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In
località «Margherita» La «strada della
vergogna» Ä La «strada della vergogna».
Era passata alla cronaca con questo infelice appellativo, alcuni anni
addietro, quella sorta di «circonvallazione» che l'ex sindaco di Gagliato,
Luigi Romiti, decise di costruire (durante il suo mandato) su un terreno di
sua proprietà, con l'intento - si disse - di «collegare via Margherita a
località Pantano», strade entrambe di competenza provinciale, e fare in modo
che l'intenso traffico estivo costeggiasse il centro abitato anziché
attraversare il principale corso cittadino. La realizzazione di quell'opera, costata un
miliardo di vecchie lire, sin d'allora però non trovò d'accordo quasi nessuno, eccetto il
sindaco dell'epoca, Romiti, che - senza curarsi minimamente della protesta e
neppure di qualche dissenso interno - andò avanti. «Lavori senza criterio», dissero i più. E,
con documenti alla mano, l'opposizione
cercò più volte di spiegare in Consiglio come quel terreno fosse
completamente inidoneo dal punto di vista geologico, facendo peraltro notare
che una simile bretella era stata precedentemente progettata in località
«Rafone» e che sarebbe stato molto meglio lasciarla in quel posto. Oggi, lo scempio è sotto gli occhi di
tutti. Una «pista da sci»? «Magari!» - commentano i cittadini. «Solo a vederlo,
quel raccordo appeso su un promontorio fa pensare alle montagne russe di un
luna park, per via delle sue ripide discese, dei suoi dislivelli nel
tracciato, senza parlare della pericolosità incombente, a causa del terreno
franoso. Ma ciò che sorprende - dicono sempre i cittadini gagliatesi - è
che, proprio di recente, il
neo-sindaco Giovanni Sgro ha trovato modo di menare vanto (pubblicamente) di
essere riuscito ad ottenere, dalla Provincia, l'autorizzazione di aprire al
traffico quella strada». «Non si sa, cosa abbia spinto il giovane sindaco a
rendersi protagonista di una simile sortita», commenta l'opposizione. «Come
dire?, le amministrazioni cambiano e, prima di costituirsi, affermano di
cambiare anche il modo di gestire la cosa pubblica, ma poi - all'atto pratico - tutto è come prima se non
addirittura peggio!». Vista la
pericolosità di quella strada,
sarebbe stato meglio investire i funzionari del Genio civile al fine
di sollecitare un sopralluogo e cercare di scrollarsi di dosso ogni
responsabilità. |
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