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Gianni De Luca,

un Gagliatese illustre

Nell’Olimpo dei Grandi del fumetto

italiano e internazionale

 

di Guido Tiberga *

         

II mondo dei fumetti può essere esaltante, ma anche ingrato. Ci sono autori celebrati con tutti gli onori e grandi professionisti che in vita non hanno ottenuto la gloria che avrebbero meritato. È il caso di Gianni De Luca, partito giovanissimo dalla Calabria per guadagnarsi la vita a Roma con le sue matite e i suoi disegni, diventato famoso forse più all'estero (come dimostrano le ampie citazioni a lui dedicate sui dizionari specializzati francesi) che in patria. De Luca, nato Gagliato nel '27, ha poco meno (vent'anni quando pubblica i suoi primi lavori sull'Amico della Gioventù, una testata romana di non grande fortuna. Già nel 1947, però, debutta sul "Vittorioso", il mitico settimanale fondato nel dopoguerra dall'Azione Cattolica. Era ancora studente d'architettura, ma il successo del suo primo fumetto, una biografia di Leonardo intitolata il Mago da Vinci lo convinse ad abbandonare l'università per dedicarsi a tempo pieno al disegno. Il "Vittorioso" manca dalle edicole da più di venticinque anni. E oggi è difficile immaginare il peso che quella pubblicazione ha avuto nella formazione di molti ragazzi negli anni che vanno dai 30 ai 50. Nato nel 1936 per contrastare il successo "laico" dell'Avventuroso e delle sue tavole che, a quei tempi, erano considerate sconvenienti (dalla violenza di Flash Gordon alle donnine che accompagnavano l'Agente segreto X9 nelle tavole di Alex Raymond), il "Vittorioso" si distingue subito come una testata dai valori "forti", senza per questo scadere nella noia didascalica dei racconti edificanti a tutti i costi. Tra gli autori, affermatissimi e tutti italiani, si muove anche una discreta pattuglia di giovani, tra cui un precocissimo jacovitti. De Luca è uno di loro: dopo il Mago, il giovane calabrese realizza un serie di racconti avventurosi: La sfinge nera, II tempio delle genti, Prora vichinga, L'impero del sole. La sua, per qualche tempo, è una produzione ricchissima: passa dall'avventura alle storie dei santi, alle riduzioni dei grandi film del tempo per l'editore Ave. Una frenesia artistica che si ferma d'improvviso negli anni 60, quando De Luca abbandona quasi completamente il fumetto per dedicarsi all'illustrazione.

Nel '69, quando il ragazzo di Calabria, ormai romano a tutti gli effetti, torna alla narrativa disegnata, la parabola del "Vittorioso" è agli sgoccioli: nel 1967, l'Azione Cattolica aveva tentato un difficile restyling cambiando la testata in un moderno e sincopato "Vitt", ma ormai le vendite sono in calo verticale, soppiantate dalla crescita del "Corriere dei Piccoli" e dalla consacrazione del "Giornalino", il settimanale delle Edizioni Paoline che ha saputo tenere alta la bandiera dell'editoria cattolica.

Nel 1994, non a caso, il "Giornalino” ha doppiato un traguardo importante per una rivista per ragazzi: il settantesimo anno di ininterrotta presenza in edicola. Una meta prestigiosa, superata però con un grande rammarico: la perdita di De Luca, una delle colonne portanti della testata, scomparso improvvisamente nell'estate del '91 per un attacco cardiaco.

È per il "Giornalino", infatti, che l'autore di Gagliato ha dato vita ai suoi personaggi più conosciuti: prima Bob Jason, nel 1969, un western raffinatissimo che segna il suo ritorno al fumetto dopo la lunga parentesi come pittore.

L'anno successivo nasce il Commissario Spada, sui testi di Gian Luigi Gonano, forse la più celebre delle sue creazioni: non il solito detective che vive negli Stati Uniti, ma un poliziotto normale che lavora a Milano, circondato da agenti che si chiamano Pensotti, Clerici, Andreola, e che solo raramente - come funzionario dell'Interpol – varca i confini in avventure ambientate all'estero. «Un personaggio molto interessante», spiega lo storico del fumetto Franco Fossati. «Un eroe della quotidianità che, pur muovendosi sulle pagine di un settimanale cattolico per ragazzi, si trova spesso di fronte ai problemi concreti del nostro tempo: dai dirottamenti aerei al drammatico fenomeno della droga». Il commissario Spada si presenta con uno stile rigoroso ed essenziale, che qualche tempo più tardi verrà riproposto nella più ambiziosa delle opere di Gianni De Luca: la riduzione di una trilogia  teatrale  da Shakespeare: la Tempesta, l'Amleto e Giulietta e Romeo, realizzati sui testi di Raoul Traverso (Roudolph) tra il 1975 e il 1978, con una tecnica narrativa rivoluzionaria.

Più tardi, l'autore realizzerà ancora un Gian Burrasca (1983), le biografie fumettate di Totò e Marylin Monroe (1985), Raulus, un lungo racconto a metà tra la religione e la fantascienza.

Non molto conosciuto dal grande pubblico, il talento di De Luca è stato ampiamente riconosciuto dalla critica, che nel 1971 gli assegna lo Yellow Kid, l'oscar del fumetto italiano e che lo celebra dopo la morte con tutti gli onori: «Senza sentire il bisogno di avvicinarsi alle riviste d'autore - scrive in occasione della sua scomparsa il mensile "Fumo di china" -, Gianni De Luca, che forse più di tanti altri che si pretendono tali era davvero un Artista (e la sua continua ricerca grafica ne testimonia l'onestà e insieme l'umiltà), ci ha lasciato dei lavori che, limitati numericamente, eccellono però per qualità. E che lo consegnano senza dubbi al ristretto Olimpo dei Grandi del fumetto italiano e internazionale».

(* Per gentile concessione dell’autore)

 

 

 

 

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