UNA TESTIMONIANZA DEL SOCIAL FORUM
Un mondo possibile
La mia avventura new global
Voglio scrivere per fissare su un foglio di carta quello che ho visto,l’emozioni che ho provato, le sensazioni che ho avuto, nel vivere l’evento del forum sociale europeo a Firenze; le voglio scrivere perché ci sono stati momenti in cui ho creduto di vivere dentro una favola, ma la favola invece era realtà.
Giovedì
Ormai ho deciso con tanti dubbi di partecipare al social forum, voglio capire di che cosa si tratta, voglio vedere chi sono i no global (che nessuno se n’è accorto ma adesso si chiamano new global), voglio sentire cosa dicono. Decido insomma di pormi come un osservatore esterno, distaccato, ma devo esserci, anche solo per non darla vinta a chi voleva a tutti costi limitare ancora 1 volta diritti e e libertà con la strategia della tensione (strategia della tensione che funziona, se penso a quante delle persone che conosco e che avrebbero voluto partecipare all’evento, non se la sono sentita) .
Ammetto di essere preoccupato, teso, mi aspetto di trovare una città blindata dalle forze dell’ordine, militarizzata, una città dove i negozi sono chiusi , barricati e dove gli abitanti si sono chiusi in casa preoccupati e ostili all’evento. Così la descrivono i giornali e le televisioni, non fanno altro che parlare di coprifuoco, di terrore, di possibili devastazioni, la città dei monumenti e dell’arte, dicono è in pericolo, è minacciata; non si dice nemmeno da cosa(anche perché dire che la preoccupazione + grossa è una marcia per la pace è 1 po’ comico) , da chi, come si svolgerà l’evento, di che cosa si tratta, è minacciata e basta, dicono, inevitabilmente si ripeterà la storia di Genova.
Arrivo in macchina a Firenze alle tre e 1/2 del pomeriggio, passo da piazzale Michelangelo e vado a parcheggiare in via aretina, dove mi aspetta una mia amica, Irene. Non vedo monumenti impalcati, vedo pochissimi negozi chiusi ( sono le tre e mezzo alcuni devono ancora riaprire), ci sono molti poliziotti, ma la loro presenza è discreta, l’unica cosa di profondamente diverso è che manca il traffico caotico di sempre,ma di gente a giro ce n’è comunque tanta. Sono sorpreso, ma decido di aspettare a trarre conclusioni, del resto sono dalla parte opposta della città da dove si svolge il social forum. Vado a prendere 1 caffè in un bar, dentro il bar si parla naturalmente del social forum; non posso fare a meno di chiedere al barista come vanno le cose e se pensano di chiudere, lui mi risponde che loro sono tranquilli, non c’è alcun motivo per chiudere, se chiuderanno, chiuderanno sabato, ma non per la paura, ma perché in quella via, ci sarà divieto di transito e di sosta, nonostante non ci passi la manifestazione.
Mi trovo con Irene e decidiamo di prendere il tram, ma prima di andare in fortezza, pensiamo di fermarci in centro per vedere com’è la situazione.
Scendiamo al duomo e facciamo un giro per il centro. I negozi sono quasi tutti aperti anche qui, ci sono tutte le bancarelle al mercato di S.Lorenzo, lo stesso al mercato del Cinghialino, sono chiusi solo quei negozi più ”in” , e addirittura per trovare le barricate di legno e di metallo invece, tocca andare a cercarle con la cartina, sono veramente poche.
La polizia c’è ma, almeno quella che si vede, non è + invadente che nei giorni normali. Anche i musei sono tutti aperti, mancano però i turisti (o meglio qualcuno ce n’è, ma manca l’orda invasiva delle gite di giapponesi o di americani che normalmente invadono il centro storico). A giro per le strade c’è gente normale.
Sono felice di aver trovato questa città e non un'altra. Sono rabbioso se penso che davvero l’informazione italiana è malata a tal punto e forse oggi più che mai è al servizio del potere, sono rabbioso perché se ogni evento che accade lontano da noi è filtrato in questo modo, chi è al potere, può fare veramente tutto ciò che vuole ed essere sempre dalla parte del giusto, e se noi che siamo dall’altra parte dello schermo avremo sempre una visione così distorta della realtà, come faremo (se mai siamo ancora in tempo) a mantenere quel poco di libertà(anche solo di farsi un’opinione) che ci resta?. Non è che non conoscessi i difetti dell’informazione, ma mai mi ero reso conto come in questi giorni della potenza che questo mezzo può avere.
Continuiamo a passeggiare per il centro. In piazza Repubblica c’è un tendone dell’Arci dove fanno musica etnica e dove vendano cibo biologico e del commercio equo, molte sono le persone attratte e incuriosite.
