In una delle chiese della nostra parrocchia ci si riunisce per riflettere sulla Pace
QUALCHE INCONTRO PREZIOSO PER CAPIRE
San Leone, crocevia della pace
Incontri, dibattiti e testimonianze per aprire gli occhi sulla guerra
di Dario Scorza
I
venti di guerra soffiano sempre più forti. La guerra non fa più scandalo.
Anche nel nostro quartiere sembra che nessuno sia particolarmente turbato
dall’imminenza del conflitto. Anzi, molti cominciano a considerare la guerra
un valore, uno strumento che garantisce la pace e esporta la democrazia. Ma, si
sa, della guerra parlano bene solo coloro che non la conoscono. Non sarà un
caso che i nostri nonni che l’hanno conosciuta personalmente sono quelli che
la rifiutano con maggior sdegno. Ebbene, anche nel nostro quartiere c’è un
modo per guardare la guerra in faccia e per capirne l’impatto devastante sulle
nazioni e i popoli che l’hanno subita. La comunità di San Leone, e in
particolare il Gruppo Solidarietà Internazionale, da diverse settimane ha
organizzato un ciclo di incontri proprio sulla guerra dal titolo “Smascherare
i miti e le menzogne”. Chi ha avuto l’occasione di partecipare (come chi
scrive), ha potuto vedere dei filmati sulle conseguenze della prima (e speriamo
ultima) guerra in Iraq. Ha potuto conoscere la storia di un bambino senza una
gamba (saltato su una mina) che si appoggiava al padre cieco per raggiungere
l’ospedale di Emergency con la speranza di essere curato e avere una protesi.
Ha imparato che l’Italia è stata, fino a pochi anni fa, il secondo produttore
mondiale di mine antiuomo, ordigni costruiti appositamente per dilaniare a
tradimento i corpi di uomini, donne, soprattutto bambini.
A
San Leone abbiamo conosciuto padre Giulio Albanese, un missionario comboniano,
che per anni è stato in Africa e ha potuto vedere come quotidianamente, tra
guerre, guerriglie, fame, malattie etc. muoiono l’equivalente delle vittime
innocenti delle Twin Towers, vittime innocenti ignorate da decenni
dall’occidente.
Sono venuti a San Leone esponenti di organizzazioni non governative (Emergency, Libera, Tavola del Pace) che da anni lavorano sui territori in guerra e in condizioni di povertà. Tutto il loro lavoro volto a garantire i diritti fondamentali (salute, alimentazione, istruzione) dell’uomo, un lavoro lungo che mira a costruire delle società coese e solidali, dove sia possibile lavorare e vivere in dignità è il miglior antidoto alla guerra e al terrorismo, è una “pace preventiva”. La guerra disgrega il tessuto sociale, impedisce agli uomini di lavorare, ai bambini di studiare, ai malati di essere curati, alla gente di esprimere liberamente i propri orientamenti politici. Tutto questo produce inevitabilmente focolai di odio e disperazione che spingono i popoli alla scorciatoia della violenza (terrorismo e guerra).
I “pacifisti” che abbiamo incontrato, non sono dei predicatori, ma persone che sono andate nel 1992 a Sarajevo, durante la guerra, in compagnia del compianto Tonino Bello, vescovo di Molfetta (che non esitò ad andare sotto le bombe nonostante il tumore allo stomaco che lo avrebbe ucciso pochi mesi dopo) e a tanti altri uomini di buona volontà per offrire la solidarietà dei nonviolenti agli oppressi dalla guerra, in un momento in cui la comunità internazionale aveva completamente dimenticato il dramma della Bosnia.
Già l’anno scorso, in piena guerra in Afghanistan, davanti a San Leone si svolgevano delle piccole fiaccolate, con lettura di testi di pace. Una testimonianza, piccola ma costante, di un pacifismo vero, nonviolento, senza slogan urlati; un pacifismo fatto di gente che rifiuta la categoria “nemico” e considera la guerra inaccettabile proprio per quello che è: un omicidio di massa.
La comunità di San Leone, invita tutti a riflettere sull’inutilità della guerra e sulle alternative da costruire giorno per giorno. Chi fosse interessato agli incontri può mandare un’e-mail a grupposolidarietainternazionale@hotmail.com per chiedere di essere avvisato tempestivamente delle nuove iniziative. La chiesa di San Leone si trova in via Boccea 60, tel. 06.6633448 (pomeriggio-sera).