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questioni politiche che dividono oggi il popolo americano possono
venire riassunte in tre preoccupazioni generali. |
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di Albacete
Lorenzo Le questioni politiche che dividono oggi il popolo americano possono venire riassunte in tre preoccupazioni generali. Il futuro del Presidente Bush, per esempio, dipenderà dalla sua abilità di giocarle a suo favore contro le proposte di tutti gli altri. La prima preoccupazione dell’elettorato è - da sempre - il benessere economico e, a meno che il popolo venga convinto che il Presidente ha un piano per rivitalizzare l'economia, gli elettori daranno il loro voto ai democratici, mettendo da parte la loro opinione a riguardo alle altre due preoccupazioniche dividono gli schieramenti politici. Le linee della battaglia economica per le prossime elezioni si sono delineate la settimana scorsa, quando Presidente e democratici hanno svelato i loro rispettivi programmi. I repubblicani puntano al conseguimento di un maggiore benessere attraverso una riduzione di tasse e controlli che dovrebbe incoraggiare la classe medio-alta e benestante ad assumere i rischi economici necessari a creare nuovo lavoro e a stimolare l'economia. I democratici rifiutano questo piano perché esso favorisce i ricchi. Nel loro programma si garantisce invece un più immediato sollievo economico a chi soffre del presente ristagno in economia: avranno successo se sapranno aizzare il popolo americano contro i privilegi della classe benestante. I repubblicani, dal canto loro, sperano che la gente non ci faccia caso e sappia pazientare fino a quando potrà iniziare a godere dei benefici provenienti da una migliorata situazione economica. La seconda area di interesse è quella della politica estera. L’unico modo per farla diventare un argomento politico decisivo è fare sì che il popolo consideri un certo approccio agli Esteri essenziale per la sicurezza nazionale. L’eccezionale potere politico attuale del presidente Bush deriva infatti dall’essere riuscito a far credere che una politica estera aggressiva ed interventista sia necessaria alla sicurezza nazionale nella guerra contro il terrorismo. Ma la settimana scorsa l’amministrazione si è mostrata confusa ed esitante di fronte alla sfida nord-coreana: subito i democratici ne hanno approfittato per seminare dubbi tra gli americani, i quali si chiedono ancora se una guerra preventiva contro l’Irak sia veramente necessaria, o se l'affronto nord-coreano abbia dimostrato che la politica di Bush limita le capacità degli Stati Uniti di rispondere a più attacchi allo stesso tempo. Infine, ci sono le divisioni culturali e “ideologiche”, che potrebbero apparire meno urgenti delle altre due, ma che sono in realtà molto sentite - per non dire fondamentali - nella selezione dei candidati da parte dei leader dei due partiti. Il presidente Bush è riuscito a mantenere il favore degli intellettuali conservatori appoggiando silenziosamente il loro programma, senza farlo apparire pubblicamente come un punto della sua linea politica. Il lungo editoriale del New York Times di domenica scorsa, tuttavia, intitolato “La guerra contro le donne”, indica chiaramente che i suoi oppositori sono pronti a politicizzare la battaglia culturale mostrando Bush irresponsabilmente implicato in tre guerre allo stesso tempo: una in Medio Oriente, la seconda contro la povertà e la terza contro le donne. Il futuro del Presidente dipende da quanto bene riuscirà a difendersi da questo attacco triforcuto. |
Lo spirito della democrazia: «Bush attaccato su tre lati » di Albacete Lorenzo, New York Times - Tempi, Numero: 3 - 16 Gennaio 2003