Sotto il porticato c’è il banchetto di un ambulante fiorentino che vende borse e zaini , ci fermiamo perché Irene deve comprare uno zaino. Naturalmente a me viene da chiedere anche a lui come sta vivendo questa situazione: sembra che non stesse aspettando altro che qualcuno glielo chiedesse; si rivela un personaggio stravagante, forse anche un po’ pazzo, sicuramente come si definisce lui, un po’ logorroico, ma dietro le sue parole c’è tanto:
Io ho fatto il 68 qui a Firenze e non me li dimentico i valori per i quali ho combattuto, per i quali ho dovuto prendere anche tante manganellate...............una volta mi presero e cominciarono a manganellarmi...........te sei comunista! Mi dicevano..... io rispondevo ..non sono comunista, e loro mi picchiavano.......te sei comunista! Insistevano e io rispondevo ..non sono comunista..... e loro continuavano a picchiarmi; ma io non ero comunista allora, e non lo sono mai stato, ma credevo allora come oggi in certi valori.......e non posso dimenticare tutto questo e negare oggi a questi ragazzi la possibilità di manifestare per quei valori......... se so gente coi capelloni e col cane sciolto (e non sono tutti così) che me ne frega a me, basta che il cane non mi morda.......anche per questo s’è lottato, perché tutti potessero esprimersi con libertà, s’è lottato anche perché quel frocio di Zeffirelli, potesse avere lo stesso diritto degli altri a parlare, ma lui probabilmente viste le dichiarazioni di questi giorni (credo abbia dichiarato che il social forum è più dannoso dell’alluvione e che i no global andrebbero presi a cinghiate), di questo non se ne ricorda.
Vedi, mi racconta, forse mentre tanti si so chiusi in casa o so scappati da Firenze, io so qui a parlare in questo modo, perché non ho nulla da perdere; mentre tanti della mia generazione (quelli che erano con me a prende le manganellate) oggi sono dietro una scrivania a difendere i privilegi che hanno raggiunto, io so trent’anni che so dietro a questo banchetto, forse sarò stato il più bischero, ma per ora non m’è mancato mai niente, e poi lo vedi nei giorni come oggi si vede che sono più libero di loro; e alla faccia di quelli che hanno deciso di chiudere l’attività, io in questi giorni vendo più che per Natale.
Comprato finalmente lo zaino diciamo che dobbiamo andare, anche perché è tardi, e se aspettiamo che ci congedi lui, stiamo lì fino a mezzanotte.
Ci saluta dicendoci, quando tornate a casa, diteglielo a Siena (prima ci aveva chiesto da dove venivamo) che Firenze in questi giorni non è come la descrivono alla televisione e che noi fiorentini non siamo tutti come vorrebbero Loro!
Ripartiamo alla volta della fortezza, e vicino a San Lorenzo troviamo Jovanotti, che Irene ferma chiamandolo per nome (Ciao Lorenzo!), ci fermiamo pochi secondi a parlare con lui, ci dice che è appena stato in fortezza e di andarci perché è bellissimo, lui sta andando in p.za Repubblica a vedere cosa c’è. Ci saluta con un Ciao Ragazzi! Irene avrebbe voluto farsi fare una foto insieme a lui, ma rimane spiazzata dalla semplicità dell’incontro e nemmeno gli chiede niente.
E’ un clima davvero bello, ma il più bello deve ancora venire.
Arriviamo alla fortezza, (anch’essa senza traffico nei viali e senza macchine parcheggiate), dove vediamo centinaia di persone all’ingresso; ci spiegano che per entrare dobbiamo fare il pass .
Andiamo a farlo al Palaffari, dove, ce lo rilasciano ad un costo, ricavato in base al reddito mensile, naturalmente dichiarato basandosi sulla FIDUCIA.
E’ uno spettacolo! Il palaffari, Il palazzo dei congressi, la Fortezza da basso, tutte strutture di forte rappresentanza istituzionale o economica, sono ora in mano a migliaia di ragazzi, di tutte le nazioni del mondo, e ti fa un grande effetto vederli passeggiare per i giardini, vestiti come vogliono,e magari con qualche cane a seguito, mentre si apprestano ad andare a seguire le centinaia di conferenze in programma.
C’è un senso di civiltà assurdo, nessuno che ti spinge o ti passa avanti, nessuno che fuma (non dico le canne, ma nemmeno le sigarette) dentro le enormi aule di assemblea, il tutto dentro un organizzazione capillare fatta tutta da volontari (mi è capitato più di un volta di sentire l’altoparlante che dice che c’è da fare un qualcosa e occorrono, che ne so, 6 volontari, 10 volontari….)
C’è gente di ogni tipo, di ogni nazionalità, tutti si guardano nello stesso modo, con lo stesso rispetto, che tu sia bianco o nero, che tu sia vestito bene o che tu vada in giro pucioso e trasandato.
E poi come fai a guardare diversamente , che ne so anche quelli + puciosi, che molti vogliono come unica tipologia no global,( ma vi assicuro che non esiste una tipologia no global) , se quando ti siedi accanto ti accorgi che sa tre lingue e che riesce a seguire molto meglio di te anche le conferenze che hanno tematiche più strettamente economiche, legate alla globalizzazione. Sembra che qui l’apparenza non conti più, affatto, tutti sono qui, per parlare, per confrontarsi, per ascoltare su tematiche e valori comuni, tutta questa gente è qui perché vuol sapere, vuol vederci chiaro,vuole capire la società, non gli basta farsela passare sopra, con atteggiamento di menefreghismo rispetto a tutto quello che succede, menefreghismo che normalmente scompare solo quando si intaccano i privilegi personali.
Eppure ciò che dovrebbe essere normalità ti stupisce, ti sorprende, alle volte addirittura ti spiazza. Mi trovo tra migliaia di persone, che dovrebbero essere solo sovversivi e fuori legge eppure non mi sono mai sentito a mio agio come tra queste persone, perché tutti rincorrono, dal religioso al disobbediente, gli stessi valori, e in un clima assurdo e surreale sembra proprio che qui dentro quei valori ci siano.
