L' INIMITABILE GRANDEZZA DI UN GESTO GRATUITO

 

Nel numero che cade subito a ridosso della più grande festa cristiana, quella relativa alla Pasqua, noi di “Fuori dal muro” abbiamo deciso di focalizzare la nostra attenzione sul mondo del volontariato. Un mondo fatto di piccoli grandi gesti, di tempo donato, di sorrisi regalati e soprattutto di tanta motivazione e di voglia di mettersi “al servizio” di qualcuno che ha bisogno.

Un mondo, spesso discreto e poco pubblicizzato, che ha l’inimitabile splendore di un dono ricevuto e inaspettato.

Soprattutto in una società come quella attuale, interamente incentrata su poco umane logiche di mero profitto e di scarsa coscienza, la scelta del “volontariato” sembrerebbe a dir poco una strada “controcorrente”. E invece, proprio nella nostra società frenetica e consumistica, sempre più gente sceglie di percorrerla e di dedicarsi agli altri. Anche tra i giovani, secondo alcune recenti valutazioni compiute con dati alla mano, risulta che la scelta del “volontariato” ha di gran lunga superato anche quella dell’ impegno politico e, se è vero che da sempre l’universo dei giovani è quello più intriso della volontà e delle ansie di voler cambiare il mondo rendendolo più giusto, più umano e più vivibile, la loro presa di posizione ci lascia comprendere quale strada hanno deciso di percorrere: quella fatta di gesti gratuiti, libera e spontanea, ma al tempo stessa soggetta ad imprescindibili regole morali. Un gesto gratuito lascia sempre un segno indelebile, non solo nella mente di chi lo riceve, ma anche nella mente di chi si trovi ad esserne spettatore casuale. E’ un seme che viene gettato sulla terra: chi saprà averne cura lo potrà vedere fiorire.

In fondo è sufficiente guardarci intorno, tirandoci per un attimo fuori dalle frenesie quotidiane, per renderci conto che tutto il creato non è che un incredibile e meraviglioso gesto gratuito: un monte innevato, un fiore che torna a sbocciare, un tramonto che si specchia sulle onde del mare… Tutti gesti appartenenti ad un unico e immenso atto d’amore. Ed è lo stesso amore che troviamo nel Cristo che va a morire, “per noi”, sul legno della Croce, lasciandosi trafiggere dai chiodi del nostro peccato. Un amore che salva… Un amore che è in grado di riportare la speranza… Se è vero che abbiamo tutti bisogno di esempi da seguire è anche vero che proprio nella Settimana Santa che ci prepariamo a vivere avremo la possibilità di stare a contatto con l’Esempio più alto e inarrivabile per ogni cristiano.

Con questo non voglio di certo dire che dovremmo tutti essere in grado di dimostrarci “pronti a morire per la salvezza di ogni fratello” (ben venga chi di noi ne fosse capace!), ma che quantomeno siamo “chiamati” a sposare la via del “donarsi” come via maestra per un incontro più vero e consapevole con Dio stesso. Un po’ quello che accade agli Apostoli sulla via di Emmaus: solo perché “disposti all’incontro e all’accoglienza” di uno sconosciuto viandante si accorgono di essere seduti, ancora una volta, alla mensa col Cristo risorto.

 

 

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