In un film, la storia di un grande profeta della non violenza

IL PICCOLO UOMO CHE PIEGO' GLI INGLESI

Pagina a cura di Elettra De Crescenzo

 

La critica

 

Il film sottolinea, insieme all'assoluta novità di queste forme di lotta politica (destinate ad essere assunte come modello da altri movimenti nella seconda metà del Novecento), il grande animo morale ed umano del protagonista, che con l'immensa forza della sua personalità riesce ad esercitare una grande influenza sulla popolazione indiana, di cui diventa un’amata guida politica e spirituale.

Il carisma di Gandhi, del resto, non affascina soltanto gli indiani, ma crea interesse anche tra gli occidentali. Del resto nel suo film Richard Attenborough presenta la figura del Mahatma,

non solo come artefice dell'indipendenza dell'India, ma soprattutto come guida spirituale, padre della non-violenza e quindi modello morale sempre attuale.

La violenza genera necessariamente altra violenza e così diviene un vortice senza fine.

 

 

 

La trama

 

Il film “Gandhi” del regista inglese Richard Attenborough, meraviglioso e ricco di scene spettacolari, narra la vita di un piccolo uomo che riuscì a portare un popolo all’indipendenza seguendo principi importanti quali verità e non violenza.

Il film comincia con i suoi solenni funerali per poi ripercorrere, in un flash-back di tre ore, tutta la sua evoluzione da semplice avvocato dai capelli scuri a monaco calvo vestito di un lenzuolo bianco. Attorno a lui la moglie fedele, i figli e gli amici seguaci della sua dottrina; contro di lui l'Impero britannico e il conflitto fra musulmani e indù.

Gandhi studiò legge a Londra, a 23 anni andò in Africa dove difese i diritti della minoranza indiana. In Sudafrica nel 1893 il giovane avvocato è cacciato dallo scompartimento di prima classe di un treno in quanto indiano. E' così che inizia la sua protesta basata sulla non cooperazione con il governo britannico.

Nel 1915 in India Gandhi indica le linee fondamentali del suo programma politico, incentrato sulla rivendicazione dell'indipendenza nazionale con il mezzo della lotta non-violenta. In poco tempo diventò il simbolo dell’India libera: conduceva una vita molto semplice, praticando la meditazione e vestendo come un membro delle caste più basse. Alla brutale repressione dei colonialisti inglesi risponde con il digiuno.

Nel 1930 Gandhi organizza la marcia del sale contro il monopolio inglese. Nel 1942 una campagna di disobbedienza civile termina con l’arresto del Mahatma e con quello della moglie che muore in carcere. Infine la Gran Bretagna riconosce l’indipendenza dell’India nel 1944 e nel ‘47 Gandhi deve accettare a malincuore la divisione del paese in due stati: l'India induista e il Pakistan musulmano.

Il film si chiude con la scena dell'assassinio: durante un incontro di preghiera un estremista indù spara tre colpi di rivoltella a Gandhi che muore a 79 anni il 30 gennaio 1948.

 

 

 

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