Attenzione, non mi sono fatto punte canne, né ne ho subito più di tanto i fumi, visto che come ho già detto dentro le assemblee nessuno fuma.
Entriamo in uno dei padiglioni, dove è in corso un assemblea in cui si confrontano Istituzioni locali e social forum, sono presenti il presidente della regione Claudio Martini, un esponente del social forum italiano, alcuni rappresentanti di istituzioni locali e di social forum di altri paesi del mondo.
C’è una cosa che mi colpisce subito, per tutte le migliaia di persone che partecipano c’è la possibilità di ascoltare gli interventi (ognuno fatto in lingua madre) di coloro che parlano, in 5 lingue diverse. Dietro la consegna di un documento, senza spendere niente, ti danno una trasmittente e delle cuffie con le quali c’è la possibilità di seguire gli interventi della lingua che non si conosce, attraverso la voce dei 5 traduttori simultanei, presenti in ognuna delle sale di assemblea.
Tutti (anche perché la disponibilità di questi aggeggi, è sufficiente per fornire tutti, anche a sala piena), possono ascoltare e capire tutti, senza limite di conoscenza linguistica.
Io l’ho trovata una cosa stupenda, una sorta di Babele al contrario.
Per quanto riguarda la conferenza, Martini ha già parlato, ci fermiamo comunque un po’ ad ascoltarla, anche se ancora, lo stupore non ci permette di addentrarsi sui contenuti veri e propri.
Parla un ragazzo, è il coordinatore del Social forum italiano, uno degli organizzatori di questo evento, non l’ho mai visto, ma del resto mi accorgerò che non conosco la maggior parte dei volti che emergono da questo movimento (forse anche perché nessuno vuole farceli conoscere). Parla rivolgendosi a Martini, rivela la possibilità di un incontro forte tra le istituzioni locali e il movimento; lo ringrazia per la fiducia che ha dato loro per questo evento,accettando di mettersi in gioco, ma ricorda la fiducia che Martini dette a questo movimento anche a Genova, quando nella manifestazione del giorno dopo alla morte di Giuliani, contro tutto ciò che il ruolo istituzionale gli avrebbe imposto, volle esserci e partecipare con il gonfalone della regione Toscana; Per loro è stato in qualche modo un disobbediente,ed è proprio questa parola DISOBBEDIENZA che ha fatto tanta paura in passato e che invece qui sembra rincorrersi tra tutte le sale della fortezza. Il social forum cerca l’appoggio e la collaborazione delle istituzioni locali, ma chiede perché ci possa continuare ad essere un dialogo vero che quella disobbedienza che Martini o Dominici, hanno saputo dimostrare anche accettando e credendo in questo forum, possa trasformarsi in eventi concreti, che a livello locale possono costituire metodi di cambiamento POSSIBILI; chiedono di non svendere la ricchezza culturale, sociale e paesaggistica del territorio, chiedono di ricercare un controllo pubblico dei servizi (l’acqua, l’energia,ecc..) che sono diritti fondamentali perchè le modalità di controllo e distribuzione non possono essere stabilite solo dal fatturato di un azienda; vengono fatti esempi, mi sembra di una zona del brasile, in cui una multinazionale(multinazionale che sembra che anche in Italia stia per assumere il controllo di molti servizi), alla quale sono state assegnati questi servizi ha tolto, perché non conveniva più,la distribuzione dell’acqua in alcuni quartieri poveri.
La conferenza continua con gli interventi di alcuni sindaci stranieri che testimoniano la loro realtà.
Ci alziamo, perché è tardi e non abbiamo ancora visto quasi niente di quello che c’è. Proviamo a muoverci tra il padiglione dei Work-shop, sembra una fiera delle organizzazioni sociali, ma del resto, se solo mi fossi soffermato prima a riflettere sul significato di SOCIAL FORUM europeo, avrei capito subito di che cosa si trattava.
Comunque non ho modo di vedere più di tanto, perché Irene vuole essere a casa presto, sono quasi le otto e dobbiamo cominciare ad uscire.
Mentre veniamo via troviamo Paolo Hendel e anche questo incontro avviene con la massima semplicità ; ci fermiamo a parlare, ci chiede di dove siamo, lui ci dice che abita a San Casciano e si lamenta perché a Siena non lo chiamano quasi mai. Gli chiediamo di che cosa parla il suo spettacolo, ci dice di Bush, Berlusconi, ecc… dice sembra assurdo, ma in situazioni tragiche come questa, ci sarebbero da fare spettacoli di satira che durano delle ore… Lo so, è una contraddizione del mio lavoro, ma è così…ammette di essere contento di essere lì, anche se ancora ha visto poco, e sta cercando di orientarsi; ci fa un autografo con dedica dietro il pass e ci saluta.
È tardi e ce ne andiamo
Non sono riuscito a seguire molto, ma credo di aver già capito tante cose .
