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di Albacete
Lorenzo
Questa
settimana sembrava fosse arrivato l’11 settembre della
Chiesa cattolica americana. Effettivamente si è sollevata
un’ondata di scandalo di tali proporzioni che la stessa
stabilità dell’istituzione ecclesiastica è apparsa in
pericolo. Alcuni paragonano questa crisi allo scandalo Enron.
Il fatto che durante una conferenza stampa, convocata nel
pieno della guerra al terrorismo e della crisi in Medio
Oriente, i media secolarizzati abbiano chiesto per ben due
volte al presidente George W. Bush di commentare la condotta
dei Cardinali Usa, mostra quanto sensazionalismo stia
accompagnando la brutta vicenda degli abusi sessuali
compiuti da alcuni membri del clero statunitense.
Del resto i media sanno bene come riconoscere le storie
sensazionali, e come farle fruttare. E questo è
indubbiamente un fantastico intreccio di sesso, religione,
enormi somme di denaro, persone potenti, coperture e
corruzione nel contesto del luogo più elevato e al di sopra
d’ogni sospetto che si possa immaginare. In effetti, la
Chiesa cattolica che, a causa del suo stile di vita e della
sua sorprendente pretesa, da sempre viene considerata con
sospetto, quando non con aperta avversione, dallo “spirito
di Fondazione” americano, rappresenta un set ideale. Lo
scandalo non consiste soltanto nel numero sorprendente di
preti – qualcosa come 2mila – formalmente accusati di
abusi sessuali ai danni di minori, ma anche nel fatto che
così tanti membri della gerarchia sembrano aver coperto i
responsabili, limitandosi a trasferirli dalle loro
parrocchie ad altre dove non si sospettava nulla e tutto ciò
per 34 lunghi anni durante i quali gli abusi si sono
ripetuti.
I vescovi devono essere sorpresi perché, per la prima
volta, non possono contare sul sostegno dei cattolici
“ortodossi” o “pii” o “conservatori” e
appellarsi al pregiudizio anticattolico dei media.
Naturalmente molti dissidenti, sia cattolici che non
cattolici, si stanno servendo di questo scandalo per
promuovere il proprio programma di riforma ecclesiastica, ma
ciò non ha impedito ai fedeli americani di chiedere un
cambiamento alle alte sfere della gerarchia e di ritirare il
proprio sostegno finanziario alla Chiesa – per la quale il
danno economico potrebbe raggiungere livelli drammatici,
nell’ordine delle centinaia di milioni di dollari.
La situazione si è ulteriormente aggravata sul finire della
settimana, quando sono apparse dichiarazioni di fonti
vaticane che puntavano il dito contro l’ossessione
americana verso il sesso. Una risposta che equivale ad un
errore politico disastroso da parte di Roma e che potrebbe
ottenere l’effetto di concentrare l’interesse dei media
verso la Chiesa oltre i confini Usa. Comunque, il Presidente
George W. Bush, comprensibilmente preoccupato, ha rinnovato
la sua fiducia nei confronti dei cardinali americani.
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