FAQ
HIV/AIDS: risposte alle domande piu' frequenti
-
Che cosa significa essere sieropositivo per l'HIV?
Significa avere nel proprio sangue gli anticorpi
specifici contro l'HIV. Cioe' che l'infezione e' in
atto e che e' possibile trasmettere ad altri il virus.
Tutte le persone sieropositive possono, se hanno
comportamenti a rischio, trasmettere il virus dell'HIV.
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Che cosa e' il "periodo finestra"?
E' il tempo che intercorre dal momento del contagio
all'effettiva comparsa degli anticorpi contro l'HIV
nel sangue. Questo periodo dura mediamente 4-6
settimane, ma puo' estendersi anche fino a 6/8 mesi.
Durante questo periodo anche se la persona risulta
sieronegativa, e' in grado di trasmettere l'infezione.
Se una persona si trova nella fase finestra puo'
sottoporsi al test e risultare negativa pur avendo
contratto l'infezione (ed essere in grado di
trasmetterla) poiche' il suo organismo non ha ancora
sviluppato anticorpi.
-
Che cosa si intende per periodo di incubazione?
S'intende il tempo trascorso tra il contagio e le
manifestazioni cliniche evidenti della malattia
conclamata. L'infezione da HIV e' caratterizzata da un
tempo di incubazione molto lungo e molto variabile da
persona a persona (anni).
-
Quanto vive il virus HIV fuori dall'organismo umano?
L'HIV e' un virus poco resistente: non resiste
all'essiccamento, ai raggi ultravioletti del sole,
all'alcool e alla varechina. Esposto all'aria aperta
muore in 20-30 minuti.
-
Con quali modalita' si e' diffuso il virus nel mondo?
Il virus HIV si e' diffuso nelle diverse aree
geografiche con modalita' diverse, legate alle
differenti realta' sociali. Ad esempio, in alcuni
paesi dell'Africa centrale e meridionale, l'infezione
si e' propagata velocemente interessando un'ampia
parte della popolazione senza differenze tra i due
sessi, in quanto il contagio e' avvenuto
prevalentemente per via eterosessuale. Negli USA, in
Australia e nell'Europa occidentale, invece, la
diffusione si e' avuta inizialmente soprattutto tra
persone che avevano rapporti con numerosi partner
omosessuali maschi e tra gli assuntori di droghe per
via endovenosa. Tuttavia le caratteristiche
dell'epidemia stanno cambiando ed anche nel mondo
occidentale, Italia compresa, sta crescendo la
percentuale di persone contagiate attraverso rapporti
eterosessuali.
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-
Come si trasmette l'infezione da HIV?
Le modalita' di trasmissione dell'infezione sono: -
attraverso i rapporti sessuali se uno dei partner e'
infetto - attraverso il passaggio di sangue
(trasfusioni, condivisione di siringhe contaminate) da
una persona infetta ad una sana; - attraverso la linea
materno-fetale, durante la gravidanza, il parto o
attraverso l'allattamento al seno materno, in una
donna sieropositiva (il test di screening per l'HIV
dovrebbe essere proposto a tutte le donne in
gravidanza); - in casi rari, il trapianto di organi o
tessutale, l'inseminazione artificiale con organi,
tessuti o sperma proveniente da soggetto HIV.
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Quali liquidi biologici trasmettono il virus?
Il sangue, lo sperma, il liquido pre-eiaculatorio
(prostatico), le secrezioni vaginali ed il latte
materno. Altri liquidi biologici possono contenere il
virus in quantita' infinitesimali o minime. Non sono
in grado di trasmettere il virus: le lacrime, il
sudore, la saliva, l'urina, le feci, le secrezioni
nasali, il vomito. E' importante ricordare, comunque,
che in alcune situazioni ci possono essere tracce di
sangue nelle feci (ad esempio, in presenza di
emorroidi) o nel vomito (ad esempio, in presenza di
ulcere) e di conseguenza e' comunque consigliabile
utilizzare guanti nell'eventualita' che si rendesse
necessario maneggiare tali sostanze. La acquisizione
del virus e' legata ad alcuni fattori: la carica
virale (cioe' la quantita' di virus contenuta nel
liquido), le ripetute esposizioni (che fanno aumentare
la probabilita' di acquisizione) e probabilmente
alcuni fattori individuali dell'ospite (ad esempio,
lesioni ulcerose ai genitali).
