Lo
spirito della democrazia |
«Vescovi Usa in crisi di credibilità» |
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di Albacete
Lorenzo Questa settimana le notizie relative al meeting nazionale dei vescovi cattolici hanno condiviso i titoli di testa dei giornali con le notizie circa la guerra contro l’Irak e le reazioni post-elettorali di Repubblicani e Democratici. Ma non è stata la presa di posizione dei vescovi cattolici sulla guerra (hanno rilasciato una dichiarazione in cui affermano che la situazione attuale non risponde alla dottrina cattolica della “guerra giusta”) che ha catturato l’attenzione dei media. Sotto i riflettori era la loro discussione e l’approvazione della politica nei confronti dei sacerdoti accusati di abusi sessuali sui minori imposta dal Vaticano. Normalmente soltanto la tivù tradizionalista Eternal World Network diretta dalla formidabile madre Angelica trasmette i meeting dei vescovi, alcuni dei quali soltanto sono riservati. Ma stavolta la discussione sullo scandalo (che è durata due giorni) è stata interamente mandata in onda da C-Span, un network non profit che di solito trasmette le sessioni più importanti del Congresso e delle sue commissioni. Quest’estate i vescovi nel loro meeting di Dallas hanno adottato una politica che il Vaticano ha giudicato discutibile ed incompatibile col diritto canonico. Di conseguenza una commissione mista Vaticano-vescovi americani ha steso una nuova dichiarazione, accettabile per parte vaticana, che è stata poi discussa e approvata dai vescovi in settimana. La maggior parte delle modifiche alla politica di Dallas proposte dal Vaticano riguardano una maggiore considerazione per i diritti degli accusati, cosa che la maggioranza degli americani considera giusta. Ma le modalità che sono state decise - ogni caso deve essere riferito a Roma e la decisione finale deve essere presa da un tribunale interamente composto di preti - hanno lasciato l’impressione che ancora una volta i vescovi si nascondano dietro la riservatezza della Chiesa per evitare di rendersene conto. I vescovi e la Santa Sede sembrano non rendersi conto che ciò che gli americani considerano più scandaloso non sono gli abusi in sé, ma gli sforzi dei vescovi per nascondere quello che era successo che hanno permesso agli abusi di ripetersi. La perdita di credibilità da parte dei vescovi è stata davvero grande, e la noncuranza con cui è stata ricevuta la loro dichiarazione sulla guerra lo conferma. L’ironia della sorte ha voluto che il responsabile del comitato che ha steso il testo relativo all’Irak e lo ha presentato ai media fosse nientedimeno che il cardinale arcivescovo di Boston Bernard Law, lo stesso vescovo che ha impersonato lo scandaloso sforzo da parte dei vescovi di proteggere i sacerdoti molestatori. Per quanto possa essere ingiusto molto di ciò che è stato detto circa il cardinal Law, la gravità delle ferite inflitte dallo scandalo può essere vista nel modo in cui la sua brillante presentazione dell’insegnamento della Chiesa sulla guerra è stata quasi totalmente ignorata dai cattolici, specialmente da quelli che occupano importanti posizioni nell’amministrazione Bush. Benché nessuno abbia mai potuto mettere in dubbio l’ortodossia del cardinale e la sua entusiastica difesa degli insegnamenti di Giovanni Paolo II, alcuni importanti cattolici conservatori si sono sempre mostrati turbati a proposito del suo punto di vista su certi temi sociali. Ora non hanno più nulla di cui preoccuparsi. |
Lo spirito della democrazia: «Vescovi Usa in crisi di credibilità» di Albacete Lorenzo, New York Times - Tempi, Numero: 47 - 21 Novembre 2002