Venerdì
Sono a Firenze intorno all’ora di pranzo; come ieri, decido, prima di andare in fortezza, di passare dal centro storico;gia quando sono al Duomo, sento provenire della musica da via dei Calzaioli, corro a vedere e trovo un sacco di ragazzi che suonano, non sono una banda, ma due o forse tre gruppetti di suonatori da strada che girano insieme e suonano, improvvisano, camminando per le vie della città; davanti a loro, dietro, insieme, giocolieri improvvisati, “no global”, gente comune, persino due vecchiettine a braccetto. Suonano musica allegra,ma anche musica di lotta (riconosco Asta Siempre Comandante) insomma suonano. In una Firenze, senza la presenza di gite turistiche, e dove anche le insegne più invasive come quella del Mac Donalds sono sparite, tra le bellezze della sua arte, sembra di vivere un clima da favola ; come dietro il pifferaio magico , alla testa di un sacco di gente, me compreso, la “banda” arriva in Piazza Signoria, e dopo aver girellato un po’ anche per sdrammatizzare quel minimo di tensione dovuto alla presenza qui di diversi furgoni di polizia e carabinieri, si mettono a suonare davanti al Perseo, e al David (alla copia del David), di fronte alla Loggia: grazie al riverbero dei loggiati, la musica si diffonde in tutta la piazza e davvero sembra un altro momento di magia.
Mentre i musicanti riescono dalla piazza, due cavalli dei carabinieri, forse infastiditi dai tamburi, si imbizzarriscono e li lasciamo a zampettare per mezza piazza.
Sembra davvero che niente potrà turbare questa festa.
I negozi sono aperti, i bar hanno i tavoli fuori, gli uffizi sono aperti (anche se è strano non vederci nessuno) la gente a giro ce n’è sempre tanta, e anche per le strade sembra esserci più traffico.
Vado in fortezza, prendo un caffè al bar messo su dall’Arci: per fare lo scontrino, nonostante ci sia una ressa di gente spaventosa, e ci siano due casse, sono tutti in fila, attenti a non passarsi avanti (comincio quasi a credere di avere le allucinazioni).
L’area di ristoro è spettacolare, c’è una parte riservata al mangiare contadino, zuppe, formaggi e carne alla brace, ci sono i banchetti dei prodotti biologici e del commercio equo; purtroppo ho gia fatto pranzo, ma mi rifornisco di qualche biscotto, di cioccolata e di 1 succo di frutta (naturalmente biologico).
Da questo momento voglio addentrarmi dentro i contenuti di questo forum, nel quale sempre di più mi sto sentendo a mio agio.
Prima di darmi a qualche assemblea, voglio visitare per bene i workshop delle varie organizzazioni che partecipano; trovo di tutto, dalle organizzazioni umanitarie , alle vecchie associazioni di lotta comunista , c’è Emercency, c’è Legambiente, c’è Medici Senza Frontiere, c’è la Retelilliput, Amnesty International, Attac, Green Peace, Pax Christi, Tavola della Pace, gruppi di indiani d’america, gruppi sudamericani, cooperative del commercio equo e solidale, ci sono organizzazioni per la causa palestinese, altre per i lavoratori del sud, altri che pongono la loro attenzione sull’Africa, e persino un gruppo New Age. Pacifisti, religiosi, ambientalisti, comunisti, o anche solo difensori di diritti e libertà, in rappresentanza di gran parte dell’Europa e del mondo, tutti lì, se pur talvolta con obbiettivi distanti e persino contrastanti, per confrontarsi , per conoscersi e farsi conoscere, per trovare i punti di contatto in una lotta, quella dei diritti dell’uomo, diventata globale; una lotta che gia riconosce come comuni, il no fermo alla guerra, il no al neoliberismo, il no al razzismo e alle ingiustizie sociali. Qualcuno potrebbe anche definirla la fiera dei perdenti e delle utopie, a me piace vederla come una fiera della speranza.
Sono gli unici che sembrano aver capito che anche i problemi della società vanno vissuti dentro una dimensione globale, non si può, e questo governo sembra avere una specializzazione particolare, continuare a pensare di far credere che le problematiche si risolvono chiudendo le porte agli immigrati, facendo credere che il terrore sta nella lotta tra civiltà diverse, e proponendo dei palliativi a livello nazionale, quando l’economia si fonda su ingiustizie che coprono una scala mondiale.
Per la cronaca non sono presenti i partiti, ne nei whork shop, ne nelle conferenze, i pochi esponenti politici che partecipano alle assemblee non vengono quali rappresenti di un partito.
Ci sono sempre i vecchi movimenti di lotta, che parlano ancora di rivoluzione, ma sono i nuovi, quelli dei disobbedienti, quelli dei social forum, quelli della retelilliput, quelli che si fanno osservare, sono quelli che danno la vera spinta al movimento ( E’ comunque pazzesco ma nello stesso tempo confortante vedere quante gruppi o organizzazioni si battono ogni giorno per i diritti dell’uomo,e ancora una volta viene da pensare perché nascondere o demonizzare tutto questo, perché non permettere che si venga a conoscenza dei loro obbiettivi, delle loro istanze? Purtroppo le risposte si sanno.)
E allora attraverso anche i dibattiti cerco di capire un po’ meglio cosa è questo movimento. La potenza di questo movimento, sta nella presa di coscienza di tematiche estremamente forti ed importanti, nel confronto, nel tentativo forte di democrazia delle organizzazioni. Tra gli obbiettivi c’è la volontà di mantenere e garantire la pluralità, la volontà di non creare gerarchie decisionali, la determinazione a non strutturare queste organizzazioni come dei partiti, o come i sindacati, dai quali ogni volta se ne ribadisce le distanze, anche se sempre si cercano punti di contatto,senza però strumentalizzazioni. Naturalmente c’è la coscienza di sentirsi in modo generalizzato di sinistra (spesso viene usata anche l’appellativo “compagno”) ma è una sinistra che è distante dalla logica dei partiti, ed è una sinistra che convive perfettamente con il mondo cattolico; io l’avevo sempre pensato infatti che la vera sinistra e il vero cattolicesimo avessero alla base gli stessi principi .
