NEWS |
Gagliato in the World |
|
|
|
|
|
L’altra Calabria su MediaCenter. Per informazioni, clicca sulla miniatura ▼ |
Ä Nel variegato mondo
della politica, esistono varie categorie di persone: quelle che si
contraddistinguono per la coerenza, quelle che rimangono per sempre delle
canne al vento, quelle che attaccano l’asino dove vuole il padrone, e così
via. Giovanni
Sgro, 44 anni, sindaco
di Gagliato, a dire il vero, in tutto
questo non c’entra. Egli, infatti, non è un
politico nel senso pieno del termine ma uno che ha un modo tutto
particolare di vedere la politica. Beninteso, la sua è «politica» spicciola,
urbana, visto che - da quando si è trovato a dover guidare l’Amministrazione
comunale di un piccolissimo centro del Catanzarese - non ha molto da offrire
alla politica vera, tranne che quei dieci o quindici voti di amici. Tuttavia,
quel che appare ridicolo, è che lo Sgro (già di per sé candidato ed eletto in
modo fortuito, in quanto non si capisce bene ancora per quali pregi) è finito
col credere veramente che anche un suo «cambio di rotta» possa fare notizia,
al punto di chiedere di far pubblicare su un quotidiano locale un articoletto
di poche righe dal titolo: «Il sindaco Sgro aderisce all’Udeur». Ahinoi!, è
bastato che il Centrosinstra governasse la Regione, perché costui, senza il
benché minimo pudore, decidesse di passare da un estremo all’altro, pur di
salire sul carro dei vincitori. Diciamolo subito: non sono mai stati
simpatici a nessuno i saltafosso, i voltagabbana, quelli che hanno il cambiar
bandiera nel loro Dna. Anche perché, con un giro di valzer, con spudorata
facilità, sono sempre pronti a voltare le spalle al perdente. Con questo,
ovviamente, non vogliamo dire che Giovanni Sgro sia fatto di pasta frolla e
che sia destinato a cambiare ancora. Ma cosa cerca, cosa vuole, lo Sgro dai
politici della Regione? Cosa si aspetta di ottenere da quelle persone che
egli stesso dice di non aver votato? Certo che se fosse dipeso dal suo voto,
Loiero e compagni si sarebbero consumati il sedere sugli scranni
dell’opposizione, al Consiglio regionale, visto che lui invitava la gente a
votare Abramo. E ora? Costui cercherebbe di ingraziarseli, passando da
Alleanza Nazionale al Patto Segni e poi all’Udeur? Troppo ingenuo, il nostro.
Se fosse questa la politica, sarebbe troppo comodo. «Elementare, Watson!»,
avrebbe detto Sherlock Holmes. Ma quale merlo abboccherebbe? «Sgro», dice
qualche cittadino, «è uno che ha poche idee, ma non confuse. Non interviene
mai a un convegno, ma se gira, sa quello che vuole, quello che cerca». Ma che
cosa? Piacerebbe anche a noi saperlo. Anche se questo modo di agire
dell’instabile Sgro a taluni fa venire in mente un’antica e simpatica canzone
d’altri tempi («Ma dove vai?, Giovanni in bicicletta!»), mentre a noi
invece ricorda tanto una vecchia favola di Krylov, quella degli animali della
foresta che volevano diventare musicanti ma stonavano continuamente. La
morale di questa favola? È che non basta cambiare posto nell’«orchestra»,
perché l’esecuzione riesca. (vi.p) (Giovedì 6 aprile 2006) |
Rassegna Stampa sul WebSite. Per visualizzarla, clicca sulla miniatura ▼ |
|
|
©
Copyright by L’altra Calabria Registrazione: Tribunale di Catanzaro n° 15/91 del 18 Gennaio
1991 All rights reserved ™
International copyright secured |
|
|