni più scomode agli attacchi terroristici dell’11 settembre fu l’affermazione di un leader americano cristiano evangelico secondo cui Dio aveva permesso la tragedia per risvegliare l’America dalla sua decadenza morale, se non per punire gli americani per i tradimenti della propria identità cristiana. Fra i vari peccati cui faceva riferimento c’erano l’accettazione americana dell’aborto, il femminismo e la pratica omosessuale. Il pubblico oltraggio generato dalle sue parole obbligò il leader della “destra cristiana” a correggere le sue osservazioni, ma i più riconobbero che il suo pensiero non era molto diverso da quello dei militanti islamici che compivano e difendevano gli attacchi terroristici. Un nuovo libro di Paul Berman, Terrore e liberalismo (W. W. Norton&Co, NY, 2003), riassume gli argomenti religiosi usati dal terrorista spiegando gli insegnamenti dell’importante pensatore islamico egiziano Sayyd Qutb. Qutb non può essere accusato di essere un terrorista né di promuovere direttamente il terrorismo, ma la sua critica teologica della società occidentale è stata usata dai militanti islamici per giustificare il loro odio per la nozione occidentale di “libertà”, che spalanca le porte all’accettazione della depravazione morale. Secondo Qutb, la base di questa corruzione sta nell’accettazione cristiana di una divisione tra sacro e profano, fra “le cose di Cesare” e gli “interessi di Dio”, fra “Chiesa” e “Stato”. Questo è l’errore che alla fine ha condotto all’«orribile schizofrenia della vita moderna». Come spiega Berman, «egli voleva che i musulmani ricordassero che nell’islam il divino è ogni cosa, o non è divino. Voleva che i musulmani capissero che Dio non può essere relegato in un angolo. Se Dio è l’unico Dio, Dio deve avere il dominio su ogni cosa». La settimana scorsa la Corte Suprema degli Stati Uniti ha dichiarato che una legislazione discriminante gli uomini e le donne omosessuali a causa del loro modo sessuale di esprimere l’amore è incostituzionale, cioè incoerente con il concetto americano di libertà e con il diritto alla privacy. La lotta per legalizzare il matrimonio gay è cominciata e senza dubbio sarà un tema importante nelle prossime elezioni presidenziali. I cristiani evangelici sosterranno ancora il presidente Bush soltanto se si impegnerà a fare di tutto per impedire la legalizzazione del matrimonio omosessuale. Senza il loro sostegno, la coalizione del partito Repubblicano crolla e il Presidente potrebbe non essere eletto. Il Presidente, ad ogni modo, ha fatto della guerra contro il terrorismo la base della sua campagna ri-elettiva, un terrorismo la cui giustificazione teologica assomiglia moltissimo alla condanna del liberalismo occidentale fatta dai sostenitori della “destra cristiano” del Presidente. Sarà molto interessante stare a vedere come questi cristiani distingueranno la loro critica del liberalismo moderno da quella cui si appellano i militanti islamici per giustificare la loro condanna della vita americana. |
Lo spirito della democrazia: «Somiglianze fra evangelici e islamisti» di Albacete Lorenzo, New York Times - Tempi, Numero: 28 - 10 Luglio 2003