Un successo estivo nato dall' incontro di Max Gazzè e Niccolò Fabi
UN "VENTO" DIFFICILE DA GESTIRE
VENTO D' ESTATE
Ho lasciato scappar via l’amore
L’ho incontrato dopo poche ore
E’ tornato senza mai un lamento
E’ cambiato come cambia il vento
Vento d’estate
Io vado al mare voi che fate
Non m’aspettate
Forse mi perdo
Ho pensato al suono del suo nome
A come cambia in base alle persone
Ho pensato a tutto in un momento
Ho capito come cambia il vento
Vento d’estate
Io vado al mare vado al mare
Non mi aspettare
Mi sono perso
(MAX GAZZE' - NICCOLO' FABI)
RIFLETTENDO SUL TESTO
Mi sembra doveroso e soprattutto sincero ammettere che l’interpretazione del testo, in un primo momento, mi è sembrata ostica.
Questo
mi ha portato ad una ripetuta ed attenta valutazione dello stesso: vi espongo
dunque ciò che sono riuscito a rilevare.
Ho
notato come gli artisti in questione abbiano impostato la canzone su temi
(solitudini, amicizie, scelte e di conseguenza cambiamenti) che durante il
periodo estivo sembrano
susseguirsi per ognuno di noi.
Si
evince come gli autori vogliano mettere in risalto l’esigenza di abbandonare
affetti consolidati durante l’inverno per poter
cogliere le molteplici avventure fugaci estive.
Questa
voglia di avventura, di novità, questo senso di libertà viene denominato
“vento d’estate”. E proprio a questo riguardo l’io narrante premette di
esserne “vittima”. Coerentemente con la realtà, infatti, quest’ultimo non
definisce né cos’è né la sua influenza, dato che questa sembra poter
variare da persona a persona.
E’
possibile soltanto, in un solo momento, rendersi conto di essere stati
“trascinati” altrove.
Da
sottolineare il contrasto esistente tra i due ritornelli dai quali si evince che
il cambiamento, soltanto temuto nel primo, sia ormai definito come reale.
Marco Serafini