Qui si parla di reti di gruppi e di reti di reti, questa deve essere l’organizzazione nuova.
Nelle loro parole non ci sono più slogan, c’è poca violenza, anche perché c’è la coscienza che anche solo la violenza verbale può fare il gioco di chi li contrasta. Ma c’è comunque rabbia e voglia di non rimanere con le mani in mano, c’è la forte speranza di poter cambiare le cose, ci sono proposte concrete per cambiare il mondo, ma il loro punto di forza che sta nella democraticità e nella non gerarchia, è purtroppo il punto debole che non permette di influire nelle grandi decisioni, l’unica vera potenza di questo movimento forse rimane la comunicazione.
Solo tante utopie messe insieme? Questo non lo so, so solo che è quel mondo di cui parlano quelle utopie che vorrei vivere. E come si fa a vivere senza pensare che davvero un altro mondo sia possibile!
Le assemblee sono tantissime, se ne segui una sola ne perdi 50 altrettanto interessanti e questo purtroppo è un altro dei limiti del social forum, sarebbe dovuto durare una settimana .
Ne ho seguite una sulla guerra del capitalismo
Ci sono stati molti interventi di testimonianze dalla Palestina , dall’Iraq, dall’india
Più di una volta chi ha parlato ha precisato che non volere una guerra non significa sostenere ne Saddam Hussein, ne Arafat, ne Bin Laden, ne il monarca di turno, tutti tiranni per altro creati volta volta dall’egemonia americana. Si parla di una GUERRA GLOBALE PERMANENTE, cioè la guerra del terrore, è questa la guerra di oggi, e quella che si è creato a Genova, è quella che si è tentato di creare a Firenze, e quella che si è creata con Bin Laden, e ora con Saddam: il terrore usato come strumento per mettere a tacere chi d fastidio,il terrore usato come pretesto per rendere leciti interventi che altrimenti non lo sarebbero,
Durante questa conferenza ho modo di ascoltare anche l’intervento di Agnoletto
Lui che è un medico generico, dice di non accettare la parola prevenzione per una guerra come quella all’Iraq, una guerra preventiva è stato detto dagli americani, ma la domanda è COM’E’ POSSIBILE FARE MIGLIAIA DI MORTI PER PREVENZIONE?
Il suo intervento continua, e non è nemmeno così pessimo, ma la sensazione che ho è che comunque all’interno del movimento non sia riconosciuto affatto come leader, nonostante le televisioni continuino a prenderlo come interlocutore e rappresentante dei no global.
Particolare curioso avvenuto durante questa assemblea: un ragazzo a un certo punto chiede il microfono al coordinatore, gli viene dato e lui in due lingue fa un appello per trovare un cagnolino con un collare rosso che si è perso; particolare affatto irrilevante in una cornice di questo tipo.
Dopodiché mi appresto a seguire l’unica conferenza che sono riuscito a seguire per intero e forse quella che più mi ha permesso di capire molte cose.
Il titolo è Nonviolenza,disobbedienza e conflitti sociali, partecipano tra i tanti Haidi Giuliani (la madre di Carlo),Alex Zanotelli, Luca Casarini.
Comincia Haidi Giuliani;
al suo arrivo, subito tra i presenti (la sala è strapiena) si alza il coro
Carlo è vivo e lotta insieme a noi, le nostre idee/speranze non moriranno mai
Ammetto che il fantasma di Carlo Giuliani sia sempre presente e si manifesti ogni qual volta venga nominato il suo nome. Qui dentro è diventato per alcuni una sorta d’eroe, per la maggior parte è comunque un martire, una vittima di una situazione pesante creatasi a Genova ( e qui le teorie per loro sono chiare) per responsabilità precise.
Naturalmente condivido queste teorie in modo molto marginale, e comunque mi trovo a disagio ogni qual volta questo coro viene fuori (anche se anch’io in parte credo che Carlo Giuliani sia stato una vittima, ma non certo del carabiniere che gli ha sparato).
Ma Haidi Giuliani non parla affatto del figlio, (non so se ne abbia parlato in altre assemblee o meno) vuole parlare dell’informazione che c’è stata durante questo evento, dice che non ci può essere democrazia senza informazione vera, dice che a Firenze lei in questi giorni ha trovato tutto fuorché violenza, la violenza l’hanno fatta altri. Lei dice di aver trovato solo abbracci e grande civiltà.
Parla un certo Petros Costantinou, G2001 Grecia, ma per accaparrarmi un posto a sedere non ce la faccio ad andare a prendere le cuffie, comunque lui parla in inglese, capisco qualcosina
Parla di rivoluzione, ma senza violenza
Parla poi un rappresentante di Attac Francia, qui non riesco a capirci praticamente niente, ma da alcuni interventi di altri esponenti di Attac che avevo già ascoltato(parlano di tobin tax, un sorta di tassa sulle transazioni internazionali che potrebbe controllare e tentare di ostacolare molti traffici illeciti e spaventosi di questa economia neoliberista), ritengo che sia un’organizzazione da cercare di conoscere e capire.