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Quali sono le persone piu' esposte al rischio di
contagio?
Le persone con comportamenti sessuali promiscui e che
hanno rapporti sessuali penetrativi senza profilattico
(eterosessuali e omosessuali); i tossicodipendenti che
assumono droghe per via endovenosa scambiandosi la
siringa; persone che, a causa dell'alcool o altre
sostanze stupefacenti (cocaina, amfetamine, ecc.), non
sono in grado di valutare lucidamente i propri rischi
ed i comportamenti da adottare e hanno rapporti senza
profilattico; i soggetti politrasfusi che hanno
ricevuto sangue, emoderivati o trapianti di organo
prima dell'attivazione dei controlli sulle donazioni.
Sono altresi' a rischio i bambini figli di madri
portatrici del virus. Negli ultimi anni si e'
assistito ad un incremento di infezioni nel gruppo
eterosessuale.
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Si puo' contrarre l'infezione da strumenti usati dal
dentista?
Ai dentisti e' da sempre consigliato di adottare
particolari precauzioni nel caso di tagli che possano
determinare lo scambio diretto sangue-sangue con un
paziente, eventualita' che aumenta il rischio di
infezione da HIV, ma soprattutto - e con maggiori
probabilita' - quella da virus dell'epatite B e C il
quale ha un potere infettivo maggiore. L'utilizzo di
strumenti sterilizzati e di guanti sono norme che ogni
operatore odontoiatrico e' tenuto a seguire.
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-
Chi puo' trasmettere il virus HIV mostra sempre segni
di malattia?
Ovviamente no. Lo stato di infezione puo' mantenersi a
lungo silente, senza alcun sintomo. Qualunque persona
sieropositiva e' in grado di trasmettere il virus pur
non essendo "malata".
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E' pericoloso vivere negli stessi ambienti di un
malato di AIDS o di una persona portatrice del virus
HIV?
Non si e' mai verificato alcun caso di infezione da
HIV a seguito di normale condivisione di ambienti di
vita. Dopo anni di osservazione in famiglie, case di
cura, centri di accoglienza e comunita' terapeutiche
che ospitavano persone sieropositive, e' evidente che
la semplice convivenza con soggetti portatori del
virus non comporta alcun rischio di contagio. Cio'
vale per strette di mano, abbracci, carezze, baci e
per qualsiasi contatto affettivo, familiare, sociale,
esclusi i rapporti sessuali. Ne' l'infezione puo'
trasmettersi attraverso starnuti, colpi di tosse,
urine, feci, vomito, lacrime, ecc.
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L'HIV puo' penetrare attraverso la pelle intatta?
No. La pelle e' un rivestimento che protegge il nostro
organismo anche dai virus. Di conseguenza non si corre
alcun rischio se una goccia di sangue infetto viene a
contatto con la pelle intatta. Naturalmente in
situazioni limite dove e' possibile ferirsi, come in
ambiente ospedaliero o in casi di soccorso per
incidente stradale, e' bene usare precauzioni (es.
guanti) durante le manovre di assistenza, evitando il
piu' possibile il contatto con il sangue.
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Si puo' contrarre l'infezione bevendo dallo stesso
bicchiere o mangiando nello stesso piatto con persone
portatrici del virus?
No. L'infezione non si trasmette attraverso bicchieri,
piatti, posate, stoviglie e materiali da cucina. Il
virus responsabile dell'AIDS non resiste a lungo al di
fuori dell'organismo umano. Comunque, il normale
lavaggio con acqua e detersivo dei piatti e delle
altre stoviglie e' in grado da solo di eliminarlo,
qualora fosse presente. Lo stesso vale per qualsiasi
tipo di indumento, capo di biancheria, asciugamani,
lenzuola, ecc.
