The Truman Show: telecamere nascoste per fare spettacolo
LA STORIA DI UN ATTORE INCONSAPEVOLE
Pagina a cura di Angelo Rampotti e Davide Toffoli
La critica
Un uomo intrappolato in un mondo completamente ricostruito, ripreso 24 ore su 24 dal giorno della sua nascita, in diretta mondiale: è questa l'idea alla base del geniale film di Peter Weir. Un'idea che non sembra poi troppo lontana dalla realtà televisiva a cui siamo abituati, dove spesso i protagonisti delle soap invecchiano con noi, costretti quasi ad una “doppia vita”. The Truman Show è geniale, perché mostra la nostra fragilità, il nostro essere sempre disorientati tanto da preferire la fiction, così sicura, costante e prevedibile, alla realtà.
La critica ai media e ai martellanti metodi della pubblicità è solo la cornice del film: il quadro rappresenta la solitudine dell'uomo costretto a cercare compagnia nell'immagine rassicurante di un uomo che dorme (vedi locandina del film), la sua incapacità di comunicare, il suo cinismo e la sua crudeltà ma soprattutto la sua paura di conoscere e di non trovare mai le certezze di cui ha bisogno per vivere; insomma il suo abbandonarsi a una vita piatta e “seriale” come quella di una telenovela.
Truman è un eroe positivo e forte; è il coraggio che spesso non abbiamo per cambiare le cose; è l'innocenza che sconfigge la furbizia ed è l'uomo che si libera dalla superstizione, dove per superstizione si intende la paura dell'ignoto.
Così, mentre guardiamo Truman muoversi nel finto, colorato e brillante mondo dello studio televisivo, dimentichiamo che lui stesso non esiste, che ciò che vediamo è un altro uomo che si muove in un altro universo di finzione (quello del film): un invisibile gioco di specchi, l'eterna illusione del cinema.
La trama
Un uomo costretto, inconsapevolmente, ad interpretare se stesso 24 ore su 24. Questo il destino riservato a Truman (Jim Carrey) che ignaro, si espone quotidianamente alla luce dei riflettori, per la gioia di miliardi di telespettatori.
Tutto il mondo conosce la sua storia, piange e ride con lui grazie all’occhio attento e più che vigile di ben cinquemila telecamere sparse per il più grande studio televisivo mai creato dall’uomo. Il tutto è organizzato e manovrato, fin nei minimi dettagli, da Cristoph (Ed Harris), deus ex machina, vero e proprio “demiurgo”, ideatore e creatore dello show. Ma, nonostante tutte le attenzioni del caso, nel protagonista inizia ad insinuarsi un tarlo pericoloso: quello del dubbio. Quando Truman finalmente si rende conto che qualcosa non va, il perfetto meccanismo della televisione si inceppa e impazzisce. Truman sconvolge la sua vita insieme a quella del suo “padre artificiale” e del pubblico. Improvvisamente il confine che lo separava dal resto del mondo svanisce e il nostro eroe si ritrova a dover scegliere tra quello che aveva (che allo stesso tempo non aveva mai avuto perché inesistente) e quello che non ha mai avuto. Un salto nel buio: la vita vera.