CHIAMATI AD ESSERE

“Fuori dal muro”, stavolta ha scelto di continuare la riflessione intrapresa nell’ultimo numero lasciandola evolvere, quasi naturalmente, nell’ambito del mondo degli adulti. Un mondo osservato e descritto dai ragazzi stessi, vale a dire da coloro che hanno davanti a sé ancora una serie di scelte da compiere, di decisioni da prendere, di strade da percorrere. Un adulto, agli occhi di un ragazzo, è una figura speciale: è qualcuno che “sembra” aver già scelto, che ha già deciso chi essere. E il mondo degli adulti è davvero vario e sfuggente: puoi trovarci di tutto, dal santo al delinquente, dall’eroe quasi inconsapevole del quotidiano al timoroso spettatore della propria vita. Agli occhi dei ragazzi tutto questo non sfugge, ma questo numero del nostro giornale ha un significato ancora più preciso: riflettere sull’importanza e sull’urgenza di trovare ciascuno, personalmente, la propria strada.

Per ogni uomo esistere vuol dire soprattutto cercare di realizzarsi, di scoprire la propria unicità, il proprio ruolo: tutti siamo “chiamati a essere”; nessuno di noi infatti può permettersi il lusso di “decidere” di venire al mondo. E’ per questo soprattutto che non possiamo non scoprirci “chia-mati”. Scriveva padre Turoldo: “Ognuno ha un destino come ha una faccia e una personalità propria, un compito, una vocazione, un suo modo di essere (… ) Ognuno è se stesso; e come ha la sua faccia, così ha la sua vita da vivere, la sua testimonianza da rendere”. Questo vuol dire realizzare la propria vita; questo si pone alla radice della vocazione specifica di ognuno. E allora, in quest’ottica, essere adulti rappresenta forse l’età in cui si inizia ad assomigliare a quello che si è cercato di essere. E’ una tappa speciale del nostro cammino: una tappa rischiosa perché di strada se ne è già fatta molta e tornare indietro potrebbe voler dire aver fallito, aver sbagliato tutto. Ma chi pensa che un adulto sia qualcuno che ha finito di scegliere o che ha finito di mettersi in discussione sbaglia di grosso. Un adulto è chiamato a continuare a scegliere: è un “progetto” da realizzare, senza soste.

Gli occhi dei ragazzi vedono il risultato di quel progetto e, proprio in base a quel che vedono, scelgono il proprio essere, il proprio modo specifico di stare al mondo e di costruire la propria strada. Tutto è in movimento e nelle mani di tutti. E’ questo ripetersi ossessivo di uomini che scelgono chi essere che manda avanti il mondo così com’è: sempre nuovo e sempre uguale a se stesso. Ogni adulto di oggi è un mattone poggiato sulla strada del mondo di domani. I ragazzi con questo si scontrano quotidianamente e con questo imparano a fare i conti: sì, perché essere uomini vuol dire anche scambiarsi reciprocamente qualcosa di prezioso. Nessuno può vivere solo con se stesso: abbiamo bisogno gli uni degli altri. Per concludere: sappiamo bene che adulti e ragazzi, senza distinzione, hanno bisogno di “compagni di viaggio” limpidi ed onesti. Siamo tutti, dal primo all’ultimo, quindi “chiamati ad essere” qualcosa che soltanto a noi spetta scoprire.

 

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