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Si puo' contrarre l'infezione facendo uso di servizi
igienici pubblici, rubinetti, telefoni o trasporti
pubblici?
No. L'infezione non si trasmette toccando oggetti
maneggiati o sui quali abbia respirato una persona
portatrice di virus. Non si trasmette attraverso
l'aria ne' attraverso l'acqua. Nessun pericolo,
dunque, riguarda l'uso in comune di bagni, letti,
docce, e gabinetti o la frequentazione di palestre.
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-
La piscina puo' essere un tramite per il contagio HIV?
No. Non si sono mai registrati casi di contagio dovuti
alla frequentazione di piscine pubbliche. Inoltre,
l'ipoclorito di sodio usato per disinfettare le
piscine uccide il virus.
-
Si puo' contrarre l'infezione mangiando in un
ristorante dove lavori una persona portatrice del
virus?
No. Non risultano casi nei quali l'infezione sia stata
trasmessa attraverso la preparazione o la
manipolazione di alimenti.
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Si puo' contrarre l'infezione usando il rasoio o lo
spazzolino da denti di altre persone?
Si consiglia di non usare oggetti altrui che possono
determinare contatti diretti sangue-sangue, cioe' che
possono causare abrasioni , ferite o punture (rasoi,
lamette, spazzolini da denti, forbicine, ecc.).
L'utilizzo in comune degli strumenti sopraelencati e'
in ogni caso, al di la' del virus HIV, sconsigliato.
Questa regola generale di semplice igiene e'
fondamentale per evitare lo scambio di batteri ed
altri agenti che possono determinare diversi tipi di
patologia.
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Le zanzare possono trasmettere li virus dell'HIV?
No. Non ci sono prove che questi o altri insetti
abbiano mai svolto un ruolo nella trasmissione
dell'AIDS. Il virus, infatti, non sopravvive
all'interno dell'apparato salivare delle zanzare.
Inoltre, la quantita' di sangue che una zanzara riesce
a veicolare pungendo una persona infetta e ripungendo,
subito dopo, una persona sana non e' sufficiente a
determinare l'infezione.
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Perche' gli assuntori di droghe iniettabili sono a
rischio per l'infezione da HIV?
Perche' spesso usano aghi non sterili, contaminati, in
quanto gia' utilizzati da altra persona infetta (non
basta assolutamente lavare la siringa con acqua o
passare un'accendino sull'ago per disattivare l'HIV).
Il contagio, dunque, e' conseguenza non di qualcosa
che e' contenuto nelle droghe, ma degli strumenti
impiegati per l'assunzione che, trattenendo una
piccola quantita' di sangue, possono determinare una
microtrasfusione infetta. Anche il condividere altri
oggetti utilizzati per contenere o preparare la dose
(cucchiaino, fiala, filtri, ecc.) puo' essere a
rischio.
-
Le persone gia' contagiate attraverso siringhe possono
trasmettere il virus alle persone con cui hanno
rapporti sessuali?
Certo. Una persona puo' acquisire l'infezione in un
modo e trasmetterla in un altro. Questo puo'
verificarsi in quanti adottano piu' tipi di
comportamento a rischio, come ad esempio alcuni
tossicodipendenti.
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-
Come ci si dovrebbe comportare nel caso ci si punga
con una siringa abbandonata?
Nel caso di incidente traumatico con una puntura
tramite una siringa abbandonata bisogna disinfettare
abbondantemente con alcool. E' indispensabile recarsi
subito in pronto soccorso per verificare se e'
necessaria la profilassi per il tetano e per l'epatite
B.
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L'HIV puo' essere trasmesso attraverso un rapporto
eterosessuale penetrativo?
Certamente si' se il rapporto avviene senza
profilattico. E' noto che anche il rapporto sessuale
uomo-donna, in assenza di profilattico, e' a rischio e
alcuni studi hanno dimostrato che tale rischio e'
maggiore per le donne. Anche le persone che praticano
esclusivamente rapporti eterosessuali, dunque, sono a
rischio di contagio. A livello mondiale la maggior
parte delle persone sieropositive hanno contratto
l'infezione da HIV attraverso un contatto di tipo
eterosessuale. In Italia una percentuale elevata dei
nuovi casi di AIDS segnalati sono registrati tra
ragazze non tossicodipendenti che si sono infettate
attraverso rapporti eterosessuali.
