Uno dei testi più "impegnati" della brava cantautrice romana
PAOLA TURCI E I SUOI "BAMBINI"
IL TESTO
Bambino armato e disarmato in una foto senza felicità sfogliato e impaginato in questa vita sola che non ti guarirà. Crescerò e sarò un po’ più uomo ancora un’altra guerra mi cullerà Crescerò, combatterò questa paura che ora mi libera. Milioni sono i bambini stanchi e soli in una notte di macchine, milioni tirano bombe a mano ai loro cuori ma senza piangere. Ragazzini corrono sui muri neri di città, sanno tutto dell’amore che si prende e non si dà, sanno vendere il silenzio, il male la loro poca libertà, vendono polvere bianca ai nostri anni e alla pietà. Bambini, bambini Bambino in un barattolo è rinchiuso un seme come una bibita lo sai che ogni tua lacrima futura ha un prezzo come la musica. |
Io non so quale bambino questa sera aprirà ferite e immagini, aprirà porte chiuse e una frontiera in questa terra di uomini, terra di uomini. Ma dimmi qual è la piazza a Buenos Aires dove tradirono tuo padre il tuo passato assassinato ormai desaparecido.
Ragazzini corrono sui muri neri di città, sanno tutto dell’amore che si prende e non si dà, sanno vendere il silenzio, il male,la loro poca libertà, vendono polvere bianca ai nostri anni e alla pietà. Bambini, bambini
Bambino armato e disarmato in una foto senza felicità sfogliato e impaginato in questa vita sola che ti sorriderà.
P. TURCI |
|
RIFLETTENDO SUL TESTO
Questa canzone è senza dubbio una delle più “impegnate” della bravissima cantautrice romana Paola Turci. I “suoi” bambini sono quanto di più disumano la nostra società possa creare: sono bambini privi di un sorriso, immagini rapide impegnate in un devastante “essere già uomini”.
Ciascuno di questi personaggi sembra già carico di anni, già macchiato da un crimine orribile. E nel ritratto di un dramma complessivo, Paola Turci riesce a toccare vari aspetti di “infanzia negata”: si passa da bambini privati di ogni gioia o sorriso ritratti in una foto a bambini soli e già stanchi, da baby spacciatori sfruttati dall’ansia di guadagno della criminalità organizzata a figli distrutti ai quali è stato sottratto il proprio padre (terribile il dramma dei desaparecidos e della scia di dolore e rabbia che ha portato e che continua a portare con sé).
Sono bambini che dal mondo degli adulti hanno colto gli aspetti peggiori: la voglia di far guerra, di sfruttare, di ferire.
Una canzone che a tratti sembra non lasciare davvero scampo: sono “ragazzini” che “sanno tutto dell’amore, che si prende e non si da”, creature che saltando a piè pari la propria infanzia sono già stati assorbiti in logiche adulte e perverse.
Ma un seme sembra comunque gettato lì a lasciare un barlume di speranza: non solo bambini in grado di aprire ferite ma anche in grado, infatti, di spalancare “porte chiuse e una frontiera”in una terra di uomini che ha un folle bisogno del loro sorriso.
Davide Toffoli