La storia di Andria
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L’origine storica della città di Andria è stata oggetto di studi appassionati ed interessanti tesi; tra queste, la più suggestiva e se vogliamo, la più romantica, è quella sostenuta da alcuni storici dei secoli XVIII e XIX secondo cui la fondazione di Andria risalirebbe addirittura al XII secolo a.C., quando il mitico eroe greco Diomede, sposando la figlia del re Dauno II, ricevette in dono il territorio della Peucezia in cui sorgeva, tra gli altri, il villaggio di Netium che ribattezzò Andros, in omaggio al villaggio omonimo che si trovava su un’isola delle Cicladi, nel mare Egeo. Altri studiosi sostengono, invece, che Netium, divenuto colonia di Roma in seguito alla conquista da parte dell’esercito della Repubblica Romana della penisola (348-264 a.C.), divenne poi rifugio per i superstiti della distruzione di Canne avvenuta durante la II guerra punica. Le varie, turbolente, vicissitudini che caratterizzarono la storia dell’Impero Romano, coinvolsero anche Netium di cui rimasero poi solo rovine, poco più che antri, grotte, sulle quali, tuttavia, la gente costruì una nuova comunità che avrebbe preso il nome di Andra, da antra che in latino significa grotte. La tesi di altri studiosi, invece, suggerisce che il primo insediamento urbano risale al I sec. D. C:, quando San Pietro e Sant’Andrea, portando avanti l’opera di evangelizzazione, sbarcarono in Puglia e fecero sosta anche nella città federiciana. Qui, a causa di una malattia, Sant’Andrea sarebbe rimasto a lungo, trovando rifugio presso le “grotte”che poi avrebbero preso dal santo il nome (Andreia divenuto poi Andria). Il nome Andria, compare per la prima volta in maniera chiara in un documento del 915 d.C., un atto notarile depositato presso l’archivio di Trani, secondo cui, si può affermare con una certa sicurezza che Andria esistesse prima del periodo normanno, ma solo in quanto casale, locus di Trani e non città indipendente. Dal punto di vista storico, i loci o villaggi risalgono alla costituzione del colonato del basso Impero che si consolidò grazie alla volontà di Diocleziano il quale dispose che la condizione dei contadini servi della terra, per legge, dovesse essere ereditata dai propri figli. Questi villaggi, continuarono ad esistere anche dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente (476 d.C.) ed accolsero la religione cristiana, assieme al presbiterius, capo sia religioso che amministrativo della comunità, da cui derivarono poi i nomi di Santi per indicare diversi villaggi.
ALTRA VERSIONE
Se vogliamo vedere prima di ogni altra cosa l'intero territorio dall'alto, e visitare il famosissimo Castel del Monte, egida stessa del progetto Puglia Imperiale che unisce questi comuni, ci recheremo subito ad Andria, il cui territorio si estende profondamente verso l'interno, e dove a ben 17 chilometri dall'abitato sorge l'importante monumento. Ma fermandoci a visitare il centro urbano, saremo sorpresi da una città molto grande e complessa, in cui le vicende storiche territoriali di cui abbiamo parlato si compendiano in un tessuto denso e straordinariamente leggibile. Luogo di elezione di Federico II, sicuramente, ma anche feudo ambitissimo per la fertilità delle sue terre, e prima ancora luogo di insediamenti che risalgono probabilmente all'epoca preromana. Andria sorgeva infatti, nell'antichità, su un importante antico fiume, l'Aveldium, che sfociava nei pressi di Barletta, il cui tracciato corrisponde a quello dell'attuale Canale Camaggi. La presenza dell'acqua spiega la nascita dei primi insediamenti, l'importantissimo ruolo della città nella rete dei percorsi tratturali (Andria era una importante Locatione, ovvero raggruppamento di Poste di transumanza, così come indicato da tutta l'antica cartografia); e naturalmente spiega anche la conformazione stessa della città: solo apparentemente piatta, ma in realtà costruita su un continuo saliscendi di sommità, piane alluvionali e pendii (e nella toponomastica tradizionale, tutti i nomi dei luoghi sono preceduti da un «sopra» e da un «sotto»). A questa complessità si aggiunge la stratificazione dei diversi impianti urbani, che vanno dal contorto quartiere d'impianto arabo, al disegno ortogonale del centro medievale, a quello a raggiera dell'espansione ottocentesca, senza dimenticare le sedi conventuali, importantissimi presidi che contribuirono non poco a determinare il disegno e le principali direttrici di sviluppo della città. Il tutto sormontato dal nucleo monumentale costituito dalla Cattedrale, dal Vescovado e dal Palazzo Ducale, ricostruito sul luogo dell'antica rocca normanna: i capisaldi del potere ecclesiastico e di quello laico. Comune assai grande e moderno con un vastissimo territorio agricolo, grande produttore d'olio e di vino ma anche ricco centro manifatturiero e commerciale, dall'ultimo dopoguerra ad oggi la città di Andria ha dovuto fare i conti con gli effetti della sua straordinaria espansione, iniziata nel novecento e non ancora conclusa. Ma ora la città sta progressivamente recuperando il senso della sua identità complessa, un poco appannato in passato dalla stessa «ombra», in qualche modo ingombrante, dell'imperatore federiciano, che proprio in quell'"Andria fidelis mea affixa medullis" (leggendaria iscrizione-dedica, leggibile ancor oggi sulla Porta di Sant'Andrea) parve voler legare indissolubilmente l'immagine di questa città a quella del suo potere. Ci piace oggi invece notare come, dell'influenza federiciana, Andria stia sviluppando soprattutto il senso modernissimo della commistione delle culture, della curiosità e dell'apertura al nuovo, testimoniato anche dalle numerose iniziative a carattere nazionale che in questi ultimi anni ha promosso. La storia di Andria