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Le malattie trasmesse sessualmente possono costituire
fattori di incremento del rischio per il contagio?
Si'. Sono cofattori che possono favorire
l'acquisizione (o la trasmissione) del virus. Numerosi
studi hanno dimostrato che le malattie a trasmissione
sessuale, in particolare quelle comportanti
ulcerazioni genitali (herpes, sifilide, ulcera molle),
aumentano la suscettibilita' all'infezione da HIV.
L'uso del preservativo e' efficace nel contrastare non
solo l'infezione da HIV, ma anche la maggior parte
delle malattie sessualmente trasmesse.
-
Perche' si considerano ad alto rischio di infezione i
rapporti anali non protetti?
Perche' i rapporti anali sono rapporti sessuali
traumatici, possono portare piu' facilmente a contatto
liquidi seminali e sangue, o sangue e sangue, e dunque
a maggiori probabilita' di contrarre l'infezione.
Infatti, l'epitelio del retto e' molto piu' sottile e
meno resistente di quello della vagina. Il rapporto
anale non protetto, dunque, rappresenta - sia per gli
eterosessuali che gli omosessuali - la pratica
sessuale a piu' elevato rischio.
-
Come si possono ridurre i rischi di contrarre
l'infezione da HIV mediante rapporti sessuali?
Per ridurre i rischi di infezione occorre evitare
rapporti penetrativi e altre pratiche che possono
determinare il contatto diretto tra sangue, sperma e
secrezioni vaginali. I rischi possono essere ridotti
moltissimo mediante l'uso costante del profilattico
che e' la forma di prevenzione piu' semplice ed
efficace.
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-
In quale misura il profilattico (preservativo) elimina
il rischio di contagio?
Il profilattico (preservativo) e' una barriera fisica
che elimina quasi totalmente il rischio. Si frappone
tra le mucose genitali, evitando il contatto tra
queste ed i liquidi biologici attraverso i quali si
puo' verificare una trasmissione del virus. La sua
efficacia e' legata all'appropriatezza dell'uso che se
ne fa: si consiglia pertanto di usarlo costantemente e
sin dall'inizio del rapporto.
-
Quali sono le cause piu' comuni di fallimento
dell'azione preventiva del profilattico?
Diverse ricerche condotte in ambito internazionale
hanno individuato tre cause principali alla quale
ricondurre il fallimento dell'azione preventiva del
profilattico: 1) uso scorretto; 2) rottura; 3) difetti
di fabbricazione. Se si esclude l'uso scorretto, che
dipende da fattori facilmente modificabili, e non si
utilizzano profilattici extrasottili, scaduti o
fabbricati con prodotti naturali la percentuale di
fallimento e' inferiore al 3%.
-
Cosa si intende per uso corretto del preservativo?
a) Devono essere utilizzati profilattici in lattice di
gomma in quanto forniscono una maggiore protezione nei
confronti delle malattie a trasmissione sessuale. b)
Il preservativo deve essere conservato in un luogo
fresco e secco. c) I preservativi non devono
assolutamente venire a contatto con oggetti acuminati
(unghie, anelli, ecc.) d) E' necessario usare il
preservativo all'inizio di ogni contatto sessuale di
tipo penetrativo e orale, in modo da evitare
l'esposizione a liquidi che possono contenere agenti
infettivi. e) Indossare il preservativo quando
l'erezione del pene e' completa, avendo cura di
schiacciare il serbatoio tra l'indice ed il pollice in
modo che non ci sia aria al suo interno. f) Srotolare
il preservativo lungo tutto il pene avendo cura di
arrivare fino alla base, accertandosi che non vi siano
bolle d'aria. g) Utilizzare una lubrificazione a base
di acqua (gel) nel caso in cui quella contenuta nel
preservativo non fosse sufficiente. Evitare
assolutamente lubrificanti a base oleosa o grassi che
possono sciogliere la gomma del profilattico. h)
Subito dopo la eiaculazione e' necessario tenere il
profilattico, con l'indice e il pollice, aderente alla
base del pene in modo che durante l'estrazione esso
non si sfili.