E’ la volta di Giorgio Cremaschi della Fiom-Cgil
Mentre stiamo parlando, l’Onu ha già approvato una risoluzione che , qualora Saddam Hussein non accetti le condizioni imposte , da il via libero all’intervento bellico senza condizioni .
Afferma che è chiaro che la guerra è decisa da tempo, che quella dell’Onu è solo l’ultimo atto di servilismo alla principale potenza del mondo,del resto la condizione posta dagli Usa era o fai la risoluzione o noi la guerra la facciamo lo stesso.
Di fronte ad un comportamento tale da parte di un istituzione come l’Onu, che dovrebbe essere posta a garantire la sicurezza e l’ordine mondiale, la parola dovuta dovrebbe essere proprio disobbedienza. Non è possibile continuare ad accettare che gli apparati preposti a garantire dei diritti subiscano il controllo totale del potere.
Che significato hanno oggi quei documenti redatti dopo la seconda guerra mondiale, una guerra che aveva provocato milioni e milioni di morti, scritti per non cadere più in quelle atrocità? Che significato può assumere ,di fronte a quello che sta accadendo,la dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, la carta dei diritti europea? la nostra costituzione ? in particolare l’articolo 11? Davvero basta cambiare nome a un intervento armato per cancellarli tutti?
Poi fa l’esempio della Fiat
La fiat non ha mai trattato con i Sindacati, ha solo dato ordini e comunicato decisioni, forse decisioni della General Motors che si appresta a comprare e che però ha posto la condizione se non licenzi non compro.
Anche in questo caso quale può essere la strategia di fronte a questo tipo dio comportamento, davvero sulla pelle della gente si può sempre giustificare tutto dicendo non poteva essere fatto diversamente? Credo di no
E poi cita gli interventi limite del governo
La legge sul falso in bilancio, la legge Cirami(divenuta legge in questi giorni senza alcun clamore),la legge Bossi-Fini una legge razzista che non considera più L’ILLEGALITA’ DEGLI ATTI, MA DELLE PERSONE.
A tutto questo il dovere morale è disobbedire, disobbedire e per esempio aiutare gli immigrati
Oggi tutte le leggi vengono giustificate,dicendo che devono essere fatte per forza, o per il patto di Mastricht, o per il patto di stabilità ecc…tutto viene fatto passare come necessario e indispensabile.
I poteri non hanno più la disponibilità alla mediazione, alla contrattazione e al dialogo
A questo l’unica risposta forse rimane davvero la disobbedienza.
Si deve cercare un modo per parlare tra le associazioni più antiche (i sindacati) e le nuove entità del movimento.
Il potere è capace di cancellare l’informazione e di reprimere,
nella disobbedienza non si deve essere mai come coloro contro cui lottiamo,non si devono usare mai gli stessi mezzi.
A questo punto è la volta di Alex Zanotelli
E’ accolto da un applauso lunghissimo, il calore che quella folla gli dimostra mi fa capire che questo prete comboniano davvero costituisce uno dei pochi riferimenti fermi del movimento. Eppure tanti sciocchi potrebbero chiedersi, come fanno quella massa di “compagni”, che urlano alla rivoluzione ad applaudire un prete? La risposta sta nelle sue parole.
Comincia a parlare con la sua vocina calma e debole, che sembra davvero avere dentro tutto quello che ha vissuto. Non sembra voglia fare una predica, ma piuttosto sembra che voglia condividere con questa folla di ragazzi il male che ha dentro, mai userà toni violenti.
Racconta la sua storia. E’ vissuto per 12 anni nella baraccopoli di Coro-Cocho, a Nairobi, in Kenia.
Nairobi è una città moderna, con tanti grattacieli; proprio accanto ai grattacieli sorge questa baraccopoli, una città di sofferenza, dove le tante persone che ci abitano non hanno nessun diritto a vivere; non solo il terreno in cui sorge non è loro, ma devono pagare anche un affitto per stare dentro alle baracche. Non c’è acqua, non c’è cibo, a Coro Cocho non c’è niente.
In una situazione del genere SALTANO TUTTE LE CERTEZZE, anche quelle di un prete, salta tutto. Talvolta il senso di impotenza è tale che viene voglia solo di sbattere la testa nel muro.
Dice che per lui è stata un’esperienza devastante, che anche adesso che è tornato, non può cancellare.
Prima di continuare il racconto, ci dice che non vuole che quando usciamo di qui, usciamo con un altro senso di colpa, non servono i sensi di colpa.
Dice che a Coro Cocho si può parlare anche di femminizzazione della povertà
Racconta la storia di una bambina, una bambina che a sei anni era stata costretta a cominciare prostituirsi, a 13 l’aids l’aveva già uccisa. L’episodio risale a circa un anno prima che morisse; questa bambina andò nella baracca di Alex per pregare,( molti dei poveri della baraccopoli andavano da lui a pregare, e quando pregano, dice, i poveri urlano), lui la fece entrare, e mentre urlava, cominciò a spogliarsi, lui cerco di dirgli che non doveva, lui era un prete, lei rispose no, mi spoglio perché devi vedere il mio corpo: era un corpo massacrato dai lividi e dalle ferite, indescrivibile.
Questi sono i crocefissi viventi
E dice che inorridisce , di fronte alla proposta di alcuni senatori che vogliono che siano ripristinati i crocefissi nelle aule delle scuole, quando poi con una legge come la bossi-fini, si schiaffeggiano i crocefissi viventi.
