Tra la posta arrivata al nostro giornale spicca una toccante testimonianza

LETTERE DALLA PALESTINA

 

 

Mai una traduzione mi è costata tanto! Anche io, come la mia amica Marina, mi sento impotente e disperata. Molti di voi la hanno conosciuta ed apprezzata nell'ultima tournée del Teatro INAD in Italia. Dobbiamo trovare il modo di mettere fine a tutto questo. Per loro e per noi.

Silvia

 

Betlemme, 11 marzo 2002

Cari Amici,

in questi ultimi quattro giorni ho iniziato tante volte a scrivere per dirvi che cosa sta succedendo qui. Ogni volta mi sembrava che fosse inutile. Voi avreste solo ascoltato e risposto, mentre chi ha il potere non avrebbe battuto ciglio. Ma una cosa è quello che è successo negli ultimi quattro giorni, con la terza invasione di Betlemme e dei suoi tre campi profughi, e un'altra cosa è ciò che è accaduto questa mattina.

Durante tutta la notte del 10 marzo 2002, il campo profughi di Dheisheh ha subito l'attacco di carri armati, F16, elicotteri e soldati israeliani. Tutto questo ha portato, questa mattina, all'arresto di centinaia di giovani uomini che sono stati braccati come pecore da portare al macello. Questa mattina centinaia di giovani uomini sono stati radunati in uno stabilimento di lavorazione della pietra, vicino al campo profughi, occupato dai soldati israeliani. E' stato chiesto loro di togliersi gli abiti e quindi sono stati perquisiti, mentre le mani erano legate con fili di nylon e gli occhi coperti da centinaia di pezzi di stoffa bianca preparati apposta per loro. Poi i soldati li hanno spinti in un'altra parte dello stabilimento. Queste scene sono state riprese da un cameraman e trasmesse da una televisione locale.

Questa mattina, dopo una lunga notte con il rombo di missili, bombe ed elicotteri, mi sono svegliata presto per vedere alla televisione molti dei miei amici del campo di Dheisheh che venivano portati al macello. Mi sembrava che mi esplodesse testa. Sono così arrabbiata, così furiosa per il trattamento inumano che i miei amici stanno subendo. E ancora non so che cosa succederà loro. Mi sento così impotente nel vedere i carri armati che li circondano e nel non poter far nulla per aiutarli. Ma sei io non posso, so che molti di voi possono. Per favore, urlate, manifestate, fate qualsiasi cosa possa servire per fermare questa ingiustizia. Fermate tutte queste brutalità. Gli Israeliani ci stanno facendo quello che i Nazisti fecero a loro.

Io non so per quanto tempo potremo resistere. Ma credetemi, la gente esploderà. E invece di una bomba suicida, ce ne saranno centinaia. Noi non possiamo continuare a vedere i nostri parenti ed amici trattati in questo modo e limitarci a guardare. Non è normale che i bambini siano svegliati dai boati dei missili, delle bombe e dei carri armati. Non è normale che i neonati muoiano con le loro madri perché non è stato loro permesso di raggiungere gli ospedali. Non è normale che i bambini muoiano mentre vanno a scuola e che i padri e i fratelli muoiano mentre vanno a lavorare.

Per favore, non ditemi di resistere e di sperare. Non credo di poter continuare a farlo. Noi siamo in guerra, che lo crediamo o meno. Molti edifici dell'Università di Betlemme sono stati distrutti. La scuola Dar Al-Kalemah è stata occupata dai carri armati israeliani, così come il centro infantile Ibdaa del campo di Dheisheh e molte abitazioni. Le case di Beit Jala, Betellemme, Al-Khader, Al-Dohah e del campo di Aida sono state colpite da missili e carri. In quattro giorni sono stati uccisi più di 70 Palestinesi in Cisgiordania e Gaza. Che cosa ci aspetta ora? Solo Dio sa che cosa gli Israeliani ci hanno preparato.!

A tutti quelli che hanno ancora a cuore l'umanità, con affetto

Marina Barham - Inad Theatre - Beit Jala

 

 

Pagina Precedente                Pagina Successiva                Indice                  Home