-
Si puo' contrarre la malattia praticando solo rapporti
orali?
E' sempre consigliabile l'uso del profilattico anche
nei rapporti orali in quanto il rischio di
trasmissione e' rappresentato dallo sperma, dalle
secrezioni vaginali e dalla presenza di sangue.
-
Lo scambio di baci profondi con una persona
sieropositiva puo' essere rischioso?
Il bacio profondo non e' a rischio in quanto la
presenza del virus HIV nella saliva non e' tale da
trasmettere il contagio; puo' esserci rischio se le
due persone che si scambiano il bacio hanno gengiviti
emorragiche o altre lesioni del cavo orale.
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-
Alla fine di un rapporto sessuale con una persona
sieropositiva, nel togliere il preservativo dopo
l'uso, e' rischioso venire a contatto con le mani alle
secrezioni presenti all'esterno del preservativo?
La cute delle mani, se integra rappresenta una ottima
barriera nei confronti del virus, se invece ci sono
lesioni o piccole ferite puo' rappresentare un rischio
(anche se non elevato).
-
Dopo un incontro sessuale a rischio quando bisogna
fare il test e dopo quando la risposta e' attendibile?
Dal momento dell'infezione alla comparsa degli
anticorpi, rilevabili con il test, possono trascorrere
da 4 a 6 settimane fino a 6 o 8 mesi; quindi il test
e' attendibile dopo questo periodo. Il test va
effettuato subito dopo l'episodio a rischio e va
ripetuto dopo 3 mesi e dopo 6/8 mesi. In questo
periodo bisogna considerarsi potenzialmente infettati
quindi non donare il sangue, o sperma e praticare
sesso con il preservativo. Il test si esegue con un
semplice prelievo di sangue e con il consenso
dell'interessato.
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1
Dicembre 1999 Giornata mondiale sull'aids
L'argomento
e' di quelli importanti ragazzi e non c'e' nulla da
inventare... le cifre riportate qui sotto sono molto
eloquenti. Friends Island non puo' fare molto, ma puo'
partecipare alla campagna di informazione con il suo
piccolo contributo, nella speranza che un giorno, non
lontano, l'aids venga definitivamente debellato. A
fondo pagina troverete degli indirizzi utili dove
poter approfondire l'argomento. Se poi voleste
approfondirlo anche insieme, vi ricordo che potete
usufruire del Forum, proponendo i vostri quesiti o
rispondendo a quelli proposti da altri amici. Fatene
buon uso e mi raccomando... l'informazione non e'
importante solo per evitare l'aids, ma anche per
comprendere ed aiutare tutte quelle persone meno
fortunate che ogni giorno devono condividere la
propria vita con quest'incubo.
Gabriele
Ruscitti
Un
milione di bambini africani, 40 anni fa, furono
vaccinati con un prodotto sperimentale. nel quale, si
teme, c'era il virus siv: quello che colpisce le
scimmie e da cui proviene l'hiv. Sarebbe nata cosi'
l'epidemia.