Il sistema in cui viviamo fugge le croci continuamente
Il 20% del mondo vive con l’83% delle risorse
L’80%del mondo vive con il 16% delle risorse
Un miliardo e mezzo di persone vivono con l’ 1,4% delle risorse
Questo è un sistema economico violento
30- 40 milioni di persone muoiono ogni anno di fame e di malattia, e non vi immaginate cosa significhi vedere morire i propri figli che ne so di diarrea, oppure di tante altre malattie che per noi non sono niente.
L’11 settembre è stato utilizzato in modo brillante dal complesso militare e industriale per rilanciare l’economia mondiale, sono stati investiti
500 miliardi di dollari in armi negli Stati Uniti
250 miliardi di dollari in armi in Europa
Pensate, secondo alcune riviste specializzate Americane, con solo 13 miliardi si può risolvere il problema della fame e della malattia nel mondo per un anno.
Questa è follia!
Gli Usa stanno rinnovando tutto l’apparato atomico, smantellando quello vecchio, (con tutte le conseguenze dello smaltimento)
Non solo, ma d’ora in poi, riporta delle dichiarazioni del Ministero della difesa americano, gli Usa potranno utilizzare l’atomica, ovunque i loro interessi vitali saranno minacciati.
Gli Usa hanno già stanziato 200 miliardi di dollari per la guerra in Iraq, la guerra ci sarà
Gli armamenti non servono per la guerra al terrorismo, ma per mantenere i privilegi di quel 20% della popolazione
La vittoria per gli americani ( riporta un altra dichiarazione) è mantenere questo stile di vita
Non si tratta di uno scontro di civiltà
Qui la violenza è sfuggita di mano
Finisce il suo intervento raccontando il suo incontro in carcere poco tempo fa con Curcio, esponente delle brigate rosse. Curcio chiese di poter parlare con lui, nonostante non si fossero mai conosciuti, e gli confessò che lo sbaglio grosso che avevano fatto era quello di aver creduto che il fine giustifica i mezzi (machiavelli)
L’unica scelta possibile è la nonviolenza attiva (Don Milani)
Segue naturalmente un grossissimo applauso.
Sono stato quasi tutto il tempo con la pelle d’oca, e cerco di riprendermi da quel bombardamento di emozioni, di cui questo discorso è stato forse il culmine; emozioni nel sentire, ma anche nel vedere le facce che mi erano intorno. Continuo a pensare che da quelle persone non possa scaturire niente di violento e, se quelle erano le stesse che in passato, non sia potuto generarsi nemmeno in passato devastazione da dentro questo movimento. Come si fa a credere che un movimento che trova dei punti fermi in persone come Alex Zanotelli e Gino Strada possa essere un movimento violento.
Comunque deve ancora parla re Luca Casarini, ed è lui quello che l’informazione ritrae come capo rivoluzionario e violento del movimento.
Anche lui è accolto sicuramente con grande calore, ed è applaudito e acclamato (anche se dopo l’intervento di Zanotelli, non mi sembra che abbia la stessa forza comunicativa).
A dire il vero (e sarà anche perché parlare dopo Zanotelli non è così semplice)si pone addirittura con un tono fin troppo pacato di ragionamento, senza slogan.
Dice che è inutile dire che nessuno ha risolto questa situazione intollerabile, ma secondo lui è folle pensare di abituarsi alla disperazione.
Non è possibile che ci si rassegni al fatto che tutto è gia previsto, la guerra, le leggi ingiuste, i licenziamenti, e che tutto sia necessario, non è possibile abituarsi a tutto questo
Nessuno di noi, dice, ha la soluzione , ma si deve aprire per forza una discussione, non si può rimanere tra la morsa Bush-BinLaden e permettere che tutto accada.
Questa mattina sono stati a fare un sit-in alla Caterpillar, la Caterpillar, ci dice, fornisce i mezzi a Sharon per distruggere le case dei Palestinesi coi Palestinesi dentro. Di fronte a questo la gente deve sapere e qualcuno deve darci una risposta.
L’Onu non sanziona più questi comportamenti, e allora chi deve farlo?
Io non ho la ricetta, ma qualche strada nuova va cercata, ce lo insegnano gli ultimi del mondo, in Chapas che una strada per reagire c’è.
Disobbedienza
Se l’Onu approva la guerra, dobbiamo continuare a dire che deve cambiare, o possiamo cominciare a credere che l’Onu sia morta?
Berlusconi non vede i tre milioni di persone in piazza, dice i consumi di energia non sono calati molto........io credo che siano dei pazzi criminali
Non è vero che ci si abitua alla devastazione, alla violenza, alla morte di Genova.
Dice di aver imparato una cosa da Genova, e cioè che si deve essere più profondi e attenti a non comunicare un messaggio PREVISTO. Si deve stare attenti a non fare il loro stesso gioco.
Loro sanno che quell’83% di persone che stanno male arriveranno a reclamare e a ribellarsi, e allora cercano di prevedere tutto.
Io voglio discutere di non violenza con Alex, non con Pisanu, non con Berlusconi!
E qui finisce l’assemblea.
In queste parole (in quelle di Zanotelli e in quelle di Casarini) forse c’è tutto, c’è tutto il social forum, c’è tutto il movimento.
