Francesco De Gregori: "La storia" che si costruisce assieme
"LA STORIA SIAMO NOI
NESSUNO SI SENTA ESCLUSO"
IL TESTO
La
storia siamo noi, nessuno
si senta offeso siamo
noi questo prato di aghi sotto il cielo. La storia siamo noi, attenzione, nessuno
si senta escluso. La
storia siamo noi, siamo
noi queste onde nel mare, questo
rumore che rompe il silenzio, questo
silenzio così duro da raccontare. E
poi ti dicono: "Tutti sono uguali. Tutti
rubano alla stessa maniera". Ma
e' solo un modo per convincerti a
restare chiuso dentro casa quando
viene la sera: Però la storia non si ferma davvero davanti
a un portone la
storia entra dentro le stanze, le
brucia. La
storia da' torto e da' ragione.
La
storia siamo noi, siamo noi che scriviamo le lettere, |
siamo
noi che abbiamo tutto da vincere
o
tutto da perdere. E
poi la gente (perché
e' la gente che fa la storia) quando
si tratta di scegliere e
di andare te
la ritrovi tutta con gli occhi aperti che
sanno benissimo che cosa fare: quelli
che hanno letto un milione di
libri insieme
a quelli che non sanno nemmeno
parlare: ed
e' per questo che la storia da i brividi. Perché
nessuno la può inventare. La
storia siamo noi, siamo
noi padri e figli. Siamo
noi, bella ciao, che partiamo, la
storia non ha nascondigli, la
storia non passa la mano. La
storia siamo noi. Siamo noi questo piatto di grano.
F. De Gregori |
RIFLETTENDO SUL TESTO
E’ strano quanto spesso capiti che i concetti più banali vengano messi così da parte da divenire i più bizzarri. Così, leggendo il testo di questa canzone di De Gregori, sembra di trovarsi di fronte ad una idea folle: “La storia siamo noi!”. Eh si, perché il testo di questa canzone è tutto riassumibile con questa idea Talmente banale che spesso riusciamo a farcela passare di mente e crediamo di non essere noi la storia. Crediamo di essere “solo” un puntino rispetto alla storia dell’umanità e del mondo.
Quasi
per caso mi viene in mente Gandhi. Lui si che ne ha fatta di storia. Quasi per
caso mi viene in mente che se non ci fossimo stati “noi” accanto a lui
durante la Marcia del sale, allora, probabilmente, non sarebbe arrivato così
lontano. Lo stesso mi viene più tristemente da pensare per Hitler. Se non ci
fossimo stati “noi” non sarebbero partiti tutti quei treni.
Ma
può capitare che l’idea di essere noi la storia ci passi di mente. E
dimenticarsi di una cosa non può essere una colpa. La colpa è farsi scudo con
le proprie dimenticanze. Buttare le lavatrici sui monti, anziché nelle apposite
discariche, perché tanto se lo faccio solo io, che non faccio la storia, non
avveleno la natura. La colpa è non donare il proprio sangue negli ospedali
perché tanto c’è già tanta gente che lo fa.
Ora mi viene in mente un’idea: cosa accadrebbe se, passando per strada, evitassimo di soccorrere il viandante assalito dai ladri credendo che prima o poi passerà il “buon samaritano” che finirà nei libri di storia, senza aver compreso che il “buon samaritano” siamo noi?
Angelo Rampotti