( Gianfranco
Bangone - Panorama 2 Dicembre 1999)
AIDS:
i suoi numeri |
1
|
Per
un caso di AIDS n Italia, ci sono oggi da 2 a 4
sieropositivi. |
1,1 |
I
milioni di giovani sotto i 15 anni che hanno
contratto l'infezione da hiv nel mondo fino ad
oggi. |
3
|
I
milioni di adolescenti che ogni anno si
infettano per trasmissione sessuale negli USA. |
3,5
|
I
milioni di africani contagiati nel '98: di cui
2,5 milioni tra i 15 e i 25 anni. |
9
|
Donne
sieropositive su 10, nel Terzo Mondo, ignorano
di esserlo. |
10
|
Percentuale
di incremento delle infezioni da hiv nel mondo,
nel 1998. |
11
|
Le
persone che ogni minuto, nel mondo, si sono
infettate con l'hiv nel 1998. |
15
|
Farmaci
a disposizione delle persone sieropositive negli
Usa. Sono 13 in Italia |
16
|
Mila
persone ogni giorno nel mondo si infettano con
il virus dell'Aids. |
20
|
Percentuale
dei casi di Aids da contagio eterosessuale in
Italia segnalati nel 1998. |
27
|
Milioni
di persone nei paesi in via di sviluppo che sono
sieropositive senza saperlo. |
31
|
Eta'
media delle donne al momento della diagnosi di
Aids in Italia. Eta' media:33 anni. |
35
|
Percentuale
delle donne incinte che sono sieropositive in
Africa. |
40
|
Milioni
di persone con hiv e malate di Aids stimate per
l'anno 2000. |
43
|
Percentuale
di donne tra tutti i sieropositivi nel mondo con
piu' di 15 anni. |
47,6
|
La
proporzione nel '98, sul totale dei casi di
Aids, attribuibile all'uso di stupefacenti in
Italia: era del 67,7 nel '91. |
61
|
Bambini
ogni mille nati in Sud Africa che si prevede
moriranno prima di raggiungere l'anno di vita
nel 2005-10. |
75
|
Percentuale
di calo di mortalita' per Aids nell'Europa
comunitaria dal '94 ad oggi. |
95
|
Percentuale
in Italia di bambini con Aids contagiati dalla
madre sieropositiva in gravidanza o durante il
parto. |
590
|
Mila
bambini infettati nel mondo nel '98: tra questi
530 mila erano africani. |
660
|
I
casi di Aids pediatrico in Italia dall'inizio
dell'epidemia (1982) |
1.111
|
I
nuovi casi di Aids notificati nel primo semestre
del 1999 al Centro operativo Aids. |
1.500
|
Le
nuove infezioni da hiv che si ferificano ogni
giorno in Sud Africa, dove l'epidemia e' in
forte aumento. |
1982
|
Anno
della prima diagnosi di Aids in Italia. Nel
maggio 1983 i francesi isolano il virus
responsabile. |
2.000
|
I
nuovi casi di Aids segnalati oggi in Italia.
Erano 5 mila nel 1995 (il picco dell'epidemia). |
5.500
|
I
funerali che si celebrano ogni giorno in Africa
subsahariana a causa dei morti per Aids. |
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E'
L'AFRICA LA PIU' COLPITA
Gli effetti sono milioni e i farmaci costano cari.
Mentre
alla VI Conferenza sul retrovirus, che si e' tenuta in
febbraio del '99 a Chicago, gli esperti hanno parlato
di successi ottenuti con i cocktail antivirali, di
terapia immunologica, di farmaci meno tossici e piu'
potenti capaci di affrontar la resistenza dei nuovi
ceppi di hiv, di strategie per eradicare il virus
dall'organismo, lo scenario del settembre scorso alla
11a Conrerenza internazionale sull'Aids in Africa, a
Lusaka (Zambia), si e' aperto con una catastrofe
sanitaria in atto. Quella che si sta compiendo
nell'Africa subsahariana e nei paesi in via di
sviluppo del Sud del mondo, dov'e' concentrato il 95
per cento delle persone infette da hiv. "Non ci
si aspettava questa inarrestabile progressione e ci si
illudeva, come avviene per ogni epidemia, che una
volta raggiunto il picco si sarebbe stabilizzata. non
e' andata cosi': in certe aree dell'Africa il 35 per
cento della popolazione e' sieropositivo" dice
Stefano Vella, presidente della International aids
society. "Il fossato tra il mondo occidentale e
loro si amplia giorno dopo giorno. Mentre da noi si
assiste a un calo di mortalita' (quasi di due terzi),
in quei paesi la catastrofe noon e' solo sanitaria ma
anche economica". Come ha ricordato Peter Piot,
che dirige l'Unaids: per la popolazione dei nove paesi
piu' colpiti dall'infezione in Africa l'aspettativa di
vita e' calata di circa 20 anni. Anche nel continente
asiatico l'aids suscita un'inquietudine crescente.