La manifestazione di sabato
Inutile dire quanto sia stata bella, a malincuore i giornali e i telegiornali l’hanno descritta a sufficienza
Anche questa è stata un’esperienza unica
500.000 persone, o 700.000, o un milione, comunque un fiume di persone immenso
dentro c’è tutto, ci sono tutte le organizzazioni rappresentate dal social forum, ma c’è anche altro, cè la Cgil,e ci sono anche i cobas, ci sono i boyscout e la retelilliput, e ci sono il partito comunista e i disobbedienti, ci sono tante organizzazioni “rivoluzionarie” del socialismo Europeo e c’è Messier Bovè (quello della lotta contro i Mac Donalds in Francia) su un trattore, ci sono gli operai della Fiat, e ci sono gli anarchici, c’è l’Arci e la sinistra giovanile. Insomma c’è tutto. (ammetto che sia gli anarchici che i cobas mi hanno in principio creato disturbo e timore, per lo meno per la violenza verbale o visiva con la quale si presentano, i primi hanno bandiere e striscioni neri e rossi , diversi in entrambi i casi hanno il volto bendato, ma evidentemente, fuori da un clima di tensione e comunque con una vigilanza anche interna molto attenta finiscono per essere innocui e poi del resto nei loro striscioni ci sono scritte più o meno le stesse cose di tanti altri manifestanti).
Un fiume in piena che però non graffia ne imbratta nemmeno un vetro di una banca, forse c’è la consapevolezza diffusa (e purtroppo c’è voluta Genova per capirlo fino in fondo)che anche 1 solo vetro rotto può essere preso come pretesto per creare disordine e terrore e per catapultare delle ragioni sacrosante nel fango.
Non una banca imbrattata, non un negozio devastato, non viene dato fuoco a niente, l’unica cosa alcune scritte,nemmeno così pesanti, su quei pochi negozi che hanno messo delle barricate di legno.
A dire il vero assisto alla rottura dell’unica vetrina rotta durante la manifestazione, da parte di un deficiente (qualcuno bisogna ci sia per forza) che poi scappa all’urlo scemo! Scemo! (la vetrina ho letto nel giornale gli è stata ripagata dai manifestanti con una colletta.
Un fiume di musica, canti, balli, colori
Tante bande, tanti giocolieri, ma anche tanti striscioni e tanti cartelli di dissenso alla guerra e alle ingiustizie.
Una folla che ti avvolge ma non ti fa paura mai.
E ci sono anche i fiorentini, a dispetto di quanti li volevano fuggiti e barricati, ci sono tra la gente con un cartello al collo con scritto SONO FIORENTINO E SONO ORGOGLIOSO DI AVERE OSPITATO IL SOCIAL FORUM, ci sono affacciati alle finestre con striscioni di pace e ogni volta vengono ringraziati e applauditi, e ci sono anche alcuni che offrono il tè o da bere, altri che mettono a disposizione il loro bagno;nelle vie che si innestano nel percorso della manifestazione ci sono negozi aperti, ci sono aperti alcuni bar, sono aperte la Coop e l’Esselunga.
Nel percorso della manifestazione non vedi un poliziotto, se ti sposti nelle vie vicine, li trovi, ma sono a gruppetti, non hanno i caschi,non hanno gli scudi, sono la polizia che uno ha sempre sognato, quella amica, quella che ti sorride e che difende la sicurezza di tutti, e non quella al servizio del volere di un governo. Hai la sensazione che addirittura i poliziotti apprezzino quello che accade e possano addirittura condividerlo, cominci a rivederli per quello che sono (ma non so se lo sono sempre stati) e cioè ragazzi che pensano.
Sento un funzionario di polizia che parla con un ragazzo dei manifestanti, direi molto alternativo, che non so cosa gli dice, ma sento che gli risponde: ragazzi state facendo una festa bellissima, divertitevi!
C’è un’altra situazione un po’ difficile che si verifica sotto alla finestra di un personaggio che ha esposto un cartello che inneggia Oriana Fallaci come unica vera sostenitrice dei Fiorentini e della città, e che naturalmente crea un forte dissenso che potrebbe portare a possibili reazioni di nervosismo da parte dei manifestanti; eppure anche in questo caso un carabiniere è li sotto ( non ricordo ma non mi sembra nemmeno particolarmente armato) e cerca riuscendoci di distogliere in modo amichevole e con la massima tranquillità i manifestanti alterati dall’affronto, ci parliamo anche noi e ci dice che hanno già tentato di farglielo togliere, ma non lo tolgono, gli hanno detto quelli del condominio che sono mezzi matti, e quindi di lasciarli perdere.
Tutto estremamente normale, eppure è una normalità che continua a sorprendermi.
Il percorso della manifestazione termina a campo di Marte, dove nel piazzale di fianco allo stadio c’è un bellissimo concerto. Quando ci arriviamo noi, si è già fatto buio e ci troviamo in un mare di gente festosa.
C’è anche un intervento del Sindaco Dominici che dice, se mi chiederanno chi ha vinto, dirò che avete vinto voi e ha vinto la città, grazie per avermi insegnato che davvero le cose, forse, si possono cambiare .
E’ l’ora di andare, e attraversando una città magica, senza traffico e macchine parcheggiate, ma con solo ancora tanta, tanta gente per le strade, lascio Firenze con la sensazione di aver visto davvero, in questi giorni (usando lo slogan new global) un altro mondo possibile.