"Sette milioni di contagiati. Non sono certo le
cifre dell'Africa, ma la velocita' di diffusione
aumenta. L'india e' uno dei paesi piu' colpiti. E
dalle grandi citta' l'infezione si sta diffondendo
anche nelle zone rurali" osserva Vella.
Gianna Milano - Panorama 2 Dicembre 1999
AIDS:
l'epidemia avanza nel mondo |
|
Sieropositivi
o malati di aids alla fine del 1998 |
Nuovi
casi di infezione nel 1998 |
America
del Nord |
890.000 |
44.000 |
Europa
occidentale |
500.000 |
30.000 |
Europa
orientale e Asia centrale |
270.000 |
80.000 |
Asia
del sud e sudorientale |
6,7
milioni |
1,2
milioni |
Caraibi |
330.000 |
45.000 |
America
Latina |
1,4
milioni |
160.000 |
Africa
del Nord e Medio Oriente |
210.000 |
19.000 |
Africa
Subsahariana |
22,5
milioni |
4
milioni |
Australia
e Nuova Zelanda |
12.000 |
600 |
Asia
orientale e Pacifico |
560.000 |
200.000 |
TOTALE |
33,4
milioni |
5,8
milioni |
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TRITERAPIA:
funziona, per ora.
Ma non riesce a eliminare il virus dall'organismo
Nel
1996 l'avvento della triterapia aveva alimentato la
speranza di poter segnare un punto decisivo nella
battaglia contro l'aids. Il cocktail di vecchi
antivirali, come l'azt, assieme ai nuovi inibitori
della proteasi, che bloccano l'enzima essenziale alla
riproduzione del virus all'inizio del suo ciclo vitale
nei linfociti, ha mostrato di ridurre la carica virale
nell'organismo fino a farne perdere le tracce nel
sangue. "E ha comportato un calo della mortalita':
se prima in Italia meta' dei malati di aids moriva
entro 15 mesi, oggi il 70 per cento e' in vita entro i
tre anni" dice Gianni REzza, del Centro operativo
aids. "Una riduzione attribuibile ai farmaci di
cui oggi disponiamo, ma che non si sa quanto potra'
durare". Le prime battute di arresto nella
speranza di eradicare il virus si sono registrate
quando si e' visto che meta' dei malati sotto
triterapia a distanza di un anno dall'inizio aveva un
incremento della carica virale. "Le ragioni sono
molte: o non avevano preso le molte pastiglie in modo
corretto; o la tossicita' dei farmaci aveva costretto
a sospendere la terapia; o il visurs aveva sviluppato
resistenza. Inoltre, l'idea di eradicare il virus da
un organismo infettato e' tramontata, per ora, perche'
si e' visto che l'hiv e' capace di annidarsi in
linfonodi, cervello e cellule immunitarie a lunga
vita, e di risvegliarsi, ricominciando a invadere
l'organismo, anche se sembrava scomparso" spiega
Stefano Vella, responsabile per la ricerca sull'aids
all'Istituto superiore di sanita'. Si chiedono inoltre
gli esperti: quando iniziare la triterapia? Prima si
pensava che piu' precoce fosse, meglio era.
"Cominciare presto significa minore probabilita'
che si sviluppi resistenza, perche' l'hiv ha meno
probabilita' di replicarsi, dando vita a nuovi ceppi.
Pero', visti i problemi di tossicita' della terapia
attuale, ci si sta ripensando" dice Vella.
(G.M.) - Panorama 2 Dicembre 1999
SU
INTERNET:
www.unaids.org
Informazioni
sull'aids
www.iss.it
Ist. superiore sanita'
www.anlaids.it
Ass.naz.lotta aids
www.arpnet.it/~eanac/100aids.htm
Domande e risposte sull'aids
www.enet.it/paoloanghileri/lila/html/stampa.htm
Lila: Lega italiana lotta aids
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